Kundun e il Libro Dorato
Era passato un po’ di tempo, dal mio ultimo viaggio fuori dal corpo, o meglio salto quantico, la mia mente vagava senza soffermarsi a lungo su niente. All’ improvviso riconobbi la sensazione, suono, vibrazione e il viaggio ebbe inizio.
All’ inizio era tutto avvolto da una nebbia sottile luminosa, man mano che il tempo passava, mi ritrovai ancora in una verde vallata che vedevo dall’ alto come se io volassi al di sopra delle cime innevate che la circondavano.
Una figura di fuoco dorato mi si presento’ davanti improvvisamente fui risucchiata verso la valle come in un vortice senza fine. Mi guadai intorno ed ebbi la sensazione precisa di trovarmi nel Tibet, un Tibet ad un ottava superiore di quello terrestre, ma sempre Tibet. Il giardino a me famigliare, pareva infinito, due statue dorate rappresentavano due leoni dallo sguardo fiero, due guardiani del Tempio, pensai.
Il palazzo che si presento’ ai miei occhi animici era senza dubbio la rappresentazione sottile del Potala, lo riconobbi avendolo visto piu’ volte in filmati e foto varie. Con passo leggero entrai. La visione tutta era irraggiata da raggi multicolore fantastici misti al colore argento e oro, suoni delicati ed ultraterreni accarezzavano la mia anima vagabonda assetata di pace e armonia. Improvvisamente lo vidi, Kundun, il Dalai Lama che a volte vedevo nei miei sogni notturni o nel mio terzo occhio. Sorrideva……..Il messaggio si svolse tra noi da Anima ad anima, senza movimento di labbra, o cosi mi parve, la sua voce interiore era melodiosa e capivo perfettamente il suo linguaggio.
“Cara figlia e sorella, in questo mondo di apparenza e sofferenza, i buddha scendono, nascendo di vita in vita, senza ne sosta e riposo, per riportare le anime nel Nirvana, non importa ai buddha, quanta sofferenza cio’ causi loro, ne il tempo che servira’ al compimento dell’ Opera, ma solo la gioia nell’alleviare la sofferenza degli esseri umani e mostrare loro la Strada, nessuno puo’ liberarci, soltanto noi possiamo liberare noi stessi, i buddha vengono soltanto a indicare una Via, ma tocca all’essere umano percorrerla del tutto.”
Poi dall’etere prese un libricino dorato, luminoso e sempre dolcemente, la sua voce risuono’ in me:
“Scrissi tanto tempo fa questo libro, parla d’ Amore….semplice Amore… ma nessuno lo ha voluto leggere davvero, adesso ho deciso di farne dono a te, assorbilo e portalo nel tuo cuore”. Detto questo la Sua mano spirituale affondo’ nel centro del mio cuore e mise quel piccolo gioiello dorato a forma di libro. Allora chiesi “Perche’ a me?”.
Kundun non rispose, mi fisso’ a lungo negli occhi, i suoi begli occhi a mandorla ridenti e luminosissimi, allora compresi e smisi di chiedere. Come in un turbine, simile al precedente mi ritrovai a volare sopra le cime innevate, adesso la valle smeraldo era scomparsa alla mia vista spirituale, caddi per infinite spirali luminose e tornai nel corpo terreno, ancora intorpidito per la lunga assenza, l’ esperienza parve a me durare attimi, ma guardai il mio orologio ed erano passate due ore. Ripenso spesso a questa esperienza divina e sono certa di non essere all’ altezza del dono di Kundun, ma non mi pongo piu’ tante domande, cerco solo di Essere cio’ che cerco di dire, al meglio delle mie umane possibilità.
Om Shanti Om
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