Economia come dettaglio dell’ Ecologia: Speranza o Utopia?
Oggi sappiamo che siamo parte dell’Ecosistema globale (Ecosfera) come cellule appartenenti a un Organismo: possiamo vivere bene solo quando l’Ecosfera è in buona salute. L’Ecosfera ha impiegato quattro miliardi di anni per divenire ciò che è, o che è stata fino all’inizio dell’era industriale: è in grado di autoripararsi (omeostasi) mantenendo la sua struttura e la sua creatività solo se ha un alto livello di biodiversità. L’energia che fluisce attraverso l’Ecosfera proviene dal Sole, che tiene in vita tutti gli esseri senzienti, in gran parte attraverso il processo ciclico fra la funzione clorofilliana e la respirazione.
L’economia umana dipende dall’Ecosistema. L’economia è un dettaglio dell’ ecologia e non viceversa. Non vi può essere una crescita continua dell’economia: si tratta di un fenomeno impossibile. Occorre gestire il transitorio verso una situazione stazionaria con consumi molto inferiori a quelli attuali.
Il numero massimo di umani che la Terra può supportare è limitato. Gli studi più attendibili in proposito danno valori attorno ai due miliardi di individui, come media grossolana in funzione dei consumi e del modo di vivere. Numeri più alti possono persistere solo per tempi molto brevi.
La competizione e il desiderio continuo dei beni materiali non sono caratteristiche universali dell’umanità, ma sono proprie di una particolare cultura umana, anche se sta invadendo tutto il mondo.
Date queste premesse e vista la situazione attuale, cosa si può fare per riportare l’ Ecosfera in buona salute?
Innanzitutto, ridurre la popolazione umana: un modo potrebbe essere l’istruzione capillare, l’abolizione del condizionamento delle istituzioni religiose e di quelle forze “economiche” che vogliono ridurre l’umanità a una massa informe di consumatori. Con queste premesse, è probabile che una coppia normale non desideri più di due figli/e. Poiché circa un quinto degli umani non forma coppia, non può avere figli o non li desidera, lentamente l’umanità scenderebbe a un numero accettabile, nel giro di alcuni secoli.
E’ poi essenziale la diffusione, anche nel linguaggio, di una visione psicofisica del mondo, conforme alle conseguenze della fisica quantistica, abbandonando la visione meccanicista cartesiana-newtoniana, per arrivare a un cambio radicale di paradigma rispetto alle premesse attuali della cultura occidentale.
Anche una drastica diminuzione del consumo di carne è di grande valore, perché la dieta carnivora di un Primate così numeroso come la nostra specie è fonte di gravissimi guai per la Terra. Ad ogni passaggio della catena alimentare, si disperde il 90% dell’energia. Siamo fatti come gorilla, oranghi e scimpanzé, che si alimentano quasi completamente con frutta e verdura. Inoltre è necessaria l’abolizione totale della caccia, che è un pessimo insegnamento, contrario ad ogni morale ed etica della Terra.
Poi si deve garantire una vita degna a tutti gli esseri senzienti, e per questo è necessario preservare molti e vastissimi spazi per gli ecosistemi naturali. Infatti esseri individuali, specie, comunità di viventi ed ecosistemi sono esseri senzienti che hanno diritto ad una vita dignitosa e ad una propria realizzazione. Occorre elaborare un’etica che comprenda tutte le entità naturali, che hanno un valore in sé e non in funzione umana.
Si dovrà praticare l’agricoltura solo in modo biologico e soprattutto con i principi della permacoltura, senza rivoltare il terreno che deve essere preservato; inoltre alimentarsi solo con prodotti locali e nella stagione naturalmente corretta (prodotti locali di stagione).
Per quanto riguarda l’energia, si potrà utilizzare soltanto quella proveniente da pannelli solari termici e la mini-idroelettrica, da impiegare sul posto, rendendo inutili le grandi reti; inoltre coibentare al massimo tutti gli edifici per ridurre i consumi energetici. E’ opportuno cessare la ricerca e l’estrazione dei combustibili fossili (carbone, metano, petrolio).
Tutti i trasporti saranno ridotti al minimo. I motori a scoppio, di bassissimo rendimento e altamente inquinanti, vanno eliminati: basta con le strade e i trasporti su gomma. Saranno dimenticati e aboliti i grandi impianti industriali, le grandi reti, le grandi istituzioni (multinazionali).
Sarà indispensabile abbandonare completamente: la competizione economica, la globalizzazione, la crescita, il mercato; poi abolire ogni pubblicità commerciale e ogni invito al consumo, anche indiretto. Non esaltare più valori inutili e pericolosi, come la velocità, la competizione e simili. Inoltre è necessario promulgare un corpo di leggi che conferisca valore legale alle strutture e alle funzioni vitali della Terra.
Come sintesi, si promuoverà la ricerca di una cultura di simbiosi con il nostro Pianeta Vivente. Questo sottofondo culturale è molto importante: la prospettiva che pensa solo al benessere della specie umana è sempre un pericolo, come dimostrano chiaramente le religioni, le sette e le ideologie umanistiche, in continuo conflitto fra loro.
Si tratta di utopie? Certamente. Non resta che concludere questo articolo nello stesso modo in cui si chiude il libro come “Assalto al pianeta” di Pignatti e Trezza (ediz. Bollati Boringhieri, 2000): “rimane soltanto il coraggio dell’utopia.”
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