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Published On: Sab, Giu 14th, 2014

Mondiali Brasile 2014: indagine di Mikkel Keldorf sui bambini uccisi per ripulire le strade

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brasileIl Brasile è la terra del calcio, dove lo si vive, lo si respira ed è parte integrante della vita e della cultura come in pochi altri paesi al mondo. Ma è anche il paese delle contraddizioni, delle favelas, della povertà, dei bambini di strada. Proprio per questo quando ho sentito che i Mondiali avrebbero avuto luogo in Brasile  mi sono resa conto che ci sarebbero stati dei problemi. Come non ricordare tristemente la mattanza dei cani per gli Europei 2012 in Ucraina, dove nulla sono valse le proteste degli animalisti e non solo.

Quando un grande evento sportivo arriva in un paese in via di sviluppo o comunque con tante contraddizioni sociali diventa una deplorevole “necessità” ripulire le strade in nome dello sport che ha come fondamentali l’uguaglianza, l’amicizia, la sana competizione, l’unione dei popoli.   In nome dei turisti che arriveranno in massa e che non dovranno vedere sporcizia, animali randagi, bambini in strada, povertà, etc. Ma qual è il prezzo di tutto questo?

Ce lo racconta il giornalista danese Mikkel Kerdolf che, trovandosi in Brasile per seguire proprio l’evento sportivo dell’anno si è ritrovato a documentare invece storie terribili di persone a cui è stata strappata la casa e di bambini di strada a cui invece è stata strappata la vita. Posso tristemente immaginare anche quanti animali randagi siano diventati le vittime innocenti in nome dello sport.  Mikkel, quindi, ha deciso di tornare in Danimarca per non essere più complice degli orrori delle favelas, mettendo tutto quello che ha visto in un documentario dal titolo : The price of the Word Cup | Il Prezzo dei Mondiali – disponibile gratuitamente   (lo trovate a fondo articolo , durata 29 minuti).

Sono più di 200.00 mila le persone che verranno sfrattate dalle loro abitazioni per ospitare infrastutture legate ai MOndiali e attualmente Amnesty International sta indagando in quanto a queste persone non è stata data un’alternativa, sono state semplicemente private di tutto e buttate in strada.

Ma il dramma più grande si sta consumando a Fortaleza, una città a nord di San Paolo, che ospiterà ben 6 partite dei mondiali: Fortaleza è una delle tante città delle contraddizioni, dove solo il 7% della popolazione è benestante e il resto vive ai margini della società e di contro è terra di una delle spiagge più belle al mondo con panoramici unici  e meravigliosi.

Il primo dato sconvolgente  è che  sono stati spesi oltre 110 milioni di Euro per ristrutturare lo stadio Castelao….il dramma è che è la stessa cifra che lo Stato ha investito per le scuole pubbliche, si, ma negli ultimi quattro anni.

A Fortaleza sono 24.000 i bambini di strada, detti anche meninos de rua: bambini poveri, senza identità,  ne famiglia, nè diritto alcuno e secondo quanto riportato da Mikkel Kerdolf la polizia li sta “uccidendo” a sangue freddo con ronde notturne per ripulire le strade, per fare in modo che i turisti straniera non vedano.

E’ una notizia tanto assurda da sembrare irreale, eppure Mikkael nel suo documentario ha raccolto immagini e testimonianze, per prima quella di Manoel Torquato, che è a contatto con numerose associazioni di recupero sociale dei meninos de rua . “Lo fanno per spaventare e costringere questa gente a lasciare le strade. Due bambini stavano dormendo con sei amici, maschi e femmine, di fronte a una farmacia in una famosa strada di Fortaleza, Avenida Joao Pessoa. È arrivata un’auto nera durante la notte, e ha abbassato i finestrini. Hanno sparato a tutti. Quattro sono stati colpiti, due sono morti. Erano fratelli“.  

Ci sono bambini di 10 anni che fumano crack di fronte a hotel lussuosi, con le Ferrari che sfrecciano. Molti fingono di non vederli, non se ne curano. Questi bambini sono considerati delinquenti, una minaccia. Non certo come ragazzini con un background disastroso e una vita difficile” racconta Mikkel in un’ intervista al magazine Lettera 43.

Torquato ha anche presentato un report all’ONU ma sarà difficile, a suo dire,  che i politici interverranno in quanto, purtroppo, le istituzioni del Brasile non si esprimono a riguardo e nessuna di loro si è resa disponibile per farsi intervistare da Mikkel Keldorf né tantomeno a comparire nel documentario.  Infatti Keldolf ha anche tentato di avere un incontro con il Segretario alla Sicurezza di Fortaleza, ma come si vede nel documentario, si è rifiutato. Non è stato possibile ottenere un intervista da nessuno che ricoprisse un ruolo di potere  a Fortaleza, come ha detto durante l’intervista a Lettera43. Infatti anche  FIFA, il ministro brasiliano dello dello sport e Il sindaco di Rio de Janeiro si sono rifiutati di partecipare al documentario.

Sulle barbare uccisioni dei bambini di strada c’è una sconvolgente omertà che parte proprio dalle istituzioni politiche del Brasile, che nemmeno dopo la messa in onda del documentario, si sono presi la briga di contattare Keldorf per fornire spiegazioni.

Mi sembrava doveroso portare alla luce queste tremende situazioni e condividere il documentario di Keldorf affichè più persone possibili vengano a conoscenza dei lati oscuri di questi grandi eventi sportivi che dovrebbero dare messaggi ben diversi.

Mikkael Keldorf  – pagina ufficiale facebook 

Twitter: @mikkelkeldorf

Sito web:www.mikkelkeldorf.dk

© 2014, Alessandra Gianoglio. All rights reserved.

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About the Author

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- Autrice di narrativa, blogger, appassionata di musica e di materie evolutive, si occupa della redazione di questo blog. Ha scritto un ebook "Sette Racconti Brevi per il tuo Cuore", che ha collezionato oltre 250.000 downloads. E' autrice anche del saggio di controinformazione " Michael Jackson | l'Agnello al Macello", che rappresenta un lucido ed oggettivo resoconto sulla figura di Michael Jackson. Vegana, tendenzialmente crudista, appassionata lettrice, sempre alla ricerca di qualcosa che rimane perennemente sospeso a qualche passo da lei. Visita il suo blog personale: www.alessandragianoglio.com.

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