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Published On: Ven, Ott 14th, 2016

La riprogrammazione epigenetica dei tumori | gli studi del Prof. P. Biava

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riprogramamzione-tumori

I tumori sono una patologia reversibile? Le cellule tumorali si possono riprogrammare? Le cellule sono in grado di differenziare e condurre alla morte o alla vita?

Queste sono le domande principali che hanno guidato gli studi del prof. Pier Mario Biava, che avremo la possibilità di ascoltare approfonditamente durante la sua conferenza al Congresso di Psicomedicina Quantistica, il 19 e 20 Novembre al Teatro Pime di Milano.

La medicina sta andando incontro al cambio di paradigma scientifico già subito dalla fisica, che sposta il baricentro dall’impostazione biologico-meccanicistica, ad una visione sistemica dove il vivente partecipa ad una rete informativa (quantistica) che va regolata in modo fine e fisiologico, afferma il Prof. Biava.

Lo studio sistematico del codice che organizza la vita: il codice epigenetico

Gli studi del Prof Biava partirono dall’ipotesi che i tumori fossero patologie reversibili, sulla base di alcune osservazioni scientifiche che dimostravano come fattori del microambiente embrionario fossero in grado di riprogrammare le cellule tumorali, riconducendole ad un comportamento normale.

Gli studi sono continuati presso l’Università La Sapienza di Roma, l’Università di Pisa e l’Università di Bologna, oltre che con Università straniere (con il Prof. Klavins della Cornell University di New York, con il Prof. Ablijn dell’Università dell’Arizona, scopritore del PSA, il primo marker del tumore della prostata, ecc.).

Queste ricerche sono state portate avanti per un periodo piuttosto lungo senza  suscitare interesse nella comunità scientifica, in quanto la maggior parte dei ricercatori e degli oncologi rivolgevano la loro attenzione e le loro ricerche nel mappare il DNA e individuare i singoli geni che potevano essere importanti come cause dei tumori.

Nel frattempo però queste ricerche avevano permesso di individuare i vari meccanismi molecolari con cui i fattori di differenziazione delle cellule staminali normali, prelevati dall’embrione di Zebrafish (era stato scelto questo embrione perchè è il modello più studiato del differenziamento embrionario) fossero in grado di differenziare o di condurre alla morte cellulare programmata le cellule tumorali.

ISCRIVITI AL CONGRESSO DI PSICOMEDICINA QUANTISTICA: DUE GIORNI DI CONFERENZE + CONCERTO LIVE DNA a 432HZ –  MILANO 19-20 Novembre   

Guarda il video del Prof. P.Biava: lo zebrafish e la riprogrammazione epigenetica dei tumori

Questi studi avevano permesso di capire che quello che veniva studiato era il codice che oggi viene definito “epigenetico“, ovvero il codice che nel momento in cui la vita si forma è presente nella sua totalità nell’embrione, mentre negli individui adulti è presente nei singoli organi solo in modo molto parziale.

All’inizio di questo secolo, dopo che la sequenziazione di tutti i geni del DNA era terminata e si era capito che il codice genetico, su cui si erano basate tutte le speranze di poter cambiare i destini delle cellule, da solo non sapeva fare assolutamente nulla (funziona come un hard disk di un computer che deve essere programmato) anche la comunità scientifica, che ha sempre detenuto il potere e ha determinato le scelte più importanti dei campi del sapere su cui intervenire, ha iniziato a rivolgere l’attenzione altrove.

Così l’attenzione dei ricercatori, oltre che sul codice genetico, si è spostata sul codice epigenetico.

A questo punto le mi ricerche erano già molto avanti, dice il Prof. Biava, “ed avevano permesso di capire che l’utilizzo in modo specifico e selettivo di detto codice epigenetico era in grado di determinare il destino delle cellule staminali normali e patologiche: si trattava di un vero e proprio codice di regolazione in grado di attivare o disattivare i vari geni su cui si voleva intervenire. Le diverse funzioni e le incredibili attività regolatorie del codice della vita.”

Intanto è stata individuata una frazione del codice epigenetico, che per la prima volta nel mondo, si è rivelata in grado di mantenere attivi in modo naturale, senza manipolazioni genetiche, i geni staminali in grado di impedire l’invecchiamento cellulare (si tratta degli stessi geni che Shinya Yamanaka, che per questo nel 2012 aveva vinto il Nobel).

Inoltre si è confermato che un’altra parte del codice epigenetico è in grado al contrario di rallentare la moltiplicazione cellulare, differenziando le cellule o a inducendone la morte cellulare programmata (questo si era già visto con i processi di moltiplicazione alterati come avviene in patologie quali il cancro o la psoriasi). Infine si è dimostrato che una ridondanza di fattori del codice epigenetico è in grado di impedire in modo molto significativo la degenerazione delle cellule nervose.

Gli studi del Prof. Biava sono ancora in corso per capire sempre meglio come il codice epigenetico, che è il vero e proprio codice che da origine alla vita, sia in grado di riparare i tessuti e quindi di poter essere usato in medicina rigenerativa, in particolare nelle patologie in cui si richiede il trapianto di cellule staminali. Detti regolatori epigenetici possono infatti potenziare gli effetti positivi legati al trapianto di cellule staminali ed in futuro di sostituirsi al trapianto stesso, considerato che è stato dimostrato che gli effetti benefici del trapianto di cellule staminali non sono dovuti alle cellule trapiantate, ma ai fattori che esse producono. Tali fattori sono quelli prelevati dall’embrione di Zebrafish che, come si è detto, sono proteine ed acidi nucleici con proprietà regolatorie, che per altro si è dimostrato essere gli stessi della specie umana.

Un cambio radicale del paradigma scientifico.

Alla fine quello che è risultato chiaro è che la vita si organizza sulla base di programmi informativi che forniscono, alla stregua di applicazioni, pacchetti di istruzioni precise: queste sono unità inscindibili, che non vengono utilizzate se vengono frammentate.

D’altra parte la ricerca più attuale e moderna ha dimostrato come questi fattori di regolazione vengano trasferiti alle cellule come pacchetti informativi diversi, contenuti in vescicole, chiamate esosomi, che hanno come targets specifici cellule specifiche, in base ai contenuti informativi, ovvero ai fattori di regolazione specifici, che essi trasportano.

In pratica l’informazione trasportata contiene anche l’indirizzo a cui queste informazione deve essere trasferita.

Si è arrivati così ad un cambio di paradigma scientifico: infatti le ricerche presentate hanno comportato un diverso modo di pensare ed un diverso tipo di pensiero, che sposta il baricentro della visione della biologia e della medicina da un paradigma meccanicistico, dove l’uomo e il vivente sono visti come aggregati meccanici su cui si può intervenire in modo artificiale per cambiarne il comportamento, ad una visione sistemica che vede il vivente come una rete informativa che va regolata in modo fine e fisiologico.

La medicina sta andando incontro al cambiamento che ha già subito la fisica, che da una visione meccanicistica è passata alla fisica dei quanti e della relatività. 

Per approfondimenti vi invitiamo tutti a vedere i video e seguire le ricerche del Prof. Biava attraverso il web e le conferenze che tiene in tutta Italia.

Il prof. Biava sarà presente al Congresso di Psocomedicina Quantistica il prossimo 19-20 Novembre a Milano, per info e iscrizioni clicca qui.

© 2016, Redazione di Quantic Magazine. All rights reserved.

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