Yoga accessibile a tutti: i 12 asana del Saluto al Sole da praticare seduti
Yoga a Raggi Liberi di Patrizia Saccà è un libro che rende Il Saluto al Sole accessibile a tutti, a più livelli, compreso quello linguistico. Lo rende cioè comprensibile e fa dialogare l’unificazione propria dello yoga con l’accoglienza delle diversità.
Riporto qui di seguito alcune riflessioni dal mio intervento al Circolo dei lettori durante la presentazione del libro il 21 settembre 2018 in cui era presente tutto il Team di YRL con la partecipazione straordinaria della Testimonial Allegra Magenta, giovane atleta paralimpica di scherma e tennis tavolo che ha condiviso la sua esperienza e i benefici della pratica di Yoga a Raggi Liberi.
Personalmente, rispondendo alla chiamata dell’incontro con Patrizia di cui ho raccontato anche sul Blog (puoi leggere qui: “Surya Namaskar da seduti, storia di un amore senza confini”), ho avuto il piacere ancorché l’onore di dare struttura e forma a una sostanza impeccabile (l’idea e gli scritti di Patrizia) che non aspettava altro le fosse data voce.
Questo libro a me piace chiamarlo un “manuale di yoga che si legge come un libro di poesie“.
Il manuale è dedicato esplicitamente ai 12 asana del Surya Namaskar di cui Patrizia, atleta paralimpica e insegnante di yoga, spiega le varianti da praticare seduti.
Il timbro dominante è essenzialmente poetico, non solo perché si sono prese in prestito citazioni e frasi ispiranti di grandi maestri, saggi, poeti e mistici, ma anche per la sua essenza di fondo, molto concreta e trasformativa e, dunque, “poietica” nel vero senso della parola. Poiesis vuol dire fare, pro-creare. E una procreazione non è mai una ripetizione, è qualcosa di sempre nuovo, mai fatto prima, mai detto prima.
Per stare in compagnia di questo daimon poetico fino in fondo bisogna leggere tutto il libro fino alla fine, compiere il viaggio sino all’ultima pagina, perché di un vero e proprio viaggio si tratta, un cammino che fa dialogare l’unificazione propria dello yoga con l’accoglienza delle diversità.
Un viaggio che passa anche attraverso il linguaggio dal momento che le parole ci vestono, ci guidano, ci indicano strade che possono essere vicoli ciechi o scorciatoie, muri o finestre.
Leggere vuol dire anche ascoltare e ascoltare vuol dire sapere ritornare all’origine delle parole che troppo spesso nella vita di tutti i giorni adottiamo per lo più inconsapevolmente, siamo abituati ad abitare vocabolari di cui abbiamo perduto il senso. Personalmente, sono un’appassionata dell’etimologia. Nel significato originale c’è tutta la carica vitale della parola nuda, ancora non cementificata in automatismi verbali indotti anche dalle epistemologie dominanti.
Penso, ad esempio, all’intima bellezza di parole quali “entusiasmo” (dal greco en-theos “avere il dio dentro”) o “religione” (re-ligere, ri-unificare).
Le parole sono forze viventi, hanno una matrice simbolica come tutta la realtà d’altronde, di cui spesso non siamo altro che interpreti maldestri.
Cambiamenti di prospettiva passano attraverso cambiamenti di linguaggi.
In questo libro nessun vocabolo, dalla prima all’ultima pagina, è stato scelto a caso. E non per un eccesso di zelo estetico fine a se stesso.
Le trasformazioni sono cambiamenti di visioni e di scelte linguistiche performative della realtà ancora più urgenti quando si affrontano temi legati alla “diversità”.
La poesia intesa qui come Visione e non come semplice versificazione, ha una forza motrice eccezionale. Lo stesso Yoga è uno dei Darshana della tradizione indiana. Darshana spesso viene tradotto come “scuola filosofica” ma la radice del suo termine sanscrito è la stessa di “Visione”. Darshana vuol dire proprio Visione. La sua espressione più spontanea è poi quella di un linguaggio poetico, melodioso, intuitivo, analogico, non troppo didascalico e prosaico. Che accenna e non si sofferma, perché lascia aperte possibilità.
Poesia è la voce più simile al silenzio, che è il luogo più originale da cui ogni voce proviene, da cui la visione si schiude, la radura luminosa in cui può farsi spazio un dire più autentico e, dunque, libero. Il Dire Originario tanto caro a Heidegger!
Ecco perché questo libro è davvero originale, perché si lascia guidare dall’ascolto della parola nuda, essenziale. Perché è un’Opera multisensoriale che comprende i dipinti dell’artista Veronique Torgue, il logo disegnato dal designer Federico Solito, le foto della fotografa Maren Ollmann, i versi di Cecilia Martino (mi autocito!), il video promo di Edmondo Perrone, l’indispensabile contributo dell’impaginazione di Raimondo Rosa e, naturalmente, la maestria di Patrizia Saccà che di tutto questo ne ha fatto progetto concreto: nel giro di 3 mesi (il libro è uscito a Maggio) lo ha portato nelle Unità Spinali, alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna, alle settimane multi-sport di Freewhite a Sestriere, nelle scuole ai bambini, e molto altro.
Guarda alla fine dell’articolo la locandina dei Corsi di Yoga a Raggi Liberi che inizieranno ad Ottobre presso l’Istituto ITADO di Torino
Yoga a Raggi Liberi rende accessibile lo yoga a più livelli, in senso pratico e anche in senso linguistico, lo rende cioè comprensibile a tutti, neofiti e veterani di questa disciplina. La lettura scorrevole incoraggia l’adesione alla pratica perché semplicità non fa rima con semplicismo ma con profondità.
Per concludere, prendo in prestito parole di una voce senz’altro più autorevole della mia, quelle della poetessa Chandra Livia Candiani che, in riferimento al linguaggio poetico, così si esprime:
“bisogna lavorare come minatori al capezzale delle parole”
Ecco, il lavoro che io e Patrizia abbiamo fatto su questo libro è stato proprio questo, un cesello, un filtrare con cura l’oro delle parole affinché ne rimanesse la luce.
La luce che illumina e non quella che abbaglia.
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Il libro è acquistabile online, tutte le informazioni qui
Guarda la video-intervista a Patrizia Saccà con dimostrazione Yoga a Raggi Liberi a La Stampa
CORSI DI YOGA A RAGGI LIBERI CON PATRIZIA SACCA’
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