San Francesco e la sua anima compagna Santa Chiara (prima parte)
“Di te ha detto il mio cuore: CERCATE IL SUO VOLTO. Il Tuo volto, Signore, io cerco.” (Salmi 27,8)
Fin dalla mia giovinezza ho subito il fascino dei Mistici.
Con Francesco si è trattato di una sorta di ‘innamoramento’ che mi ha condotta, una quindicina di anni fa, a volerlo conoscere più da vicino e cosa di meglio potevo fare se non iscrivermi alla ‘Scuola di Spiritualità Francescana’?
Un percorso triennale che mi ha accompagnata di stupore in meraviglia, facendomi conoscere ed assaporare i 3 livelli di Francesco: l’uomo, il frate, il Santo.
Se penso alla mia idea di S. Francesco prima della Scuola era come pretendere di conoscere una persona attraverso una sua fotografia, senza mai incontrarla veramente, fisicamente. In quei 3 anni S. Francesco è diventato sempre più affascinante, misterioso, amato…
Man mano che approfondivo la conoscenza, attraverso le letture, l’ascolto delle lezioni e la preghiera, AUMENTAVA LO STUPORE, la consapevolezza che c’era molto di più. Francesco non poteva certo essere “contenuto” in un concetto di santo didascalico e rarefatto.
Francesco mi ha presa per mano per primo e, non appena sono riuscita a compiere i primi passi tentennanti nella sua dimensione umana, mi ha presentato Chiara: un’anima delicata e intensa, di una PUREZZA non immaginabile da me prima…
Oltre 8 secoli dopo la loro vita su questo Pianeta, trovo sempre tracce ‘vive’ nei Luoghi dove hanno vissuto e celebrato la loro Missione spirituale.
Riporto, dalle Fonti Francescane (di Tommaso da Celano) la preghiera che Francesco e Chiara hanno composto insieme per lodare il Signore:
“Laudato sii, mi Signore per la tua bellezza seminata nel mondo.
Laudato sii, mi Signore, per il dono di poterti lodare che rende dolce ogni servizio.
Laudato sii, mi Signore per gli alberi belli, fioriti e frondosi
Laudato sii, mi Signore per ogni uomo e ogni creatura
Laudato sii, mi Signore
Sempre di tutte e in tutte le cose sii Tu lodato!”
Francesco e Chiara trovano Dio in ogni manifestazione della Vita: nel volto dei fratelli e delle sorelle, nel corpo di chi soffre e di chi dubita, nello sguardo di chi più non sa sperare…
Sanno vedere oltre l’aggressività dell’uomo, degli animali, ed ecco che il presunto nemico non è più tale e si converte a questa GRAZIA da loro emanata; il lupo viene ammansito dal timbro della voce del santo; persone giudicate grossolane secondo i criteri del mondo trovano riscatto e amore presso di loro.
Chiara e la sua forza femminile e signorile
Leggendo Chiara e i suoi scritti non possiamo ignorare i tratti della sua “nobiltà”. Chiara usa delle espressioni che sono bellissime proprio perché signorili. Direi che Chiara è una santa signora, perché esternamente ha tutti i tratti della signorilità che esprimono e rimandano al suo intimo; Chiara ha delle sottigliezze di espressione, delle raffinatezze, che fanno parte di tutto questo mondo sociale e culturale che porta dentro di sé.
Chiara si fa serva, pur restando signora!
La sua bellezza di fanciulla, la sua grazia spontanea e tutte le sue doti nel relazionarsi con gli altri raggiungono l’apoteosi dopo la sua Conversione e la sua scelta coraggiosa di lasciare la casa paterna per seguire l’esempio di Francesco, seppur a suo modo.
Nei testi relativi al suo Processo di canonizzazione, troviamo tante voci femminili da Lei ispirate e guidate. Fra le tante Sora Amata ci dice:
“e nella orazione et contemplazione era assidua; e quando essa tornava da la orazione, la faccia sua pareva più chiara e più bella che ‘l sole. E le sue parole mandavano fora una dolcezza inenarrabile, in tanto che la vita sua pareva tutta celestiale”
Incontriamo nuovamente la descrizione del volto di Chiara che in precedenza veniva descritto come di una bellezza rara, in attesa di essere ‘colta’ da uno sposo.
Il volto di Chiara che le sue Consorelle vedono risplendere di luce, è il volto della donna di preghiera che ha appena parlato con Dio.
Quale SAPERE..?
