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Indagine sulla Coscienza: tradizione vedica, Gaia e meccanica quantistica

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Indagine sulla Coscienza

(articolo tratto da: Il Giornale dei Misteri, Gennaio-Febbraio 2018 – autore Michele Dinicastro)

La coscienza è, senza dubbio, il più grande ed inspiegabile dei misteri. La sua vera natura è così sfuggente da risultare definibile con estrema difficoltà. Infatti, ad oggi, sono numerose, e spesso anche contrastanti, le proposte formulate dagli studiosi al riguardo.

Tuttavia, adottando un approccio generico potremmo definirla come la consapevolezza di sé stessi e del mondo, ovvero l’insieme di quei fenomeni psichici che vengono vissuti in un dato momento e che attengono sia alla nostra interiorità che a ciò che è fuori di noi.

Il termine deriva dal latino consciens (dal verbo conscíre), ovvero essere consapevole. Secondo alcuni studiosi, però, essa non sarebbe esclusiva prerogativa umana, ma caratterizzerebbe qualsiasi forma di vita e addirittura qualsiasi sistema fisico, comprese le particelle elementari. Tra i fautori di questa interpretazione animistica della realtà troviamo nomi importanti come il filosofo Alfred North Whitehead (1861-1947) ed il fisico Freeman Dyson (1923). Al riguardo l’astrofisico britannico Sir Arthur Eddington (1882-1944) si è spinto addirittura ad affermare che “la fisica è lo studio della struttura della coscienza. La ‘cosa’ di cui è fatto il mondo è roba mentale”.

Secondo la tradizione vedica, la coscienza farebbe parte di un vasto campo che costituirebbe la realtà primaria dell’universo e che è definito col termine Akasha. Ed è proprio a quest’ultimo che va ad ispirarsi il moderno concetto di Campo A, oggi sempre più diffuso nell’ambito della meccanica quantistica, come informa l’astrofisico Massimo Teodorani (1). Tale campo si riferisce al vuoto quantico o al cosiddetto Campo di Punto Zero. Un campo che contiene tutta l’informazione universale, compresa quella del pensiero e della coscienza (2). E studi recenti sembrano confermare che le cose stiano proprio così. Come riporta un articolo apparso su Le Scienze di marzo 2017, un imponente progetto di ricerca che coinvolge centinaia di fisici sta esaminando l’ipotesi che spazio e tempo siano emersi dalla connessione non locale (entanglement) di piccolissimi frammenti di informazione.

Gli scienziati stanno vagliando questa ipotesi con il programma denominato It from Qubit, che mette assieme sia informatici quantistici sia fisici. Se confermata, tale ipotesi ci restituirebbe un’immagine dell’universo composto da micro informazioni connesse tra loro in modalità istantanea. Una connessione da cui deriverebbe, secondo gli scienziati, ciò che definiamo spazio-tempo.

Alla luce di questa interessante ipotesi, è lecito chiedersi se il fenomeno di interazione mente-materia (psicocinesi o telecinesi) non sia, di conseguenza, interpretabile come semplice scambio di informazioni tra la coscienza dei sistemi bio-psichici e quella dei sistemi fisici inanimati. Una simile interpretazione andrebbe, inoltre, a confermare la visione unificatrice delle due macro-categorie studiate in ambito parapsicologico, ovvero fenomeni psi-cognitivi (telepatia, chiaroveggenza e precognizione) e fenomeni psi-cinetici (psicocinesi o telecinesi), che in passato è stata proposta da alcuni studiosi.

Dunque, lo scambio di informazione tra coscienza e materia darebbe vita ai cosiddetti fenomeni psicocinetici, la cui realtà è comprovata da rigorose sperimentazioni in numerosi laboratori nel mondo. Al riguardo possono essere sufficienti i risultati ottenuti da un rigorosissimo studio metanalitico (3) condotto dal dottor Dean Radin  (4)con il dottor Roger D. Nelson e pubblicato sulla prestigiosa rivista Foundation of Physics nel 1989.

