Viaggio attraverso la Aum – Danae
La luce nella stanza penetrava dalle fessure delle tende, aprii gli occhi lentamente. Ero rientrata in me stessa, dopo una lunga meditazione, assorta nella luce del mio Se divino, assenza totale di pensieri e visioni, solo una pace beata aldilà’ del tempo e dello spazio.
Tutta la stanza era ora illuminata dai raggi del sole e i colori mi parvero più’ vivi che mai. Ero davvero nello stato di veglia? Non ne ero certa. Uno strano silenzio avvolgeva ogni cosa, le mie percezioni erano come ovattate, dove mi trovavo?
La stanza era simile alla mia dove vivevo da anni, in india, ma i colori erano diversi, mi accorsi con stupore che le tende di solito color giallo dorato erano ora violette, un violetto tenue e luminescente, strani riflessi dorati danzavano tutto intorno a me.
Sto forse sognando? pensai. Dalla meditazione profonda sono passata ad un luogo quantico simile al quello terrestre, ma non lo stesso? Un lieve senso di apprensione mi prese, il cuore accelerò’ i battiti, ma sapevo che può’ accadere, un salto quantico improvviso o un sogno lucido inaspettato.
Improvvisamente mi sentii risucchiare fuori dal corpo, in alto, sempre più’ in alto, volavo sopra i tetti delle case, e ancora in un balzo volavo sopra le cime innevate dei monti himalayani, e oltre verso galassie sconosciute e sistemi stellari.
Era un vortice inarrestabile, mi lascio’ senza fiato, guardavo con gli occhi dello spirito tutti quei mondi, quei colori e sentivo la musica delle sfere, profonda, celestiale e meravigliosa.
La OM, la Aum (A U M) primordiale e cosmica permeava tutto lo spazio, la sentivo chiaramente, continua, senza le interruzioni tipiche dei nostri canti meditativi, era eterna, soave, dolce e potente, sosteneva universi e galassie, il Verbo era con Dio, il Verbo era Dio.
Il solo modo in cui posso dare una definizione di questo suono e’ Amore, solo Amore, non esiste nessuna parola che possa descrivere ciò che le mie orecchie animiche e sottili percepivano, che questo, era Amore Cosciente.
Non ho idea di quanto tempo duro’ questa esperienza, un attimo o delle ore, ma fu qualcosa di fantastico e molto reale. Avevo viaggiato nel cosmo e percepito cose nascoste agli occhi e ai sensi terreni, spaziato tra i mondi emanati da un unico suono celestiale, il suono che tutto crea, sostiene e infine dissolve, il suono pensiero della Mente Cosmica infinita, che noi chiamiamo Dio, la Fonte di ogni Grazia.
Quando ripresa dal vortice mi sciolsi in una miriade di schegge colorate e scesi velocemente fu come cadere in un imbuto vorticante, mi ritrovai nel mio corpo. La stanza era di nuovo la mia cara e rassicurante stanza terrestre, i colori, gli oggetti, quelli di sempre, i rumori che arrivavano dal tempio e dalla strada, mi fecero prendere piena coscienza, ero tornata davvero stavolta.
Pensai con un po’ di nostalgia all’ esperienza vissuta poco prima, ancora quella strana OM infinita risuonava nel mio cuore estasiato, e mi accorsi con grande stupore che tutto il mio corpo era ricoperto di una sottilissima povere d’ oro, reale, tangibile, ogni parte del mio corpo seminudo ne era ricoperta in abbondanza, vibhouti dorata, pensai.
Ero esterrefatta e felice del Dono, avevo timore che muovendomi la polvere divina sarebbe scomparsa e caduta spargendosi nell’ aria, come in effetti poi accadde. Per un bel po di tempo restai immobile e all’ improvviso ricordai un racconto, una leggenda, riguardava una fanciulla, un antico mito greco. Non ricordavo la storia ma soltanto il suo nome Danae, amata dal dio Giove, che le fece un dono divino ricoprendola di polvere d’ oro, solo che stava capitando davvero, non era una fiaba, e stava capitando a me.
Non mi feci altre domande, perché in fondo avevo in me tutte le risposte, sorrisi soltanto, mi alzai e aprii la finestra, il sole splendeva nel cielo indiano.
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