L’Astronave Bianca|Incontro con Eugenio Siragusa
Il canto ritmato giungeva dalla Moschea vicina, cantilenato e lontano accompagnava i miei risvegli nelle calde e mistiche albe indiane.
Tutto era così diverso dal mondo occidentale, anche se l’ essere umano e’ uguale ovunque, con i suoi pregi, difetti, speranze e sofferenze, il mondo orientale e’ davvero un altro pianeta, another earth.
Iniziai a sentirmi leggera in uno stato meditativo spontaneo e piacevole, entrai un uno strano campo di esperienza, tra sogno lucido e viaggio astrale o quantico, come preferisco chiamarlo.
Vagavo con la coscienza tra sistemi stellari, bagliori, colori, suoni di arpe e squilli improvvisi, i suoni dei chackra, improvvisamene un astronave bianchissima e lucente mi raggiunse silenziosa, era piccola un piccolo ricognitore pensai, l’uomo scese dal disco e mi si avvicino’, era umano, luminoso con una tuta bianchissima quasi fosforescente, non avevo letto ne sapevo molto di lui, ma lo riconobbi subito era Eugenio Siracusa, il padre dell’ufologia italiana, una grande anima che da qualche anno aveva lasciato il piano terreno.
Rimasi piacevolmente stupita, Lui mi sorrise e mi abbracciò, parlo’ a lungo dei modi superiori, del Criso e degli angeli in astronave, così ricordo, ma non le parole, tutto avveniva da mente a mente, coscienza a coscienza, il tempo parve fermarsi. Eugenio fini il suo discordo dicendomi “ora vado da tuo marito devo portarlo in viaggio con me”, non capii a cosa si riferisse essendo io allora separata, ma dissi soltanto un po’ delusa, ed io? non mi porti con te? Lui sorrise e mi prese le mani tra le sue, “un’ altra volta ora tu non ne hai bisogno, lui si, tu hai già migliaia di contatti con Loro” e indico’ la volta stellata, “Ci vediamo lassu’ cara sorella”, mi disse dolcemente e rientrato istantaneamente nel bianco disco, parti’.
Continuai il mio viaggio animico tra le stelle, oservavo i mondi danzare, e suoni strani, la sinfonia delle sfere pensai, vagavo estasiata, senza peso ne affanno tra quelle dimensioni blu e oro, improvvisamente mi ritrovai in un luogo, un tempio? Non so, i pavimenti dorati formavano lo Sri Yantra ovunque, uno dentro nell’ altro, e voci melodiose cantavano la AUM (OM) celeste. Camminai con il corpo sottile, ma non ne sono crta, forse tutto il mio corpo era li , non importa. Ero avvolta dall’ Amore e seppi, lo seppi con certezza, ero su Sirio.
Un rumore mi fece sobbalzare nel letto, bussavano alla porta, ci misi un po’ a tornare nel piano denso terrestre, mi alzai, sorridendo ricordai ogni particolare di quello strano e divino incontro con Eugenio di cui quasi nulla sapevo allora, ne di ufo o altro. Ora so il perche’ di quell’ esperienza e delle molte che seguirono e che ancora continuano, in una danza gioiosa e sacra tra la Terra ed il Cielo………..shanti om
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