Quando i robot si occuperanno di noi | La robotica al servizio dell’uomo
Fra 15 anni la società in cui viviamo sarà composta per il 65% da over sessantacinquenni e per il 35 per cento da persone che lavorano. E’ un dato di fatto confermato anche da Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che durante la sua conferenza al Festival della comunicazione di Camogli, racconta come sta per cambiare la nostra vita e sopratutto quella di quel 65% per cento della popolazione.
Si, perché probabilmente tra 15 anni i nostri nonni, al posto dell’utilitaria potranno acquistare un ROBOT che farà le veci di un assistente: wireless, dotato dei 4 sensi e di cloud intelligence, che consuma solo 1000 watt e che sopratutto non costerà più di una utilitaria.
Si sta lavorando già da tempo a queste tecnologie, con l’obiettivo di “proteggere e rendere sostenibile quello che abbiamo, sviluppando nuove tecnologie”, come mostra Cingolani in una slide durante il suo intervento.
La robotica e i robot sono proprio una di queste tecnologie e non sono mai stati così “pronti” ad essere immessi sul mercato: tra 15 anni potremmo avere robot perfettamente in grado di eseguire i compiti di un assistente anziani, ma anche di fare consegne, di occuparsi dell’educazione dei nostri figli, farci divertire, eseguire monitoraggi e disaster recovery.
I robot avranno un’intelligenza cognitiva capace, oltre che immagazzinare informazioni per prendere decisioni operative utili all’uomo, anche di riconoscere i bisogni attraverso i nostri movimenti.
“Saranno in grado di comprendere la semantica del movimento”, spiega Roberto Cingolani.
Avranno anche una coscienza? Potranno prendere il sopravvento?
Alla domanda Cingolani rassicura: No.
Perchè i Robot saranno Cognitivi e non Senzienti. Per essere “senzienti” dovrebbero prendere decisioni con istinto, con ispirazione, dovrebbero quindi avere ormoni, un sistema endocrino. “Non c’è motivo ed è assurdo di introdurre ormoni in un robot. Se vogliamo esseri che sono senzienti, facciamo figli!”, risponde Cingolani.
Ma non dovremo aspettare 15 anni per un’atra meravigliosa realtà: una protesi che sostituisce la mano, che è stata già impiantata su alcune persone amputate e che tra qualche mese verrà ufficialmente presentata. Uno strumento meraviglioso, capace attraverso impulsi elettrici che riproducono la biomeccanica del movimento, di riprodurre ben l’85 per cento del movimento naturale della mano.
“Il nanomondo” spiega Roberto Cingolani, “è poter copiare atomo per atomo quello che la natura ha già fatto”.
Quale futuro, quindi?
“La ricerca di nuovi spazi, come l’America nel 1942, è insista nel bisogno di sopravvivenza e di crescita di una razza energivora come l’umanità: dobbiamo creare un futuro a chi resta e una nave spaziale a chi vorrà andare via“.
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