L’Inconsistenza della Materia nella Vita di Tutti i Giorni
Il 4 luglio 2012 il CERN annunciò che due dei maggiori esperimenti al Large Hadron Collider avevano portato alla scoperta della prova dell’esistenza del Bosone di Higgs. La cosiddetta “Particella di Dio” e il campo quantico che essa genera potrebbero spiegare come la massa si trasforma in essere.
Oramai, la credenza secondo cui la materia solida è indipendente e separata dalla mente/coscienza suona sempre più obsoleta.
La massa, e quindi la materia, sono aspetti derivati da un processo inconsistente di realtà. In poche parole, questi aspetti sono immateriali, cioè privi di materia.
Già nel 1931 il famoso “iniziatore” della teoria quantistica, Max Planck, dichiarò che “la coscienza è fondamentale, la materia è un derivato della coscienza.”
Come sottolineato dal fisico Henry Stapp, la teoria dei quanti “genera nella società un profondo cambiamento: sostituisce un mondo fatto di materia con un mondo fatto di azioni e potenziali scaturiti dall’osservazione di queste azioni.”
Ciò che trasforma lo stato potenziale in realtà fisica è l’interazione della mente con il potenziale quantico dell’universo. In poche parole, gli “oggetti” potenzialmente esistenti in scala quantica, si “materializzano” nel mondo reale solo quando vengono osservati. Tuttavia al livello quantico non esiste materia intesa in senso classico. Esiste invece il potenziale dell’esperienza di proprietà materiali e la materia diventa realtà nel momento in cui l’esperienza sta avvenendo. L’esperienza, però, si manifesta solo in presenza di una Coscienza. Mi spiego meglio: poiché le esperienze generano il mondo materiale al livello quantico, la condizione è che l’intero mondo materiale, o per lo meno l’apparenza del mondo materiale, dipende in qualche modo dalla coscienza.
Secondo gli studi più recenti sulla teoria quantistica, tutte le strutture e i processi apparentemente materiali, compreso il cervello, sono generate dalla ‘zona quantica’. Cioè, ogni atto di percezione crea la realtà materiale dal potenziale quantico. Quindi, anche l’esistenza dello stesso cervello è il risultato di una serie di azioni mentali, il che significa che la materia del cervello è in realtà non-materia.
Dove si colloca tutto questo nella vita di tutti i giorni?
Per esempio, pensate all’espressione “ciò su cui ti concentri espandi”. Seguendo la teoria quantistica, se mi concentro sulla sofferenza, essa si materializzerà nella mia vita, in quanto prenderà forma e consistenza dallo stato latente quantico in cui si trovava prima che io ci ponessi l’attenzione. Vale lo stesso per le cose positive, a patto però che non siano generate dal bisogno. Mi spiego meglio: se voglio attirare ricchezza perché ho mancanza di essa, attiro mancanza, perché è su di essa che mi sto concentrando. Molto meglio sarebbe concentrarsi sulla ricchezza perché so che l’abbondanza esiste ed è uno stato naturale (basta pensare a quanta ricchezza esiste in natura). Certo, potrebbe non essere così semplice come scriverlo in poche parole, perché spesso le questioni legate al denaro sono legate all’affettività, così come altre questioni come l’amore di coppia, i rapporti sul lavoro, etc. sono da attribuire a profonde convinzioni radicate in noi che nei secoli hanno creato blocchi energetici che solo con determinati tipi di deprogrammazione possiamo andare a modificare.
Iniziare a credere che ciò che ci suggerisce la fisica quantistica è vero, però, è già un grosso passo avanti e in un certo senso deprogramma molte convinzioni.
Spesso mi capita di leggere sui vari social network continue lamentele o sbiaditi tentativi di “rivoluzione”. “Stop alla Guerra”, “Stop alla fame nel mondo”, etc. E se invece di scrivere “stop alla guerra” iniziassimo a scrivere tutti “viva la pace”, “oggi farò una scelta consapevole per aiutare i meno fortunati” invece di “stop alla fame nel mondo”? Se invece di far vedere morte e distruzione i media si concentrassero sulle soluzioni e su ciò che di bello al mondo accade? Cercare di bloccare qualcosa, di opporsi a quel qualcosa lo aiuta a crescere; concentrandoci su di esso, diventiamo parte di esso, siamo noi che lo abbiamo plasmato dalla “zona quantica” nella nostra realtà. Quando dico “noi” intendo ognuno di noi, singolarmente. Essendo interconnessi, ogni singola azione di ogni singolo essere su questa terra influenza inevitabilmente il pianeta intero, poiché tutto è collegato in ciò che noi nella nostra “realtà” definiamo spazio e tempo.
E’ per questo che è fondamentale, soprattutto in questo momento storico, cercare di concentrarsi sul presente ed essere consapevoli. Chi controlla il mondo attraverso i media e altri sistemi, ci spinge alla frustrazione, alla paura, alla rabbia, alla tristezza, perché a loro serve che noi ci concentriamo su questi aspetti così da vibrare a basse frequenze e renderci facilmente governabili. Non è spaccando vetrine e urlando che si cambia la situazione. Non più. Così si è parte del gioco, siamo come i gatti che inseguono ignari il topolino a carica manuale. Nel primo Matrix Neo riesce a sconfiggere Smith quando smette di lottare e, raggiunta la massima consapevolezza, osserva e schiva i proiettili. Come riesce a farlo? All’improvviso raggiunge la consapevolezza che non vi è limite fisico, riesce a “vedere” il codice, il flusso di energia e in quel momento comprende che continuando a combattere rafforza il campo energetico di Smith, creando separazione e indebolendosi.
Questo più che mai è il momento storico per smettere di opporsi e, quasi come in un processo alchemico magico, iniziare a integrare e trasformare le nostre forme pensiero in quello che auspichiamo per il nostro mondo.
(Articolo Redatto da Gessica Puglielli)
© 2012 – 2014, Redazione di Quantic Magazine. All rights reserved.