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Published On: Gio, Feb 6th, 2014

C’è un crepa in ogni cosa…

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(Articolo scritto da Leonardo Ciolli)

…ed è lì che entra la luce.      ( Leonard Cohen )

Mi piace servirmi di aforismi o, comunque, pensieri, brevi storie, per introdurre concetti, riflessioni, che sono innescati proprio da alcune frasi, che sono come dei lampi di luce, che illuminano parti della nostra coscienza, che se ne stavano, magari, un poco assopiti, in qualche parte della mente.

Essendo lo stato di risveglio interiore, che io identifico nello stato di non-mente, il fine principale delle cose che scrivo, mi è utile partire da concetti molto sintetici, ma immediati e chiari, allo stesso tempo, per introdurre uno “stato dell’essere”, altrimenti molto difficile,(per non dire impossibile), da definire, nella sua completezza.

Trovo questo aforisma, che in realtà fa parte di una canzone, del celebre cantautore, estremamente illuminante, paragonabile, a mio avviso, ad una storia zen, per il potere di spiazzamento e discontinuità, che esercita nei confronti della nostra mente razionale.

Una mente che vuole, per sua natura, sempre tutto a posto, sotto controllo, pienamente gestibile, non si accorge che esiste sempre qualcosa, nella novità, nell’ imprevisto, nell’irrisolto, che sfugge ad ogni restrizione o inquadramento, ordinato a priori.

Essendo la maggior parte degli esseri umani, completamente identificati con la mente, cosiddetta attiva, soffriamo davanti al nuovo, all’inaspettato, anche quando riconosciamo, dal profondo di noi stessi, quanto benefico possa essere aprirsi semplicemente alla novità, ad un tipo diverso di pensiero, di atteggiamento, nei confronti della realtà.

Se questo vi può sembrare un concetto un po’astratto, nel particolare momento storico nel quale viviamo, credo, troviamo molto di questo.

Riconosciamo che buona parte delle modalità di vita, che ci sono state fornite, se non addirittura imposte fino ad ora, risultano superate, obsolete.

Non ho problemi a riferirmi alla medicina tradizionale, all’alimentazione, al sistema finanziario e politico, per arrivare alla struttura di relazioni sociali, nella quale ci identifichiamo.

Vedo molta gente che critica, giustamente, e che non vorrebbe più seguire o essere imbrigliato nelle maglie di un sistema teso, appunto, ad eliminare tutte le possibili manifestazioni di luce, che vengono dalle tante crepe di una società malata.

Tuttavia, fermarsi all’indignazione, come spingersi alla rivolta eversiva, o materialmente rivoluzionaria, non si sono dimostrate, a mio avviso, risolutive nei confronti di niente, se non esiste, a monte, una presa di coscienza sempre più definita di ciò che siamo, e quindi, di ciò che possiamo e “dobbiamo” fare.

Bisognerà ripartire dalla conoscenza reale di noi stessi, interiore, perché cambi qualcosa anche all’esterno,  come riflesso di un risveglio reale, e non come “reazione” agli eventi che vanno a scatafascio.

Abbiamo molti strumenti, con i quali aiutarci, per fortuna, quindi, qualcosa possiamo fare.

Nonostante le difficoltà, prendiamoci la luce che entra dalle crepe…

Namastè

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