Il Codice di Michelangelo e il Divino Piano Vitale
(Articolo di Carmen di Muro)
In principio era il verbo…
“[Nella] creazione di Adamo, [Michelangelo] ha figurato Dio…porge la mano destra a uno Adamo, figurato di bellezza, di attitudine e di dintorni di qualità che è par fatto di nuovo dal sommo e primo suo creatore più tosto che dal pennello e disegno d’uno uomo tale”
Le celebri parole di Giorgio Vasari (1550) non possono non rappresentare la magnificenza dell’opera di Michelangelo Bonarroti. La Creazione di Adamo è probabilmente la scena più famosa e conosciuta dell’intero ciclo d’affreschi della Cappella Sistina. L’attenzione di chi guarda è tutta concentrata su quelle mani poste al centro della scena che non si toccano, ma si sfiorano e rendono, così, l’idea di Dio puro Spirito, che crea con il solo pensiero.
Dio Padre accompagnato dal soffio dello Spirito divino è tutto teso nell’atto Creatore e il suo braccio allungato attrae a sé il giovane Adamo che è adagiato sulla terra informe testimoniando così la sua provenienza da essa.
Michelangelo fa inscenare dalle due mani il microtema dell’opera, l’infusione dell’anima nella materia inanimata. Le due mani, che si incontrano al centro di equilibrio del dipinto e sono perciò cariche di un peso decisivo per la composizione, esplicano l’essenza della scena: la mano di Adamo è ancora debole, a malapena in grado di alzarsi in risposta all’appropinquarsi di colui che dà la vita, mentre la mano del Creatore si dirige attivamente verso il suo obiettivo (R. Arnheimer, 2007).
Michelangelo, a suo tempo, comprese in maniera illuminata la grandezza dell’esistenza. Raffigurò pittoricamente la straordinaria essenza che muove tutto il creato. Quella potenza ancestrale, di quel Dio, quel Padre meraviglioso che con il suo dito proteso verso l’uomo, effuse in lui l’amore, il soffio vitale, la scintilla dell’esistenza stessa.
Vari sono stati gli studiosi che nel corso degli anni hanno avanzato interpretazioni sulla Creazione di Adamo: nel 1990, infatti, il neurologo statunitense Frank Lynn Meshberger, pubblicò sulla rivista “Journal of American Medical Association” uno studio che egli aveva condotto sulla quarta fascia della Cappella Sistina. Secondo le sue ricerche, il mantello e la corte angelica che circondano la figura del Signore corrisponderebbe alla sezione trasversale di un cervello umano. A seguito di accurate ricerche e confronti tra l’anatomia umana e l’opera di Michelangelo, si è notata una reale spiccata somiglianza. Sono ben visibili il contorno della volta del cervello, e della base; l’arco del braccio sinistro di Dio delinea il giro del cingolo, il panneggiamento verde alla base descrive il corso dell’arteria vertebrale; la schiena dell’angelo che sorregge Iddio corrisponde al ponte di Varolio, mentre le sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale. Perfino il dettaglio della struttura bilobata dell’ipofisi è riprodotto fedelmente nel piede apparentemente bifido di un angelo, a differenza degli ordinari piedi di Dio e degli altri cherubini, dotati delle consuete cinque dita; mentre la coscia dello stesso angelo si staglia in corrispondenza del chiasma ottico. (Mangano, de Bernardis, Scapagnini, 1990).
Sulla base di ciò si può notare come Michelangelo, non solo conosceva le ricerche degli anatomisti suoi contemporanei, ma non poteva non condividere le argomentazioni neoplatoniche della cultura d’avanguardia, a lui più vicina, che affermavano che la sede dell’intelletto era da individuare, senza alcun’ombra di dubbio, nella mente.
Si tratta di una similitudine meravigliosa tra la fiera biologia muscolare di Adamo e la potenza mentale della creazione: Adamo è perfetto corpo, Dio è perfetta “mente”.
