Incontrando uno sciamano a ZEN-A: Intervista a Mauro “Thamaak” Giulianini
Si è conclusa la settimana scorsa la fiera- evento: ZEN-A, nella splendida cornice del porto Antico di Genova: una tre giorni dove sì a parlato di benessere nella sua accezione più ampia, dall’alimentazione, alla spiritualità, alle pratiche, ecologia, olististica, passando per workshop, conferenze dimostrazioni pratiche e buon cibo!
Proprio fra gli oltre 94 espositori, 69 oratori e 116 convegni dell’edizione 2014 mi imbatto in Mauro e il suo coloratissimo stand. Uno sciamano, italiano però, che fa battere il suo tamburo scuotendo non solo i cuori dei presenti, ma anche le viscere stesse della Terra.
D: Che cosa vuol dire essere uno sciamano oggi, in tempi moderni?
R: Essere sciamano oggi, a differenza dello sciamano dei tempi antichi ( o stregone) vuol dire in primis essere completamente integrato con la società, tanto da entrare in empatia con tutto quello che ti avvolge, le persone, i luoghi, le situazioni e allo stesso modo uscire di casa e andare a pagare le bollette! (ride). Un tempo gli sciamani erano completamente immersi nella natura e vivevano integrati tutto il tempo con il proprio essere “sciamani”, forse, da un lato era più semplice.
D: Perchè ti definisci uno sciamano italiano?
R: Ho voluto differenziarmi da tutto quello che sulla cultura sciamanica è già stato visto, letto fino a quasi a diventare “di moda”. Ho fatto una ricerca sullo sciamanesimo italiano dal 1300 ad oggi e c’è una base potentissima che parte dalla Sardegna a prendere tutta la toscana e la lombardia. Gli sciamani erano i “druidi” o gli “alchimisti” e le sciamane donne, erano le streghe, molto spesso, entrambi, bistrattati. Mi ha risuonato molto lo sciamanesimo italiano e ho compreso i primis che il passato italiano è ricco di “sciamani” che sono stati il top in qualsiasi ambiente: scultori, pittori, inventori, medici, letterati, musicisti. Quasi ogni cosa che noi abbiamo a disposizione dal computer alla lampadina parte da una intuizione italiana. Noi siamo sciamani per definizione, e questa è la mia forza e la mia autostima: essere italiano in quanto sciamano.
D: Perchè Thamaak?
R: E’ venuto fuori dai canti che io faccio. Questo canti sono incomprensibili, ma subliminalmente comprensibili. La parola non si capisce, ma arriva, si capisce quello che viene cantato perché è un linguaggio antico, dell’anima.
D: Qual è stato il tuo percorso?
R: Io, come tutti, siamo già sciamani dalla nascita. La vita poi ti porta ad incontrare persone, fatti, e occasioni che ti danno la possibilità di comprendere che lo sei. Questa è la cosa più complicata. Io sono nato con un grande spirito artistico: per 21 anni sono stato regista televisivo e poi nel corso degli anni ho abbandonato tutto perché sentivo come una spinta interiore e il vestito che mi ero creato mi stava sempre più stretto, fino a non lasciarmi più muovere. O cambio o muoio mi sono detto. Ero dentro il tran tran del lavoro ma il mio spirito altrove, ogni cosa mi andava stretta di questa grande macchina inventata dall’uomo.
D: Qual è stata la cosa più difficile da affrontare?
R: Gettare via le mie paure. Se non le getti via non riesci assolutamente a venirne fuori. Da un lato le paure ci vogliono perché ti salvano ma dall’altro non ci vogliono perchè non ti fanno fare il salto. Gettare via le paure credendo fortemente ed intensamente in quello che fai. Come andare vestito così su di un palco e suonare il tamburo quando sei ancora un regista televisivo. (sorride)
D: Che cosa fai oggi, lavori con il suono, quindi?
R: Si. La mia è una ricerca effettiva sul suono che è nata 15 anni fa partendo proprio dal cuore: sono partito dal cuore della madre. Ognuno sta nella pancia della propria madre per nove mesi e abbiamo quindi un imprinting sono frequenziale che è il cuore. Per 24 h ore al giorno e per nove mesi siamo a contatto con il ritmo il suono del cuore di nostra madre, che da un’impronta sonora a tutte le nostre cellule. Siamo impregnati della frequenza sonora del cuore e di tutti gli organi del ventre di nostra madre. Quando nasciamo, quindi, abbiamo già un imprinting sonoro che ci accompagnerà per tutta la vita, perchè siamo stati un suono immerso dentro un suono. Siamo corpi sonori. Per aiutarti nella guarigione io devo trovare una sonorità che possa affiancarsi ed accordare le tue “note sbagliate”, per ritornare nel tuo suono “originale”.