Dall’indagine, che analizza i risultati di oltre ottocento sperimentazioni eseguite per verificare la capacità psichica dell’uomo di influenzare psichicamente dei sistemi quantistici, arriva una rilevante conferma dell’ipotesi psicocinetica. Infatti, i risultati riservano una sola probabilità contro cento milioni di miliardi di miliardi di miliardi (p= 10-35) che a causarli sia stato il semplice caso…

Strumenti quantistici per la misura degli effetti della coscienza sulla materia

Per quasi trent’anni il Princeton Engineering Anomalies Research laboratory (PEAR) ha sfruttato l’intrinseca indeterminatezza dei fenomeni quantistici per realizzare strumenti computerizzati in grado di misurare gli effetti psichici sulla materia. Sono, così, nati i REG, ovvero Random Event Generator (Generatore di Eventi Casuali), noti anche come RNG, ovvero Random Number Generator (Generatore di Numeri Casuali). Si tratta di uno strumento elettronico che in passato sfruttava il processo di decadimento di materiale radioattivo, ma che oggi è basato su un processo altrettanto casuale, noto come Effetto Tunnel Quantistico o Rumore di Johnson. Questo apparecchio può generare due soli risultati (bit): 1 oppure 0. Esso è schermato da qualsiasi campo noto ed ha dimostrato in innumerevoli test di essere sensibile al solo “campo della coscienza”. Tale sensibilità si evidenzia attraverso l’alterazione della citata sequenza binaria casuale; mentre, invece, l’intensità dell’interazione viene calcolata dal computer ed espressa in termini statistico-matematici.

Cos’è l’Effetto Tunnel Quantistico?

Come molti sapranno, il mondo dei quanti (atomico e subatomico) è per sua natura oltremodo controintuitivo, al punto da apparire ai nostri occhi ben più che bizzarro… Ebbene, nella galleria delle “stranezze” che lo connotano compare a pieno titolo anche l’Effetto Tunnel Quantistico. Ecco di cosa si tratta.

Nella meccanica classica un corpo che nel suo cammino incontra un ostacolo non può superarlo se non ha sufficiente energia per farlo. Ad esempio, un proiettile esploso contro una parete, se non ha abbastanza energia, non può finire dall’altra parte. Nel mondo quantistico, invece, le cose non stanno sempre così… Qui, infatti, una particella è caratterizzata da una funzione d’onda, che le conferisce, tra le altre cose, la possibilità di attraversare una barriera anche se energeticamente molto più forte di lei. L’Effetto Tunnel è spiegabile attraverso il principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma l’impossibilità di misurare contemporaneamente e con estrema esattezza le proprietà che definiscono lo stato di una particella elementare. In altri termini, se – per esempio – determinassimo con assoluta precisione la posizione di quest’ultima, avremmo di conseguenza la massima incertezza sulla sua velocità.

Ebbene, nel caso dei REG, in cui l’Effetto Tunnel Quantistico si realizza in speciali diodi e transistor, abbiamo un elettrone confinato in uno spazio così ristretto che l’incertezza sulla sua posizione risulta davvero piccolissima; mentre, al contrario, l’incertezza sulla sua quantità di moto è altissima, cosa che può rendere possibile il superamento della barriera.

Una seconda interpretazione dell’effetto mediante lo stesso principio prende in considerazione l’indeterminazione nella coppia energia-tempo: in una frazione infinitesimale di tempo la fluttuazione energetica dell’elettrone può raggiungere livelli tali da permetterle di superare la barriera filtrante (5). Nei REG, in effetti, succede esattamente questo e a volte gli elettroni posti di fronte ad una barriera (costituita da un filtro) riescono a superarla, ovvero una parte d’onda viene riflessa ed una parte, invece, la supera. Misurando il bassissimo voltaggio prodotto al di là della barriera, quando questo supera una certa soglia, la misurazione produce un 1, mentre, quando non l’oltrepassa, abbiamo uno 0 (zero). Ecco che si ottiene una sequenza binaria del tipo …1011001011000010010111.

