E’ possibile smettere di pensare? Dialogo con gli dei e potenza della creazione immaginale
Nella visione simbolo-immaginale dove ci si riappropria della parte invisibile della realtà, il “lavoro” con le immagini è fondamentale. Tutto (malattie, disagi, relazioni, avi, antenati, vecchiaia, morte, sogni ricorrenti) viene ridotto a simbolo, depersonalizzato dalla sua illusoria parvenza di sostanza oggettiva. (Approfondimento sulla visione immaginale: E tu, chi ti credi di essere?).
Ma, una volta recuperata l’immagine simbolica inerente alla propria vicenda personale (significante ancor prima che significativa), cosa farne? L’automatismo radicato nella tendenza speculativa dell’homo materialis insinua subito la tentazione a volerla interpretare, analizzare, cercarne la causa, oppure a identificarsi con l’immagine: “perché proprio a me questo mito, cosa significa? Perché ho richiamato questa immagine e questo archetipo, cosa mi vuole dire? Ah ecco, io sono Medea, io sono Pan, io sono Prometeo…”. La mente che vuole il controllo e il potere si mette subito all’opera. L’approccio visionario è l’alternativa a questo continuo voler cercare spiegazioni e a prendere tutto in maniera personale attraverso il meccanismo autoreferenziale dell’identificazione (io sono…), in quanto conduce in un altro universo dove il cambio radicale di prospettiva annulla la possibilità di un tempo lineare e, dunque, di una causa da ricercare a seguito di un effetto. L’altro universo è la dimensione immaginale dove le immagini, che sono gli dei, appaiono e scompaiono nell’istantaneità della Medesimezza.
“Non curarti dell’individuo, parla con gli dei” (Sri Aurobindo)
Le immagini non hanno né una causa né un fine. Le immagini sono il fine (telos) in se stesse
Tutte le immagini che vi arrivano, giungono a voi non perché hanno una causa ma perché sono il fine (telos) del compimento del vostro Daimon, che è unicamente la chiamata dell’anima al darsi. Se proprio dovete porvi delle domande al cospetto delle immagini che avete evocato, chiedetevi piuttosto cosa potete ancora dare ad esse, come potete darvi ancora di più incondizionatamente ad esse. (Guarda il video: come chiedere all’Universo per ottenere qualcosa, il potere del darsi). Le immagini che giungono a voi sono il divino che vuole reinstaurare un dialogo con voi, non voi che dovete indossare i panni del divino (io sono Medea, io sono Pan… ). Un dialogo, appunto, e non una dialettica. Anche perché le immagini amano svanire.
Fare l’amore con il divino: dialogo visionario VS dialettica mentale
Dialogare è lasciare spazio alla procreazione del terzo elemento che scaturisce dai due soggetti in relazione, mentre la dialettica separa, oppone, categorizza, in una sorta di autoerotismo mentale che inizia e finisce nel cervello e, dunque, non è generatrice di una creazione veramente libera che avviene solo con il creare oltre se stessi. Se si rimane nella masturbazione mentale, non si metteranno al mondo semidei come avviene nell’unione erotica dialogica creativa con la divinità, ma automi che ripetono sempre le stesse cose, gli stessi meccanismi, fotocopie di una mente sclerotizzata che non si supera ma rimane radicata nello spazio del noto, prevedibile, misurabile, calcolabile. Non mettete al mondo figli (creazioni, idee, progetti) fotocopie di voi stessi, ma prendetevi la briga di essere gli inseminatori e le fecondatrici della nuova specie umana dell’Uomo dopo l’Uomo, una speciazione peraltro già in atto in questo momento sulla terra: per approfondire, leggi “Discorso alla Luna”, il bestseller del Nuovo Uomo.
Gli uomini giudicano, i lupi fiutano …
Darsi alle immagini, dicevamo. Non c’è altro da fare. Le immagini, che sono forze, energie e potenze in atto nel simbolo che veicolano… le immagini, che sono spiriti, eidola, dei e dee, archetipi o in qualunque modo si voglia nominare l’invisibile, non vanno interpretate bensì semplicemente accolte senza giudizio, amate, annusate, intensificate, vissute fino in fondo, pacificate attraverso il rito, ritualizzate non analizzate. Non va cercata nessuna causa, bisogna semplicemente fidarsi di ciò che ha da dirti il dio che è venuto a trovarti. È venuto a divorarti per salvarti.
Avere fiducia, amare, benedire, ringraziare, perdonare.
Con gli dei non si può né si deve pretendere di fare altro.
GUARDA IL VIDEO CON SELENE CALLONI WILLIAMS: “DISCORSO ALLE IMMAGINI”
(da un seminario di Psicogenealogia e costellazioni familiari ad approccio immaginale)
“Non ti conosco, non ti giudico, non ti definisco,
non hai storia, non hai una causa.
Non c’è la causa della causa della causa,
non c’è niente di tutto questo.
Non hai una storia,
non ti colloco in un tempo lineare,
non ti do una causa, un prima, un dopo,
non ti analizzo, non ti giudico.
Semplicemente, mi do, mi do, mi do”
Questa è un’altra visione, questo è un altro universo.
Questa è una porta, ci passi e sei libero.
www.selenecalloniwilliams.com
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