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Published On: Ven, Feb 17th, 2017

Tu sei l’ostacolo a Te Stesso: in che modo prende forma l’ego

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 “Se qualcun altro fosse l’ostacolo alla conoscenza di ciò che sei, all’essere chi sei, potresti scappare. Ma tu stesso sei quell’ostacolo. Non puoi incolpare nessuno – a chi potresti mai dare quella responsabilità? Non puoi passarla a nessuno! E non puoi evitare quel confronto… in qualsiasi direzione ti volti, ovunque scappi, tu sarai sempre presente” Osh

Tu sei l’ostacolo a te stesso, e in questo senso quell’impedimento ti seguirà come un’ombra.

È una cosa importante, che va compresa il più a fondo possibile. In che modo quell’ostacolo prende forma? In cosa consiste il meccanismo dell’ego, il fattore che di fatto diventa una barriera? Una dura crosta intorno a te che ti impedisce di volare alto nel cielo, che ti impedisce di aprirti al mondo dell’amore e della beatitudine.

In che modo prende forma questo guscio cui diamo il nome di ego?

Se riesci a comprendere la nascita dell’ego, arriverai a conoscere il segreto che rende possibile il suo dissolversi.

La comprensione stessa del perché e di come l’ego prende vita, diventa la via d’uscita – la libertà da quella costrizione. 

“L’ego nasce a causa delle proiezioni: tu vedi il tuo riflesso negli occhi degli altri, sui loro volti, nelle loro parole… e continui ad accumulare in te quei riflessi.Non sapendo chi sei, devi trovarti un’identità…”. Osho, Journey to the Heart # 9

 Come la maggior parte degli esseri umani, ognuno di noi arriva su questo pianeta con la vista un po’ annebbiata, alla fine di un piacevolissimo soggiorno di nove mesi nell’utero materno – il massimo della vacanza “tutto compreso”: un galleggiare tranquillo in una vasca bellissima, fatta su misura, dove la temperatura dell’acqua è costantemente sotto controllo… ed è incluso un servizio in camera, 24 ore su 24!

Ma ecco che all’improvviso si viene scaraventati fuori da quel paradiso, e ci si ritrova nudi e inermi, in una stanza fredda; accecati da luci gelide e troppo forti per occhi che si aprono per la prima volta, assordati da rumori al di là di ogni possibile sopportazione (se paragonati all’habitat da cui si viene, fatto di silenzio e vibrazioni)… circondati da occhi ansiosi e preoccupati, una tensione tremenda che invade un esserino che non conosce protezione alcuna.

E l’accoglienza è – ormai ovunque – accompagnata da una pacca sul sedere… uno strano benvenuto! Inoltre, difficilmente si lascia al neonato il tempo di respirare, da solo e spontaneamente… Insomma, uno sfratto davvero scioccante!

A quel punto accade qualcosa che segnerà il resto della vita di ogni cucciolo d’uomo: il neonato viene avvicinato al seno materno… qualcosa che lo tranquillizza e lo acquieta, e che lo nutre. È inevitabile aggrapparsi a qualcosa che fornisce due elementi fondamentali per la sopravvivenza: nutrimento e calore. Nello spazio di un attimo, quella scelta istintiva dà inizio al grande gioco delle proiezioni: infatti, è qui che ha origine l’idea che calore, nutrimento, appagamento… sono là fuori!

Qui prende forma un oblio di sé, che verrà poi portato avanti per il resto della vita, così com’è comunemente intesa e come è vissuta sul palcoscenico del mondo.

 L’insieme di questi eventi, è proprio il caso di dirlo, ribaltano il mondo nel giro di pochissimo e, accidenti… in questa strana realtà – si scopre molto presto – le regole sono davvero diverse!

D’altra parte, adesso la priorità numero uno è la sopravvivenza; e il neo bimbo deve attivarsi per interagire con un mondo che gli appare forte, potente, saldo nei suoi principi e nelle sue idee. È inevitabile sentirsi piccolissimi in confronto a chiunque altro; deboli, bisognosi, affamati… e quasi sempre bagnati. Ecco la condizione di ogni bambino!

