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Published On: Lun, Feb 4th, 2013

Il Rosario: Connessione con il Divino

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(di Germana Puglielli)

Negli ultimi mesi mi è capitato di notare tra le tendenze della moda un accessorio legato ad uno strumento di culto antichissimo e per l’immaginario della cultura occidentale legato principalmente al culto Cristiano- Cattolico: il Rosario. Il fatto ha destato in me non poca curiosità e mi ha spinto ad indagare su origini, valore e significato di un oggetto che mi ha sempre affascinato e il cui scorrere dei grani ha sempre suscitato in me piacevoli sensazioni pur non avendo io mai nutrito un sentimento cattolico.
Ciò che colpisce è l’antichità e multiculturalità del Rosario: l’origine del Rosarium cristiano si fa risalire al XIII in concomitanza con l’apparizione della Madonna a San Domenico, pare però che il nome da cui deriva lo stesso appartenga ad un rosario ben più remoto e per l’esattezza il Japa- mālā indiano dove japa sta genericamente per “preghiera” e mālā sta per “ghirlanda”; da notare che il termine japa scritto con la finale ā dunque japā significa rosa quindi la coniazione del termine latino Rosarium (corona di rose) si è basato su un errore o su un cambio intenzionale della vocale. Connesso al Japa- mālā indiano troviamo L’Akshamala buddista, il Tasbeeh o Tespit musulmano, lo Sho-zuku-jio-dzu giapponese usato per pratiche come il Kano, il Ki-to e il Goma, e in quasi tutte le culture del mondo si trova qualcosa di simile a tale oggetto, possono cambiare il numero dei grani, i materiali , le forme ma ad una prima superficiale analisi la funzione è la stessa: il computo delle preghiere associate ai grani. Un’indagine più attenta però conduce all’individuazione di necessità ben più profonde che hanno guidato gli uomini di ogni parte del pianeta da tempi remotissimi alla creazione e all’uso di questo strumento che non sia solo il bisogno di contare: la pratica di un rosario si basa sulla recitazione a carattere litanico delle stesse parole, preghiere, mantra, sutra ecc. la reiterazione lenta di parole e gesti ha un senso profondo nella dimensione temporale dell’uomo, la ripetizione come mezzo per trovare certezze, rassicurazioni e conferme, per costituire l’apparire dell’uomo al mondo, ma c’è di più: i grani del rosario formano una “corona” da sempre simbolo di divina regalità e in una visione più spirituale rappresentano lo sforzo umano verso la visione dell’uno, anelli di congiunzione tra l’uomo e l’uomo, tra l’uomo e il divino.
Infine il significato più profondo e potente “ Corona di Rose”: il riferimento alla rosa, il rosario guarda al mondo con gli occhi del femminile divino, la rosa rappresenta in primo luogo e ovunque l’archetipo della Madre Cosmica, la Regina Celeste… e quindi il Rosario se consapevolizzato in questo suo enorme potenziale può essere un potentissimo strumento di connessione con il divino (al di là di ogni appartenenza religiosa) e attualissimo in questo momento evolutivo dove l’energia femminile è chiamata a manifestarsi e a diffondere soavità, pace, grazia ed elevazione spirituale.

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