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Published On: Mar, Ott 22nd, 2013

Un colloquio nei secoli

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Colloquio fra la scienza ufficiale (S.U.) e il metodo scientifico (M.S.)
S.U. – Partiamo insieme alla scoperta di come è fatto il mondo. Cominciamo a fare esperimenti e in base a questi costruiremo teorie che ci aiuteranno a farci sempre più un’idea di come funziona la natura. Se gli esperimenti successivi smentiscono una teoria, la scarteremo e la sostituiremo con un’altra. Davanti a noi sta la natura: esploriamola.
M.S. – La maggior parte delle culture umane non pensa affatto che ci sia una natura esterna che noi possiamo “esplorare”. Inoltre pensano che la Mente sia immanente nella Natura. Allora iniziamo pure così, ma ricordati sempre che si tratta solo di un’ipotesi di lavoro: devi essere pronta ad abbandonarla non appena trovi qualcosa che la contraddica. Partiamo quindi dall’ipotesi che esista un mondo costituito di materia-energia indipendente da qualunque fattore non-materiale, se esiste. Supponiamo anche che questo mondo proceda secondo leggi sue proprie. Inoltre fai attenzione prima di suddividere ogni problema, ogni cosa, ogni processo in parti, perché qualunque suddivisione risente di qualche “pregiudizio” e non può essere neutrale e valida per tutti.
S.U. – Come primo esempio, dopo un paio di secoli ho un buon quadro della struttura della materia. Verifico sempre tutto in laboratorio: tutto ciò che non è confermato da prove ripetibili viene scartato, e magari deriso.
M.S. – In realtà hai scartato tutti i fenomeni che contraddicevano la nostra ipotesi di lavoro iniziale! Sei partita dall’ipotesi indimostrabile che l’installazione delle apparecchiature non influenza le possibili cause dei fenomeni che non appartengono al mondo energetico-materiale. Mi sembra che uno dei tuoi problemi sia di non riuscire a trattare le entità non quantificabili e non misurabili: quindi sei costretta a negarle.
S.U. – Hai visto quante scoperte ho fatto sul funzionamento del corpo? E quanti farmaci ho trovato per guarire le malattie? Hai visto quanto é aumentata la vita media umana?
M.S. – In realtà riesci a fare un’ottima terapia d’urgenza, cominciando col salvare la vita a chi è in pericolo imminente, così hai allungato la vita media umana. Ottimo risultato, ma non hai ottenuto molto per guarire i mali ”cronici”. Inoltre ti rifiuti di esaminare o prendere in considerazione i metodi di cura che si basano su cause non-materiali, anche se queste cure funzionano, più o meno quanto le tue medicine. Ultimamente hai fatto il grande sforzo di tollerare qualcosa, battezzandolo medicina psico-somatica, ma consideri questo campo con grande sospetto. Inoltre i farmaci che produci vengono provati spesso a prezzo di terribili sofferenze ad altri esseri senzienti. Non hai nessuna prova che la sofferenza non resti impressa nell’inconscio (o nella mente) per generare successivamente nuova sofferenza. Già, dimenticavo che il termine inconscio, specie se non legato ad un individuo, per te non ha a priori alcun significato. Konrad Lorenz e tanti altri scienziati hanno ampiamente dimostrato che gli altri animali soffrono, provano emozioni, pensano.
Comunque, la vita media umana è aumentata, ma non é affatto migliorato il grado di salute medio. Come spieghi il vertiginoso e continuo aumento numerico delle malattie di tipo psichico (depressioni e suicidi) e di tipo degenerativo (cancro) anche in persone in giovane età?
S.U. – Per quanto riguarda le depressioni, si tratta di carenze di sostanze nei neurotrasmettitori, o nei neuroni, o comunque di altre cause materiali nell’individuo.
M.S. – Mi sembra che anche in medicina sia venuto il momento di abbandonare l’ipotesi di lavoro che il corpo abbia un funzionamento suo proprio indipendente dalla mente. Tale ipotesi è ormai ampiamente smentita, anche dalla psicoanalisi. Le cure che hai etichettato come non-scientifiche sono spesso basate sullo studio del complesso mente-corpo-società-natura e danno buoni risultati.
Per le malattie mentali e le depressioni, come fai a spiegare l’enorme aumento numerico di tante cause materiali che dovrebbero manifestarsi in ciascun sistema nervoso individuale, in modo indipendente una dall’altra? Non vorrai “spiegare” tutto con il caso. Le probabilità sono praticamente zero. E’ molto più logico pensare che siano malate la mente collettiva, o l’anima del mondo. Il vero problema è che non vuoi neppure sentir parlare di mente, di psiche o di anima se non in strutture legate ad un sistema nervoso individuale.
Sarebbe ora di riesaminare l’ipotesi di lavoro iniziale, che hai trasformato in un dogma. Pensa, solo come esempio, che anche la non-contraddizione “A non è non-A” e l’impenetrabilità dei corpi (dicotomia vuoto-pieno) sono naufragate nel vuoto quantistico. I fenomeni non ripetibili possono avere spiegazioni considerando anche cause non-materiali. Tu consideri a priori gli esperimenti di laboratorio sempre validi, ma quando installi le apparecchiature, hai già in mente cosa vuoi provare o non-provare! Le domande che poni all’esperimento non sono mai neutrali, perché non possono esserlo, ma presuppongono già il tipo di risposta che deve saltar fuori. Non puoi dimostrare che le concezioni di Galileo sono migliori o “più vere” di quelle di Alce Nero impiegando le conseguenze delle idee di Galileo: in quel modo hai già in mente che le idee di Galileo sono quelle “buone”!

© 2013, Guido Dalla Casa. All rights reserved.

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About the Author

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- Guido Dalla Casa è nato nel 1936 a Bologna, dove ha frequentato il Liceo Scientifico e si è laureato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1959 al 1997 ha svolto l’attività di dirigente dell’ENEL nelle aree tecnica e commerciale della distribuzione, nelle sedi di Torino, Vercelli, Milano e Brescia. Ora vive a Milano, dove fa parte del Gruppo Ecologia ed Energia dell’ALDAI. Dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di filosofie orientali e native. E’ docente di Ecologia Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini (Università di Urbino). Tiene corsi di Scienze Naturali ed Ecologia Profonda come docente volontario alla UNITRE di Saronno e in altre UNITRE dell’area milanese. Ha pubblicato alcuni libri: L’ultima scimmia (1975) per la Casa Editrice MEB, Ecologia Profonda (1996) per l’Editrice Pangea, Inversione di rotta (2008) per Il Segnalibro, L’ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo (2008) e Guida alla sopravvivenza (2010) per Arianna, Ambiente: Codice Rosso (2011) per l’Editrice Jouvence, oltre a numerosi articoli su varie Riviste, quasi tutti su argomenti di ecologia profonda.

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