Una situazione patetica: di dipendenza e vulnerabilità che, diciamolo, non si augurerebbe a nessuno.

Cercare punti di riferimento esterni

In quel ribaltamento, i più fortunati hanno nell’abbraccio materno e nella quiete dell’allattamento una vibrazione pacifica e pacificante che rimanda un’eco della sensazione di armonia vissuta durante la gestazione… via via sempre più vaga, fino a essere dimenticata, perché, per tutti, è l’adattamento al mondo nuovo intorno a sé che ha la priorità. Ed è lì che si cercano punti di riferimento e ancore.

È un’intelligenza ancestrale che porta il neonato ad agire per cercare di rendere il più stabile possibile il piccolo habitat che si fonda sulla presenza della madre: l’unica sua sicurezza. La sua attenzione è al massimo, pronta a cogliere tutto ciò che può rinsaldare quel legame.

E molto presto, ogni bambino nota qualcosa che rafforza quel legame e amplifica quell’ambiente, rendendolo un approdo – apparentemente sicuro: se sorride, si rende conto che la mamma lo tiene stretto a sé un po’ di più. Se sorride, il volto di chi lo guarda si distende, a sua volta l’altro si apre a un sorriso. Se sorride, chi gli è vicino in qualche modo diventa sensibile e malleabile.

Senza saperlo, questa è la prima lezione di politica che si impara… e tutto in funzione di un adattamento che, nel tempo, porterà a tradire se stessi, passo dopo passo, con metodo! Pur di essere visti, riconosciuti, amati, benvoluti… si arriva a fare di tutto!

Tutti l’abbiamo sperimentato, molti l’hanno reso uno stile di vita… pochissimi se ne sono resi conto. E ancor meno è il numero delle persone che si chiede se davvero vale la pena perdersi a tal punto da dipendere da quel sorriso – diciamolo, sempre più artefatto – per ottenere accettazione, rispetto e riconoscimento.

Ma la legge della sopravvivenza non conosce ragione. Di nuovo, le priorità sono altre; e quell’attitudine sembra avere tutte le carte in regola per consolidare il proprio essere al mondo. Di certo è così: sorridere sembra aprire tutte le porte, anche se – purtroppo – avrà poi incredibili effetti collaterali.

Tra questi, quello principale è la perdita di sincerità verso se stessi: dietro al sorriso ci si abitua a nascondere i propri sentimenti, con un sorriso si maschera il proprio vero sentire.

Una scelta che a un certo punto della vita porta qualcuno a un’estrema insoddisfazione. Accade infatti di sentirsi talmente estranei a se stessi, da sentire il bisogno di ritrovarsi. Qualcosa ben più potente delle sicurezze e del benessere conquistati si impone al di sopra di obblighi, doveri e impegni… una voce dall’intimo che non conosce logica e che la ragione non riesce più a zittire: “Ma io chi sono, veramente?”

Quella è la voce da seguire, quella è la voce in grado di indicare la rotta per sentirsi a casa nell’esistenza, per consolidare un’armonia reale. Quella è la voce in grado di sollecitare un punto di svolta!

Per concludere, ritrovare la propria voce interiore – e darle spazio –, è un passo importantissimo se – per qualsiasi ragione – si avverte il bisogno di un equilibrio e di un’armonia reali; non fosse altro per dare un senso al tanto correre e affannarsi in un mondo che spinge e forza e muove istintivamente verso un orizzonte, sebbene sempre più lontano e sempre più irraggiungibile.

 Se qualcosa di quanto qui narrato ti ha toccato. E se senti che trovare la tua voce interiore è fondamentale nella tua vita attuale; magari perché vorresti regalare a te stesso una nuova nascita… Se, insomma, sei stanco di non sapere chi sei; e avverti un barlume che ti porta a comprendere quanto l’oblio di te stesso sia dannoso e distruttivo… prova il metodo qui suggerito, per ritrovare la tua voce interiore.

È un passo importante ed è un metodo efficace con cui iniziare a prendersi cura di se. Partendo proprio dal ritrovamento della tua voce: quella che non ripete a pappagallo regole, ordini, comandamenti, stereotipi e pregiudizi.