D: Come funziona esattamente?
R: Tutto questo innanzitutto mi ha dato la possibilità di creare in Italia il primo centro di Terapia del Suono (a Cervia), dove abbiamo oltre 40 strumenti che mettiamo fisicamente sulle persone: le persone vengono infatti stese sul un letto di Pitagora munito di arpa a 52 corde e dopodiché sopra alla persona mettiamo tamburi, campane tibetane, etc a seconda della necessità personale di ognuno. Si interagisce direttamente con la cellula. Questa non è musico terapia, ma Terapia del Suono, perché tu corpo, diventi suono, a quel punto c’è una valenza superiore e infatti di risultati ne abbiamo avuto tantissimi. La Terapia del Suono è sempre singole (ad personam) e va bene a livello muscolare, osseo, mentale, psicologico come attacchi di panico, ansia, stress e di conseguenza tutto ciò che consegue allo stress che diventa fisico.
D: E insegni, anche?
R: No. Io non posso insegnare a qualcuno e diventare sciamano. E’ una ricerca personale. E’ un ritrovarsi. Io posso dare la penna e il foglio ma è la persona che deve incominciare a scrivere. Fare dei corsi sciamanici per me è fregare la gente. C’è anche qualcuno che da il diploma. (sorride)
D: Come facciamo a riconoscere un suono giusto per noi?
R: Se un suono non è esattamente nelle tue corde può darti dei fastidi, ma questi fastidi sono esattamente quelli che tu devi andare a curare. Ti faccio un esempio: ieri allo stand è arrivata una signora distinta, tranquilla, ma molto, molto rigida. lo si vedeva dagli occhi, dalla postura, aveva il controllo su tutto e su tutti. Era però attratta da un tamburo: nel momento in cui ha provato a suonarlo le sono venuti i conati di vomito. Le ho detto che secondo me il tamburo poteva essere il suo oggetto primario, di continuare a farlo. Siamo andati in disparte io ero vicino a lei, e ha cominciato a suonare prima piano poi con delle bottte incredibili, in continuazione e alla fine è scoppiata a piangere. Solo dopo mi ha confidato che erano dieci anni che non riusciva più a piangere. Ecco come avviene la trasformazione attraverso il suono. Il suono è eccezionale, non c’è bisogno di Mauro per farlo, ma c’è bisogno di qualcuno che ti porti a farlo.
D: E questo può succedere col tamburo o con un altro strumento?
R: Certo con il tamburo, col flauto o altro. Anche se il tamburo ha certamente qualcosa in più.
D: Questi magnifici tamburi li costruisci tu?
R: Li costruiamo la mia compagna ed io. Il tamburo per noi è la base di tutto, ci crediamo veramente tanto perchè negli ultmi dieci anni ci abbiamo messo l’anima. Voglio che siano un’opera d’arte sonora.
D: Perché il tamburo è la base di tutto ?
R: Perchè rappresenta il cuore della madre. E’ come un ritornare a casa. Il tamburo è l’espressione massima delle frequenze sonore fin dalla nascita dell’Uomo. Il primo strumento che ha suonato è stato il tamburo. Mi piacerebbe che in ogni casa ci potesse essere un piccolo o grande tamburo. Per essere davvero a “casa”. Il cuore della casa.
D: Tu hai scelto la via del coraggio. Come può fare una persona a seguire quel qualcosa che “ti spinge dentro?”
R: E’ non smettere mai di essere curiosi sui nostri sogni. Se li teniamo solo come sogno, tutto finisce. Se tu hai un sogno lo devi scrivere, disegnare su un pezzo di carta e ogni sera guardarlo prima di andare a letto. Quello è un sogno che si concretizza. E la stessa cosa vale per le persone che sono all’interno di una catastrofe di vita, dove non trovano via di sbocco e non trovano nemmeno la possibilità di sognare. Io dico a queste persone: continuate a trovare la forza di sognare. L’universo si metterà in moto per darvi delle opportunità. Abbiate un sogno.
Per contattare lo sciamano italiano Mauro “Thamaak” Giulianini:
Sito Ufficiale: www.maurogiulianini.it
pagina Facebook: www.facebook.com/mauro.giulianini
email: ballyhoo.tv@libero.it
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