Deprogrammazione Biologica delle Memorie Genealogiche
La psicogenealogia o psicologia transgenerazionale riconosce il valore del peso genealogico nella vita del singolo individuo e cerca di raggiungere la conoscenza del sé profondo liberando dalle memorie limitanti e contestualizzando la persona all’interno del panorama familiare e genealogico, dove ogni individuo ha un posto, come evidenziato dalle costellazioni familiari di B. Hellinger.
Ognuno di noi è il risultato di milioni di conflitti biologici, vissuti, sentiti e risentiti durante milioni d’anni d’evoluzione, conflitti che sono all’origine delle malattie più comuni. I traumi, le esperienze negative, le situazioni conflittuali in genere che abbiamo vissuto nella nostra vita altro non sono che la ripetizione di esperienze analoghe già vissute dai nostri Avi: è nella loro vita che ritroviamo le radici dei momenti cruciali della nostra esistenza. Situazioni non risolte nelle generazioni precedenti si ripresentano nelle generazioni successive. Possiamo ripetere nella vita quotidiana le problematiche dei nostri antenati, i loro conflitti non risolti, le loro aspirazioni frustrate; tutto ciò finisce per condizionarci riducendo così il nostro potenziale di crescita e realizzazione nei vari ambiti della nostra vita.
Dentro di noi vivono sia le strutture genetiche che le informazioni genetico-traumatiche trasmesseci da quelle che Jung definiva inconscio famigliare collettivo. Queste memorie genealogiche sono registrate nelle nostre cellule; se non ne abbiamo conoscenza esse determinano schemi ripetitivi di comportamento, sensi di colpa, paure, rancori, depressioni la cui origine non riusciamo a comprendere. Al giorno d’oggi si conoscono tante cose riguardo alle esperienze traumatiche vissute nel passato, l’offerta di terapie per la soluzione di simili traumi è continuamente alla ricerca di metodi efficaci e relativamente veloci. La cromopuntura secondo Peter Mandel è uno straordinario ausilio terapeutico per la risoluzione di queste problematiche, il ricercatore tedesco ci insegna infatti come tutte queste memorie siano localizzate sulla cute a livello della quale ci sono tutta una serie di chip dove esse sono appunto memorizzate. Il colore agisce a livello di questi chip, precisi distretti cutanei, effettuando una regolazione dell’informazione olografica atavica in essi registrata. La conseguenza è la cancellazione di queste memorie e della loro influenza sulla progenie; è come se, grazie all’uso del colore, noi potessimo riconoscerle, comprenderne l’origine, capire che tutto questo deriva dalla storia dei nostri avi e non dalla nostra, significa in ultima analisi bloccare la reiterazione inconscia di quei conflitti atavici che sono alla base dei nostri processi patologici.
Con l’impiego della cromopuntura possiamo ottenere una deprogrammazione biologica dai programmi che non ci appartengono direttamente, senza la necessità di lunghe ricerche psicoanalitiche, ma andando a rimuovere direttamente il file ereditato che ci limita in questo nostro piano di esistenza.
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