Quella voce interiore è la base fondante di una vita vissuta all’insegna della consapevolezza.

Leggi anche: Le Intuizioni di Osho: Stare bene è uno stato naturale del nostro essere

 Primo stadio: Chi parla, prego?

Qualsiasi cosa fai, pensi o decidi, chiediti: Viene da me, o è qualcun altro a parlare? Dopo aver scoperto a chi appartiene veramente la voce, sarai sorpreso. Forse è tua madre; sarà come sentirla parlare. Forse è tuo padre; non sarà difficile da scoprire. Tutto rimane registrato dentro di te esattamente come ti era stato dato la prima volta – i consigli, gli ordini, la disciplina, i comandamenti. Potresti scoprire molte persone: i preti, gli insegnanti, gli amici, i vicini, i parenti.

“Non occorre lottare. Basta sapere che non è la tua voce ma quella di qualcun altro – chiunque sia; sai comunque che non la seguirai. Quali che siano le conseguenze – buone o cattive – ora hai deciso di muoverti con le tue gambe, hai deciso di essere maturo; sei rimasto un bambino per un tempo sufficiente. Sei rimasto dipendente già abbastanza. Hai ascoltato tutte quelle voci e le hai seguite per un tempo sufficiente. E dove ti hanno condotto? Nel caos.

 Secondo passo: Grazie… e addio!

Dopo aver identificato la persona cui appartiene la voce, ringraziala, chiedile di lasciarti e dille addio.

“La persona che ti ha dato quella voce non era tuo nemico. Non aveva cattive intenzioni, ma qui non si tratta di intenzioni. Il fatto è che quella persona ti ha imposto qualcosa che non proviene dalla tua sorgente interiore; e qualsiasi cosa che proviene dall’esterno ti rende schiavo a livello psicologico.

“Quando dici chiaramente a una delle voci: ‘Lasciami’, la tua connessione con essa, la tua identità con essa, è spezzata. Era in grado di controllarti perché pensavi fosse la tua voce e la strategia era l’identità. Ora sai che non sono i tuoi pensieri, non è la tua voce; è qualcosa di estraneo alla tua natura. Riconoscerlo è sufficiente.

Liberati delle voci che sono dentro di te e vedrai che presto potrai sentire, con grande sorpresa, una voce sottile e fievole che non avevi mai ascoltato prima… riconoscendo improvvisamente che è la tua voce.  “È sempre stata presente, ma è molto sottile, fievole, perché è stata repressa da quando eri un bambino piccolissimo, e la voce era anch’essa piccola, un piccolo germoglio che è stato ricoperto da spazzatura di ogni tipo. Ora porti con te tutta quella spazzatura, e ti sei dimenticato della piantina che è la tua vita – ma è ancora viva, e sta aspettando di essere riscoperta; scopri la tua voce e seguila senza paura.

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Dovunque ti conduca, quello è lo scopo della tua vita, quello è il tuo destino. È solo così che potrai sentirti realizzato e soddisfatto. È solo così che fiorisci – e, in questa fioritura, finalmente puoi sapere.”

© 2017, Associazione Oshoba. All rights reserved.

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About the Author

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- Nel 1988 un gruppo di amici di Osho si riunisce per far nascere ed organizzare la prima distribuzione di tutti i libri di Osho in Italia, che prima di allora non esisteva. Fino a quel momento solo alcune case editrici coraggiose avevano pubblicato in italiano discorsi di Osho, ma non c'era un vero e proprio organismo che rendesse disponibile sul territorio nazionale con un suo catalogo, tutto ciò che era stato pubblicato nel mondo di Osho. Nel 1990 l'associazione prende il nome di Oshoba e da quel momento diventa il punto di riferimento italiano per la distribuzione dei libri, dei cd delle Meditazioni Attive, dei video di Osho e delle svariate musiche per meditazione danza e celebrazione disponibili nel mondo. Ora è anche un contatto per chi vuole informazioni sulle attività di meditazione in Italia e sull'Osho Meditation Resort di Pune, India.

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