Tale processo di digitalizzazione risponde a dinamiche di assoluta casualità, perciò la distribuzione numerica è impossibile da prevedersi o calcolarsi. Ebbene, essendo stati condotti numerosi test che hanno comprovato come tale sistema sia perturbabile solo mediante inferenze psichiche, ecco che quando la sequenza numerica presenta distribuzioni non casuali possiamo sapere che la psiche sta operando sulla materia. Peraltro, rilevando anche interessanti parametri come: durata ed intensità dell’interazione.

Un elettroencefalogramma della terra

La versatilità di uno strumento come il REG ed in particolare la sua specifica sensibilità di rilevamento (relativa alle sole inferenze fenomenologiche coscienziali) ne hanno favorito un molteplice utilizzo in vari ambiti sperimentali. Tra questi è d’obbligo citare, ad esempio, il famoso Progetto Coscienza Globale, sviluppato dal già citato dottor Roger D. Nelson presso il PEAR. Si tratta di uno studio che intende valutare l’esistenza della NOOSFERA, la coscienza collettiva della terra teorizzata dal gesuita, paleontologo e filosofo francese Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955). Il religioso francese sviluppò tale ipotesi rifacendosi agli studi del geochimico e mineralogista russo Vladimir Vernadsky (1863-1945), che prima di lui propose  una teoria in cui ipotizzava l’evoluzione terrestre in 3 fasi: geosfera (materia inanimata) – biosfera (vita biologica) – noosfera (coscienza).

Richiami a questo tipo di concetto sono, ad ogni modo, molto più antichi e si rinvengono, ad esempio, nel testo filosofico Yoga Sutra di Patanjai (III, 23), il Vibhuti Pada. In quest’ultimo, infatti, si fa riferimento ad un campo di forza che sarebbe generato dalla mente.

Ma torniamo al Progetto Coscienza Globale. Esso è stato definito ElectroGaiaGram, perché può essere descritto come una sorta di gigantesco elettroencefalogramma della terra, eseguito con un numero medio di 65-70 elettrodi (REG) sparsi per il globo. Il fine è valutare, una volta individuati eventi a forte impatto emozionale, se questi provocano modificazioni significative nel flusso-dati registrato dai REG.

L’analisi dei dati ottenuti tra il 1998 ed il 2015 ha prodotto un risultato davvero sbalorditivo che evidenzia una indiscutibile correlazione tra ben 500 eventi ad impatto emozionale e quanto registrato dai REG. È stato statisticamente calcolato che i risultati così ottenuti avrebbero una sola probabilità contro 300 miliardi di essere attribuibili al caso.

Uno studio di così lunga durata ha consentito agli esperti di tracciare un quadro abbastanza dettagliato delle dinamiche inferenziali psichiche che modificano il comportamento degli elettroni nei REG. Emerge, ad esempio, che sussiste una diretta proporzionalità tra il numero di persone coinvolte e l’ampiezza degli effetti prodotti sul REG. Questi ultimi, inoltre, non presentano alcuna differenza se sono prodotti da eventi negativi o positivi.

Sembrano, comunque, sortire maggiori effetti i seguenti stati d’animo: eventi intensi, unici, scioccanti, sorprendenti, di considerevole portata ed in generale fortemente emozionali. Ma in assoluto la cosa che più d’ogni altra ha effetto è provare compassione durante eventi negativi. Altri fattori favorenti i mutamenti elettronici sono: l’attivazione della coscienza di massa e l’atteggiamento positivo dello sperimentatore nei confronti della sperimentazione (noto come “Effetto sperimentatore”).

Ciò che risulta particolarmente interessante è anche il fatto che, in presenza di eventi che coinvolgono la coscienza umana su larga scala, i REG sparsi in tutto il mondo rispondono a prescindere dalla loro distanza dal luogo dei fatti. Va notato, però, che gli effetti sui REG presentano anche un naturale ritardo, perché nello spazio mentale di “Gaia” il processo di diffusione dell’informazione richiede in genere 2-3 ore, invece nella coscienza umana richiede solo una frazione di secondo. Un altro dato interessante è costituito dall’osservazione che la capacità umana di produrre effetti sui REG sembra essere più forte quando siamo svegli anziché addormentati. In genere, gli effetti più consistenti sono stati registrati intorno alle 18:00, mentre quelli più bassi intorno alle 3 del mattino. Tali esiti risultano, inoltre, più evidenti negli eventi di breve durata.

