Citazioni per il Pianeta Terra da Oriente e Occidente
Sono passati più di quarant’anni dalla pubblicazione de Il Tao della Fisica, notissimo libro di Fritjof Capra, in cui si descrivevano le notevoli correlazioni fra la fisica quantistica e le concezioni di molte filosofie orientali. Dopo qualche anno veniva pubblicato Il punto di svolta, dello stesso Autore, in cui si delineava con chiarezza un possibile passaggio dal paradigma chiamato cartesiano-newtoniano, in cui sono state inquadrate finora le conoscenze scientifiche, ad un nuovo paradigma battezzato sistemico-olistico, basato in gran parte sulla visione del mondo dello scienziato-antropologo-filosofo inglese Gregory Bateson.
In questo articolo voglio riportarvi qualche citazione dai due libri e da libri di altri importanti autori: citazioni dedicate al PIaneta Terra, citazioni che devono fare riflettere.
Spero che vi possano ispirare alla riflessione. Possono anche essere dei consigli di lettura, in quanto i libri degli autori citati sono tutti disponibili all’acquisto.
Citazioni per il Pianeta Terra
“Non sono sicuro che l’individualità che noi sentiamo come persona, come individuo, sia reale, che essa non sia un’illusione. E’ in ogni caso un’idea diffusa in Oriente, presso i maestri delle Upanishad, che si tratti di un’illusione, che noi non siamo realmente individui spirituali, ma “parte” di una stessa Entità”. Erwin Schroedinger – La mia visione del mondo, Garzanti, 1987
“La mentalità cinese antica contempla l’Universo in maniera paragonabile a quella del fisico moderno, il quale non può negare che il suo modello dell’Universo è una struttura decisamente psicofisica”. Carl Gustav Jung – Prefazione all’I King
“In contrasto con la concezione meccanicistica cartesiana del mondo, la visione del mondo che emerge dalla fisica moderna può essere caratterizzata con parole come organica, olistica ed ecologica. Essa potrebbe essere designata anche come una visione sistemica, nel senso della teoria generale dei sistemi. L’universo non è visto più come una macchina composta da una moltitudine di oggetti, ma deve essere raffigurato come un tutto indivisibile, dinamico, le cui parti sono essenzialmente interconnesse e possono essere intese solo come strutture di un processo cosmico”. Fritjof Capra – Il punto di svolta – Ed. Feltrinelli, 1984
“Maestro, la legge del karma ammette eccezioni?” Rispose l’Illuminato: “La legge del karma è inesorabile: Qualunque cosa tu faccia, dovunque tu vada, nelle profondità del mare o nei crepacci delle montagne, non puoi sfuggire alla conseguenza delle tue azioni”. Siddharta Gautama, detto il Buddha
“La biodiversità e la meravigliosa bellezza biologica giocano in favore di un disegno metafisico nell’evoluzione della vita. Lungi dall’essere in linea con l’ideologia del creazionismo, il riconoscimento di un disegno metafisico in natura è in linea con il punto di vista dell’evoluzione, ma non con la sua deriva determinista, o meglio, in linea con il punto di vista di una “evoluzione senza fondamenti” nella quale libero arbitrio, scelte e caso giocano un intergioco complesso e meraviglioso”. Enzo Tiezzi-Verso una fisica evolutiva – Ed. Donzelli, 2006
“Secondo Bateson la mente è una conseguenza necessaria e inevitabile di una certa complessità, la quale ha inizio molto tempo prima che degli organismi viventi sviluppino un cervello e un sistema nervoso superiore. Egli sottolineò anche che caratteristiche mentali sono manifeste non solo in singoli organismi, ma anche in sistemi sociali e in ecosistemi, che la mente è immanente non solo nel corpo ma anche nelle vie e nei messaggi fuori dal corpo. Una mente senza un sistema nervoso? La mente si manifesterebbe in tutti i sistemi che soddisfano certi criteri? La mente sarebbe immanente in vie e messaggi fuori dal corpo? Queste idee erano così nuove per me che, a tutta prima, non riuscii a dar loro un senso. La nozione di mente di Bateson non sembrava aver nulla a che fare con le cose da me associate alla parola “mente”. Fritjof Capra – Verso una nuova saggezza – Feltrinelli, 1988
“I fiumi, o caro, scorrono gli orientali verso oriente, gli occidentali verso occidente. Venuti dall’Oceano celeste, essi nell’Oceano tornano e diventano una cosa sola con l’Oceano. Come là giunti non si rammentano di essere questo o quest’altro fiume, proprio così, o caro, i viventi, che sono usciti dall’Essere, non sanno di provenire dall’Essere. Qualunque cosa siano qui sulla Terra – uomo, tigre, leone, lupo, cinghiale, verme, farfalla – essi continuano la loro esistenza come Tat (39). Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l’Universo è costituito di essa, essa è la vera realtà, essa è l’Atman. Essa sei tu, o Svetaketu.” Chandogya Upanishad, 10° khanda
“Credo che vi sia un’Intelligenza nell’Universo. Badi, ho detto nell’Universo. L’idea giudaico-cristiana è quella di un Dio che, dal di fuori, fabbrica l’Universo come si fabbrica un oggetto in uno stabilimento. E’ un’idea che non mi attira. Io penso che l’Intelligenza sia nell’Universo. Che sia l’Universo”. Fred Hoyle
“Questa sostanza immateriale e priva di forma contiene funzioni innumerevoli come le sabbie del Gange, funzioni che corrispondono infallibilmente alle circostanze, cosicché è descritta come non-vuota”. L’insegnamento Zen di Hui Hai – Ed. Ubaldini, 1977
“O Sariputra, la forma è vacuità e la vacuità è forma. La vacuità non differisce dalla forma, la forma non differisce dalla vacuità. Qualunque cosa sia forma, quella è vacuità; qualunque cosa sia vacuità, quella è forma”. Prajnaparamita Hrdaya (Sutra del Cuore)
Oggi c’è una concordanza di vedute molto vasta – che tra i fisici raggiunge quasi l’unanimità – sul fatto che la corrente delle conoscenze si sta dirigendo verso una realtà non meccanica: l’Universo comincia ad assomigliare ad un grande Pensiero piuttosto che ad una grande macchina. James Jeans – I nuovi orizzonti della scienza – Ed. Sansoni
“Il problema è la visione del mondo meccanicistica che, malgrado tutto, risulta purtroppo ancora imperante. Dalla nuova Fisica non emerge una visione del mondo come costituito da oggetti separati che interagiscono urtandosi più o meno forte, ma una visione del mondo, invece, che scopre come grazie alla “sintonia” e all’interrelazione, alla cooperazione, si possano “evocare”, quasi magicamente, correlazioni inusitate, potenzialità finora inimmaginabili”. Roberto Germano – Fusione fredda – Ed. Bibliopolis, 2000
Da antichi testi indiani: “Ogni anima va rispettata e per anima si intende ogni ordine, ogni vitalità che la sostanza possa assumere: il vento è un’anima che si imprime nell’aria, il fiume un’anima che prende l’acqua, la fiaccola un’anima nel fuoco, tutto questo non si deve turbare”. In uno dei sutra si loda chi non reca male al vento perché mostra di conoscere il dolore delle cose viventi e si aggiunge che far danno alla terra è come colpire e mutilare un vivente.