Il sapere di Francesco è una profonda SAPIENZA che viene dal cuore e si manifesta continuamente nelle opere.
Francesco ci insegna che la vera Sapienza viene dal Padre e che essa può esprimersi solo insieme alla sorella Semplicità: in questo modo parole e vita sono sullo stesso piano, è la fede che alimenta e guida le opere.
Francesco ci parla dell’ESSENZA stessa della sapienza: essa è tale solo quando viene vissuta e sperimentata in prima persona. Ogni altra forma di SAPERE è mondana, si preoccupa più dell’apparire che dell’essere, ed è lungi dalla santità dello spirito che è il dono più grande che abbiamo ricevuto da Dio: il nostro essere a sua immagine e somiglianza!
Sapienza e semplicità sembrano ispirare anche Chiara, donna innamorata di Cristo, alla cui sequela riesce ad esprimere appieno la sua essenza e la sua vitalità.
Chiara fu la prima donna a comporre una ‘Regola’ per le donne, infusa di femminilità.
La vita stessa di Chiara è un INNO ALLA VITA, vissuta nella luce del vangelo e nel continuo scambio tra i beni terreni e quelli celesti. Ella sceglie di seguire il richiamo della sua anima ed afferma la sua volontà, superando i limiti imposti dalla famiglia e i dogmi religiosi dell’epoca: la sua è una rivoluzione apparente che condurrà ad una Evoluzione della presenza femminile nell’ambito della Chiesa stessa.
Chiara cammina costantemente sulla via della perfezione e questo suo messaggio vivente verrà accolto anche dalla sorella e, successivamente, dalla madre.
Nella sua III lettera ad Agnese di Boemia, Chiara ci appare esultante di GRAZIA e di SAPIENZA.
Chiara gioisce nel sapere la sorella sostenuta dalla forza della sua fede, agire nel mondo con integrità spirituale divina.
E’ lei a scrivere:
“… poni la tua mente nello specchio dell’eternità, poni la tua anima
nello splendore della gloria, poni il tuo cuore nella figura della divina
sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione,
nell’immagine della sua divinità, per sentire anche tu ciò che sentono
gli amici, gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio
ha riservato ai suoi amanti… ama con tutta te stessa colui che tutto
si è donato per amore tuo…”
Quale DOLCEZZA in queste parole!
Chiara esprime con voce e sensibilità femminile lo stesso “innamoramento” descritto da Francesco nel suo ‘Alto e Glorioso Dio’. Ella non potrebbe scrivere queste cose ad Agnese se non le avesse sperimentate e vissute (di nuovo la SAPIENZA del cuore) e non si fosse lasciata trasformare dal suo stesso ardente amore per Cristo.
Unione Sacra nell’umiltà e purezza della loro Coscienza
Il mio cuore mi dice che quanto è espresso da Celano nella sua ‘Vita II’ a proposito di Francesco, potrebbe applicarsi allo stesso modo al sentire di Chiara. Entrambi sono stati illuminati dalla Grazia di Dio ed entrambi hanno diffuso questa LUCE nel mondo attraverso i secoli.
In un testo di Optato Van Asseldonk ‘Amicizia tra Francesco e Chiara’ troviamo queste righe:
“Dalle fonti dirette risulta il fatto di un amore affettivo, nobile, cordiale e profondo tra Francesco e Chiara, ispirato dallo spirito di carità (agapé). L’uno amava l’altra intensamente ‘nello spirito’ cioè come persone veramente spirituali.”
Le due anime di Francesco e Chiara sono unite nella Ricerca, nell’anelito d’Amore che li pone alla sequela del Cristo e sono complementari l’uno all’altra nell’espressione maschile e femminile di ciò che il loro Maestro ha trasmesso all’Umanità, attraverso la sua Vita, morte e resurrezione, lasciandoci eredi di una preziosa potenzialità.
Chiara si auto-definì una ‘pianticella’ del fratello Francesco, oggi potremmo dire che rappresenta il lato femminile di Francesco. Ognuno/a di loro poteva rispecchiarsi nell’altro/a per avanzare nel proprio cammino spirituale, consapevoli del Mistero che li univa.
Lei, silente, ricettiva, accogliente, affinché Lui potesse essere il cavaliere che diffonde il Messaggio di Cristo, espandendone i confini fino alla terra d’Oriente.
LEGGI ANCHE LA SECONDA PARTE DELL’ARTICOLO: San Francesco, il sapiente giullare di Dio
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