Si è svolta sabato 30 e domenica 31 marzo a Torino la più grande fiera vegan in Europa. Ci siamo stati e vi diciamo cosa abbiamo trovato!
Torino è stata scelta come location in quanto città più vegana d’Italia in relazione al numero di abitanti. Allestita presso il Palavela, ha coinvolto 39 espositori tra cibo, abbigliamento, cosmetici, servizi e progetti a 360 gradi, tra cui dibattiti, conferenze e stage con in prima linea cooking shows.
Mi piace iniziare il mio resoconto su quanto ho personalmente testato in fiera, ricordando l’origine della parola Vegan che ha una radice sanscrita il cui etimo vuol dire “vitale, vivo” e non “vegetale” come solitamente si è propensi a credere collegando così l’alimentazione vegana a “chi mangia solo verdure”. L’origine dell’etimologia indica che vegan va ben oltre una scelta puramente alimentare, rientrando piuttosto in uno stile di vita. E la parola chiave al cuore dell’etimo è proprio questa: vita.
Vitale, vivo, pro-biotico. Pro-vita.
Andare verso la Salute prendendosi cura di ciò che favorisce una maggiore armonia, in termini non solo personalistici ma globali. In quanto organismo vivente a cui siamo intimamente e sostanzialmente connessi, la Terra rispecchia il nostro operato. Che sia una questione di coscienza il punto focale su cui fa leva nemmeno troppo velatamente l’eventuale reale “progresso” dell’umanità non dovrebbe essere ormai un mistero. Il sentimento di separazione che scaturisce dall’ego che formula le sue richieste in base agli appagamenti del momento, non procede in armonia con il senso di unità che invoglia a scelte più consapevoli per un benessere a lungo termine e a larga scala. La lungimiranza non piace ai bisogni mordi e fuggi del consumatore bisognoso e frettoloso.
Guardare lontano, e andare oltre. Un passo verso qualcosa di impensato è sempre possibile.
E, a proposito di vista, durante i giorni della Fiera ho avuto modo di conoscere l’opportunità offerta dai “bio-occhiali“. Si chiamano così non perché sono biologici, ma perché restituiscono all’occhio il suo movimento vitale – ci spiega Paolo Serena, la cui ricerca nasce come educazione visiva basata sul Metodo Bates. Essendo io miope operata con il laser più di 15 anni fa, e lavorando 8 ore al computer, trovo interessante la spiegazione di Paolo e mi soffermo sul suo stand. I bio-occhiali fungono da attivatori oculari plurifunzionali che sostengono il naturale processo di recupero per qualsiasi difetto visivo. L’impercettibile ma continuo movimento degli occhi sollecitato dai fori sulle lenti, fa sì che sia possibile vedere i particolari e aumentare l’acuità visiva. Per questo, ci tiene a sottolineare Paolo, non sono dei semplici occhiali a fori stenopeici che si trovano già da vent’anni in commercio, ma dei veri e propri “attivatori oculari“.
Per ora io li sto utilizzando come defaticanti per la mia iper-esposizione da schermo e devo dire che li trovo davvero utili! Bastano 15 minuti al giorno.
Ma dal punto di vista olistico, quello che sto mettendo in moto è molto, molto di più.
Per approfondire, consultate il sito
www.vistaserena.it.
Altra piacevole sosta, allo stand dove ho assaggiato – e poi anche acquistato – il canafè (www.canafe.it). E’ una tra le proposte dell’Azienda Agricola Landini di Fiorenzuola d’Arda, provincia di Piacenza (www.aziendaagricolalandini.it). Ne ho apprezzato l’aroma immediato e inconfondibile del caffè e il retrogusto di canapa che arriva dopo; la quantità di caffeina è ridotta al minimo, il resto è tutto semi di canapa, il che vuol dire anche Omega-3, antiossidanti, apporto proteico, notevoli quantità di vitamine e fibre. E’ disponibile nelle versioni Moka, Espresso, Americano e Capsule.
Sotto le mie mire sono finiti anche i simpaticissimi amici di Salse Veg (www.salseveg.it), un prodotto interamente italiano (molta rappresentanza straniera in fiera essendo di taglio internazionale) a base di germe di grano, altro Superfood da conoscere, alimento antiossidante ed energetico con vitamina E- D- A. La carrellata di queste salsine, ideali per condire paste ma anche bruschette e crostini, comprende sapori più etnici come la Venere (con curcuma e curry) e Vulcano (con peperoncino e canapa), o più mediterranei come la Siracusa con origano, oppure la Chicchi con erba cipollina, e poi Rosemary con canapa e rosmarino e la Happy con canapa e limone. La mia scelta è ricaduta su Chicchi e Siracusa. Una nota per chi ha problemi con il lievito, queste salse contengono lievito nutrizionale secco in fiocchi.
Nello stand
D’Angelo Organic Pasta che – a dispetto del nome – è di marchio tedesco, m’imbatto in una quantità e varietà di cappelletti e tortellini bio da far gongolare tutti gli amanti del carboidrato come me! Il mio bottino tuttavia si limita a un pacco di cappelletti ripieni con zucca e mela (
www.dangelo-pasta.de)
Sorprendente la creatività e la qualità di gusto dei NonFormaggi di Luciente, l’alternativa artiginale vegan al formaggio, senza glutine, lattosio, colesterolo, caseina, a grassi saturi ridotti, freschi o stagionati, a base 100% vegetale cruelty free (www.formaggivegani.it). Il mio preferito, tra gli assaggi, è stato quello a base di miglio, e quello a base di canapa con un retrogusto affumicato ideale da sciogliere per un ripieno di piadina da leccarsi i baffi.
Le mie pause gastronomiche sono state monopolizzate dal “bancone del kebab” (
Makam Bio Vegan Kost) con il suo bel logo del derviscio danzante, dove mi sono deliziata per due giorni di seguito nell’arrotolato kebab di seitan con tutti gli accompagnamenti del caso: salsine, insalate e un mare di cipolla. Senza dimenticare il passaggio dall’Indiano Gandhi (
www.gandhitorino.it) per le immancabili samosa da passeggio!
Tra gli altri espositori, Grezzo, Il Pirata della Piada, Vegan Shoes Italy, Animalisti italiani, Fattoria della Mandorla, Greenpeace Onlus e molti altri.
Per ulteriori informazioni
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Instagram @officalveegieworld
Se ci domandassimo come il mondo abbia cominciato a esistere, a essere, il Buddha ci risponderebbe in termini molto semplici: “Questo è, poiché quello è. Questo non è, poiché quello non è.” Poiché c’è il sole, c’è il foglio di carta. Se esiste l’albero, esiste il foglio di carta. Non si può essere in virtù di se stessi soltanto: si deve inter-essere con ogni altra cosa nel cosmo. Questa è la natura dell’inter-essere. Non penso che la parola inter-essere sia contenuta nel vocabolario ma credo che presto vi verrà accolta, perché ci aiuta a vedere la vera natura delle cose, la natura dell’inter-essere.
(Thich Nhat Hanh )
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