Altre intuizioni provengono da vari studiosi che invece avrebbero notato sorprendenti somiglianze esistenti tra il drappo che circonda Dio e la schiera angelica e l’immagine della sezione trasversale dell’organo del cuore.
A lungo si è cercato di comprendere il vero significato di questa sorprendente opera. Se effettivamente Michelangelo, a suo tempo, volesse rappresentare qualcosa che andasse oltre l’umana comprensione. Si spinse oltre ed ancora oggi molti sono gli studiosi alla ricerca del segreto nascosto oltre la raffigurazione. Perfetta corrispondenza tra Dio e la schiera angelica e il cuore e il cervello umano. Sovrapposte le immagini sono speculari. Seppur un significato chiaro ancora non possiamo cogliere, osservando il dipinto emerge, altresì, l’inconfutabile magnificenza della rappresentazione. Il Dio-cuore-cervello, sostanza increata ma creata allo stesso modo, Adamo, perfetto corpo che prende vita da quel soffio vitale divino.
Ma dov’è la verità? Qual è la giusta angolazione da dove poter guardare?
A mio parere alla fusione, degli elementi che sono presenti nella loro forma autentica e allo stesso tempo a quegli elementi che pur ci sono ma che sono celati, per così dire camuffati, all’interno dell’opera e che solo uno sguardo attento riesce a cogliere. Alla fusione tra Cervello-cuore, Dio- Anima e Uomo- corpo, a questa Trinità indissolubile di cui siamo composti.
Michelangelo non espresse pittoricamente semplicemente ciò che gli venne richiesto per commissione, ma andò ben oltre tutto ciò che oggi si cerca ancora di comprendere. Il suo pensiero era in filo diretto con la Fonte, era espressione del suo mondo interiore, così vasto ed articolato, di quella luce della conoscenza, della voce della cosidetta coscienza. Ciò che esiste all’interno viene a manifestarsi all’esterno, in questo caso sotto forma di impulso pittorico, di realizzazione visibile e nota. Una grande rappresentazione dell’interno più veritiero, che ha una voce propria, che urla per farsi ascoltare, ma che viene ignorato dai nostri sensi coscienti.
Dio non crea l’uomo uguale a Lui nella fisicità, ma nella sua Essenza, nell’essenza che altro non è che Pensiero. Non è infatti un caso che il braccio teso di Dio verso Adamo, sempre attenendoci alla somiglianza del dipinto con un cervello umano, si protragga a partire dal Lobo Frontale, sede per eccellenza dei più alti processi cognitivi che ci distinguono dagli altri esseri viventi, tra cui i processi decisionali sottostanti l’azione, quindi del Pensiero. Esso è il luogo della progettazione, della creazione, sede in cui il pensiero diventa materia.
Questo è il messaggio fondamentale, questa è insieme la conoscenza, l’inizio e il termine. Solo partendo da questa meravigliosa intersezione può essere compresa la base, il punto di partenza da cui tutto si origina e prende forma, del perché l’essere umano sia così complesso e il dove e il come il pensiero si origini.
La creazione di Adamo è in realtà la creazione dell’uomo, dell’uomo creatore della realtà stessa, che ha tra le sue corde la capacità di rendere operativo l’atto del creare. E’ tutto racchiuso qui, davanti ai nostri occhi increduli. Il Dio-cervello-cuore-spirito che con le sue vibrazioni tocca l’uomo e lo anima di vita ed essenza propria, di coscienza, una coscienza allargata, in quanto luogo e sede del raccordo tra questi vari elementi che compongono l’essere in una sola unità imprescindibile e che trovano manifestazione sotto forma di tutto ciò che noi abbiamo modo di sperimentare quotidianamente nella realtà concreta.
Quando si parla di pensiero, si parla di Dio, si parla del Divino Io, del dove io sono, mi colloco e produco, in quanto noi stessi siamo in rapporto diretto con la Fonte dell’esistenza e possediamo le sue stesse caratteristiche creative e trasformative.
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