Nel buddhismo è decisamente basilare la dottrina anatta, secondo la quale non vi è alcuna anima o sé individuale e permanente. A mio modo di vedere, essa non esclude un qualcosa di impermanente e in costante mutamento che potrebbe corrispondere a un concetto occidentale di anima a livello collettivo: un’empatia collettivamente condivisa con gli altri esseri senzienti ovunque essi siano e in tutti gli spazi. Ciò che viene messo fuori gioco è la forte enfasi che l’Occidente pone sull’individualismo, e sul sé individuale come qualcosa di unico, specifico e separato, garanzia di “vita eterna”, cioè di permanenza. La dottrina anatta sicuramente non esclude un sentimento di unità transpersonale con tutti gli umani e con gli altri esseri senzienti ovunque si trovino, attraverso ogni tipo di confini (di età, genere e razza, nazione e classe) e con la natura, e non necessariamente solo con la biosfera, né soltanto con gli animali.
……Il principio anatta esclude i confini, opponendosi alla frammentazione e unendo gli individui che altrimenti possono essere contrapposti gli uni agli altri in una lotta competitiva per l’attenzione e la grazia di un Dio trascendente che ogni individuo vede a suo modo; lotta che viene trasferita su questioni molto più secolari – come il nazionalismo, il capitalismo, il socialismo – se/quando Dio comincia a svanire. Un fenomeno, questo, fin troppo ben conosciuto nel mondo “cristiano”. I comuni cristiani e altri teisti cercano l’unione a livello superiore, cioè con Dio; i buddhisti cercano di svelare una unità che è già qui con gli altri, nello spazio e nel tempo. La tradizione giudaico-cristiana può dividere. Il buddhismo, per via del principio anatta, può soltanto unire.
…. La generale tendenza occidentale è di vedere le relazioni in modo competitivo, nella forma “io vinco, tu perdi”, o viceversa. Nel Buddhismo c’è una forte enfasi sulla possibilità di crescere insieme, ed anche di declinare insieme, per via dei legami di ogni individuo con l’altro. Ciò che importa è la rete degli individui, più che gli individui stessi; la relazione, più che gli elementi collegati; l’intreccio, più che i nodi.
Johan Galtung – Buddhismo. Una via per la pace – Ed. Gruppo Abele, 1994
L’esistenza delle esperienze transpersonali viola alcuni dei presupposti e principi più basilari della scienza meccanicistica. Esse implicano concetti apparentemente assurdi, quali la natura arbitraria e relativa di tutte le barriere fisiche, le connessioni dell’universo di natura non spaziale, la comunicazione tramite mezzi e canali ignoti, la memoria senza substrato materiale, la non linearità del tempo, o la coscienza associata a tutte le forme di vita (compresi gli organismi unicellulari e le piante) e persino alla materia inorganica”. Stanislav Grof – Oltre il cervello – Ed. Cittadella, Assisi, 1988
“L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile, senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”. Hubert Reeves (Astrofisico canadese)
Conclusioni
La scienza ufficiale ha accettato la relatività ma non ha ancora assimilato completamente la fisica quantistica: lo stesso Einstein l’ha sempre rifiutata.
Non si vuole ammettere che anche le leggi fisiche possano essere variabili e gli eventi non totalmente prevedibili. Inoltre si vuole continuare a credere che esista una realtà indipendente e oggettiva che è lì da sempre in attesa di essere finalmente “scoperta”. Questo è il paradigma cartesiano-newtoniano, che è stato falsificato.
Certamente possono esserci posizioni intermedie fra i dualismi dell’Occidente, le sue opposizioni irriducibili (mente-materia, Dio-mondo, umanità-animalità, esistenza-non esistenza, vuoto-pieno, ecc.). Inoltre, l’ipotesi che le leggi fisiche e le cosiddette costanti universali (velocità della luce, costante di gravitazione, costante di Planck, ecc.) restino invariate per sempre, è una semplice ipotesi non dimostrabile. Dovremmo lasciar variare anche loro, come tutto il fluire del mondo.
© 2018, Guido Dalla Casa. All rights reserved.