Alimentazione: etica, consapevole o solo bisogno di creare altro bisogno?
L’alimentazione oggigiorno ha acquisito un’importanza fondamentale per l’essere umano vista anche la diffusa attenzione intorno all’argomento. Nell’epoca della comunicazione, soprattutto tecnologica grazie al massiccio utilizzo di computer e di strumenti mediatici, ovunque si parla di cibo e diete di vario genere, spesso in relazione a malattie per le quali l’alimentazione riveste un ruolo basilare. Per questo motivo vengono studiate e proposte strategie dietetiche basate su alimenti specifici associate ad integratori alimentari, mirate a ridurre al minimo i rischi derivanti dall’assunzione di certi alimenti in quantità eccessive per il tipo di attività svolta dal soggetto piuttosto che per le sue caratteristiche fisiche e metaboliche.
Vengono proposte numerose trasmissioni televisive e rubriche sui vari mass media per diffondere su larga scala la conoscenza della cucina, al fine di crearne una cultura che coniughi il buon gusto e la qualità dei prodotti con l’uso corretto dei principi alimentari. Blogger specializzati nelle ricette culinarie, chef ed esperti in materia occupano oramai stabilmente larghi spazi nei palinsesti televisivi come se l’alimentazione fosse diventata di colpo il fattore più importante di un corretto stile di vita, oltre che diffondere una cultura alternativa legata al territorio e all’uso dei suoi prodotti.
Probabilmente tutta questa attenzione verso il cibo serve a far si che i sensi fisici siano sempre stimolati al desiderio di mangiare, con il fine di farlo diventare un vero e proprio bisogno oltre che un piacere irrinunciabile della vita.
In realtà questa pseudo-cultura tende spesso a divenire una moda che tiene conto esclusivamente di fattori generici che influiscono si su una più corretta alimentazione, ma non vanno quasi mai ad approfondire né l’importanza di temi legati al valore energetico e simbolico di specifici alimenti né della potenzialità di interazione con le varie componenti umane.
Per questo motivo, il cibo sta diventando quasi un ossessione per le persone che vogliono apparire più in forma ed in salute fisica. Dunque si ha l’impressione che l’alimentazione sia per lo più un ottimo pretesto per soddisfare bisogni legati all’estetica dell’essere umano, avendo come obiettivo principale esclusivamente quello riguardante il contenitore biologico piuttosto che le sue componenti più meramente psichiche o spirituali.
Molte culture anche antiche ci hanno insegnato che il cibo, e quindi una specifica alimentazione, può essere utilizzato per favorire la guarigione non soltanto fisica ma anche spirituale. Molto profondo diviene inoltre il rapporto tra cibo e religione laddove questi assumono un carattere di sacralità poiché legato alle sue pratiche (spirituali), oltre al significato simbolico che riveste, resa importante anche grazie ad un’espressione, diventata celebre, del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach “l’uomo è ciò che mangia”, secondo cui esiste un’unità inscindibile fra anima e corpo.
Alcune culture antiche delegavano un’importanza determinante al ruolo che il cibo riveste nelle pratiche e nei rituali; infatti l’alimentazione veniva spesso utilizzata come via di perfezione e di salvezza spirituale attraverso forme e pratiche particolari come digiuni, astinenze, vegetarianismo.
Oggigiorno, grazie al diffondersi di una pseudo cultura new age, alternativa a quella più diffusa e di tipo materialista, l’alimentazione ha assunto un valore anche etico in relazione all’ambiente in cui l’uomo vive ed in rapporto agli altri esseri viventi che lo abitano. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato per esempio che la maggior parte dell’inquinamento ambientale è prodotto non dai fumi e dalle sostanze inquinanti sia sulla terra che nell’aria, ma da quelli derivanti dall’uso intensivo e dallo sfruttamento del suolo per gli animali da macello e dai residui organici che questi rilasciano.
Questi studi hanno sensibilizzato molte coscienze dando una spinta notevole al diffondersi di un’alimentazione etica di tipo vegetale che tenga conto sia della vita degli animali, con i quali l’uomo interagisce, che del rispetto dell’ambiente in cui vive; allo stesso tempo che coniughi meglio anche la qualità degli alimenti che assume in relazione ad una responsabilità della propria salute fisica.
Ma anche le diete vegetariane spesso sono semplicemente delle mode dettate più dal bisogno di apparire “migliori” in termini etici o anche perché legate a pratiche che sensibilizzano di più l’essere umano verso una riflessione di tipo spirituale. L’appartenenza ad un gruppo che svolge pratiche meditative o comunque volte ad una evoluzione spirituale spesso spinge i partecipanti a conformarsi alle consuetudini del gruppo ed ai principi di quella disciplina.
In realtà un’alimentazione veramente consapevole dovrebbe tendere maggiormente al veganesimo, se proprio si volessero realmente rispettare tutti i principi etici.
In ogni caso l’alimentazione non può e non dovrebbe diventare un simbolo o un valore, in quanto rappresenta solamente un mezzo per raggiungere una maggiore consapevolezza di se stessi e delle propria natura. Infatti il corpo fisico non ha bisogno di tanto nutrimento proveniente dall’esterno, così come dimostrato da alcune pratiche che permettono di vivere nutrendosi esclusivamente della luce e di prana attraverso particolari forme di respirazione. Questo a dimostrazione di come le cellule dell’organismo sono in grado di ricaricarsi e rigenerarsi anche senza metabolizzare cibo.
Si sa che la carne e tutti i cibi a derivazione animale contengono molte tossine che li rendono poco digeribili o tossici; ma non si può dimenticare che nella carne sono registrate memorie energetiche legate ai trattamenti subiti dagli animali durante la fase dell’uccisione. Tutte queste memorie vengono in parte assorbite attraverso l’atto del mangiare.
La luce, per le sue caratteristiche spirituali, é solo emanazione della Coscienza Una e per questo può soddisfare appieno tutti i bisogni di nutrimento ed i principi etici e spirituali.
Quando frequentavo i monasteri buddhisti e praticavo lunghi ritiri, eravamo soliti assumere un solo pasto al giorno. Così quando la mente era calma ed in pace non stimolava i sensi fisici e quindi non veniva avvertito il bisogno di assumere cibo, eppure le forze non venivano meno.
Questo sta a dimostrare come tutte le teorie su cui si creano diete, basate sulle quantità e combinazioni degli alimenti, sono valide solo in minima parte.
Ma é sempre la mente che in qualche modo ed attraverso i sensi crea il bisogno di alimentarsi e questo perché la mente é strettamente legata alla materialità, dove il corpo fisico la rappresenta.
Nella materialità dunque un corpo fisico che non si alimenta in modo appropriato non può vivere, poiché la materialità soggiace alle leggi della provvisorietà, della limitatezza e della perdita.
Quando ci identificheremo con la nostra Coscienza Una allora non avremo più bisogno di nutrirci di cibi materiali e potremmo vivere felicemente.
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