Indagini sulla coscienza in Puglia

Dal 2016 è iniziata in Puglia un’indagine finalizzata a valutare l’impatto di differenti stati di coscienza e delle emozioni su uno strumento quantistico come il REG. L’ambizioso progetto, che stima anche la possibile influenza dell’ambiente fisico, è inquadrato nell’ambito delle attività di ricerca di un gruppo di studiosi provenienti dalle più disparate discipline scientifiche, che operano nel Laboratorio PsiConLab che ho personalmente costituito in Puglia nel 2015. La ricerca, che proseguirà ancora per qualche anno, fornisce già interessanti risultati. Questi ultimi, oltre a confermare quanto già osservato in altri studi di questo tipo in tutto il mondo, hanno consentito di raccogliere ulteriori dati valutativi che, alla luce di una metodica differenziale, getteranno ulteriore luce sulla misura in cui differenti stati di coscienza e diverse forme di emozionalità producono specifiche modifiche ai sistemi fisici (ed energetici).

In particolare, grande attenzione è stata riservata agli effetti di differenti tipi di meditazione e dell’intenzione focalizzata (sui sistemi REG). Gli ambiti esperienziali indagati sono i seguenti: incontri di meditazione, manifestazioni religiose, eventi musicali, eventi emozionali.

L’analisi dei dati raccolti mostra che la meditazione favorisce particolari stati di coscienza in grado di provocare, più incisivamente che non quello ordinario, cambiamenti nella realtà che ci circonda, al pari (o a volte con intensità superiore) di quelli indotti dalle emozioni. Inoltre, la meditazione eseguita in gruppo consente, nel tempo, di ottenere la cosiddetta “coerenza di gruppo”, cioè la spontanea sincronizzazione delle menti operanti in una stessa direzione, cosa che ne aumenta la capacità d’interazione sul mondo.

Infine, si è visto che la tecnica della focalizzazione in ambito meditativo costituisce un potente strumento di veicolazione delle “energie” ed opera attraverso: intenzione ed attenzione. Com’è intuibile, tale tecnica, se ben sviluppata, potrebbe avere ricadute interessanti anche in termini di inferenza sui sistemi biologici… Anzi, uno studio del 2004 ha evidenziato come proprio durante l’applicazione di un metodo di guarigione spirituale giapponese, denominato Johrei, gli studiosi, oltre a rilevare notevoli ricadute in termini biologici, hanno anche appurato il prodursi di un campo di inferenza psichica che interagiva coi REG.

Ma ecco più in dettaglio di cosa si tratta. Dean Radin ed altri due studiosi hanno testato la capacità dello Johrei di influenzare positivamente la crescita di neuroni umani in coltura (appositamente adottato per evitare il noto “effetto placebo”). Al contempo, mediante l’uso di ben tre REG, tutti contemporaneamente attivi, si sono valutate le possibili ricadute sull’ambiente fisico circostante le colture cellulari. La procedura di verifica prevedeva la comparazione di gruppi di cellule trattate con gruppi di cellule non trattate.

Ebbene, la differenza dei risultati in termini di crescita cellulare tra il gruppo di cellule trattate e il gruppo di controllo è stata molto elevata. Parimenti interessante è risultato, poi, il dato che solo durante il trattamento i 3 REG hanno registrato all’unisono (cosa fondamentale) dei picchi, indicando che l’intento guaritore e focalizzato produce cambiamenti anche nell’ambiente fisico circostante (6).

Tornando alla nostra indagine, i tipi di eventi che hanno prodotto maggiori effetti sul REG sono stati, nell’ordine: quelli meditativi, i musicali (sia strumentali che canori, purché emozionali), poi quelli religiosi, quindi quelli coinvolgenti (ad es. un discorso emozionale) ed infine la focalizzazione dell’attenzione su uno specifico obiettivo fisico (il REG) indotta con comandi verbali.

Lo studio, che ha visto la partecipazione del fisico Rino d’Agostino, tiene conto anche della possibile influenza indotta dai fattori ambientali, come – ad esempio – il campo geomagnetico. Su quest’ultimo, peraltro, esiste in ambito parapsicologico una discreta letteratura, la cui valenza è, però, ancora tutta sub iudice

Un documentario italo-britannico

La straordinarietà dei fatti indagati in Puglia ha attratto l’attenzione di un giovane regista e produttore italiano, Stefano Petroni, che ha studiato TV productions in Inghilterra, perfezionandosi presso la New York Film Academy. Così, assieme al produttore inglese Samuel Burton, il regista italiano ha deciso di documentare le ricerche dello PsiConLab e di produrre un cortometraggio intitolato Invisible Science. Si tratta di un documentario che parte con un breve “drama” (fiction) dalle finalità esplicative, per poi passare alla divulgazione scientifica su cosa sono e come funzionano i REG, specie nel loro utilizzo col Progetto Coscienza Globale. Segue poi un collegamento video con gli USA per l’intervista al famoso (e già citato) psicologo e parapsicologo dott. Roger D. Nelson.

Si passa poi alle immagini girate in Puglia nel corso degli esperimenti dello PsiConLab ed alla mia intervista in studio. L’esperienza è stata, specie sotto il profilo divulgativo, certamente positiva, contribuendo, inoltre, a diffondere negli ambienti di matrice culturale anglosassone quanto avviene oggi in taluni ambiti della ricerca parapsicologica qui in Italia.

Note.

1 M. Teodorani, Cronovisore. Sogni del futuro o esperimenti reali?, Macro Edizioni, Cesena 2006.

2 E. Laszlo, La scienza e il campo akashico, Urra, Lavis (TN) 2010.

3 La metanalisi è un potente strumento statistico-matematico per l’analisi dei risultati ottenuti in più studi condotti su uno stesso argomento.

4 Radin D. I. & Nelson R. D., “Evidence for consciousness-related anomalies in random physical systems”, Foundations of Physics, 19 (12), 1989, pp. 1499-514.

5 http://www.scienzenoetiche.it/synthesis/fisica_quantistica/10_effetto_tunnel.php

6 Radin D. I., Taft, R. & Yount, G., “Possible effects of healing intention on cell cultures and truly random events”, Journal of Alternative and Complementary Medicine 10, 2004, pp. 103-112.

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- Dal 1971 Il Giornale dei Misteri si occupa di parapsicologia: dalle prime sperimentazioni all'attualità, nei vari aspetti della sua vasta fenomenologia. Nomi noti della Scienza se ne occuparono fin dalla fine dell’Ottocento, applicando tutte le conoscenze acquisite nel loro percorso di ricerca: medici, fisici, psicoanalisti, psicologi, psichiatri, filosofi, docenti universitari ed anche Premi Nobel si interessarono a questo particolare settore, tra difficoltà e pregiudizi che ancora oggi persistono. Fenomeni di pre-morte, telepatia, chiaroveggenza, bilocazione, psicobolia, telecinesi, pirobazia, psicofonia, xenoglossia, esperienze fuori dal corpo, poltergeist, ipnosi, sincronicità, alchimia, esoterismo. Messaggi delle Guide, ricerca spirituale, karma e reincarnazione, la scuola ermetica, scoperte della Fisica, misteri dell’universo, enigmi della storia, science-fiction, presenze aliene, guaritori, simbolismo, curiosità della Natura ed altro ancora. Gli autori del GdM sono professionisti e ricercatori specializzati in varie discipline: psicologia, fisica, geologia, filosofia, teologia, antropologia, molti dei quali membri di prestigiose Istituzioni nazionali ed internazionali e autori di numerose pubblicazioni. L’approccio alla delicata e affascinante materia è cauto e rigoroso: spesso i fenomeni descritti suscitano, però, grandi emozioni. Molti degli scritti pubblicati sul GdM traggono spunto sia da fatti registrati nella ricchissima casistica del secolo appena trascorso, sia dagli innumerevoli fenomeni contemporanei anche vissuti e raccontati dai nostri lettori. Ne risulta, quindi, un panorama ampio e realistico di tutti quegli “eventi”, spesso inspiegabili, ma realmente verificatisi.

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