Il Sacro Wesak a Puttaparthi | Ritorno in Atlantide
Quel mattino mi ero svegliata prestissimo, alle quattro, non volevo perdermi le file che nell’Asrham di Whitfield, mi avrebbero dato la possibilità’ di sedere tra le prime linee e vedere così il Nostro Amato Maestro da vicino. Arrivai al cancello un po’ trafelata e dopo i normali controlli con il metal detector fui fatta entrare. Scelsi una fila qualunque, tanto pensai e’ gia’ tutto scritto nella mente del Signore, finiro’ seduta dove Lui ha deciso.
Ero serena e felice quel giorno si festeggiava il WESAK e l’ashram era bellissimo, decorazioni in stile Tibetano erano ovunque e file di bandierine colorate dette della Preghiera erano appese su ogni lato del Tempio.
Monaci tibetani dalle sgargianti tuniche color zafferano e rosso scuro avevano iniziato a cantare i mantra, con le loro voci profonde e baritonali, mi sentii trasportare subito in estasi, in un altra dimensione, come sempre accadeva a ogni Darshan di Swami, un suo dono.
Mi ritrovai in astrale o in un altro campo quantico. Vedevo cime innevate ovunque e mi trovai ai piedi di un piccolo e fantastico Monastero Tibetano, mi incamminai per una ripidissima scalinata verso l’entrata del tempio, ero stupita e felice, mi sentivo così leggera e beata, la forza di gravita’ era pochissima, e io arrivai in cima in pochi secondi.
Mi attendeva un piccolo monaco dagli occhi ridenti che mi fece segno di seguirlo. L’interno del misterioso monastero era bellissimo e pieno di luce, ricordo una grande statua dorata del Buddha che mi sorrideva silenziosa, l’impressione fu che la statua fosse viva!
Fui introdotta in una saletta color smeraldo. La luce che si irradiava dalle pareti illuminava tutta la stanza, in modo irreale e magico. Improvvisamente un anziano monaco entrò: era vestito in modo diverso, la tunica era color oro scuro e il resto dell’ abito color bronzo rossastro. Mi sorrise, fissandomi a lungo, con due occhi pieni di luce e compassione ma allo stesso tempo …birichini! La sua voce raggiunse la mente… ma lui non apri bocca: avveniva tutto in modo telepatico, mi parlò a lungo in una lingua stranissima ma che in quel momento io riuscivo a capire perfettamente. “Mia cara figlia, finalmente sei tornata“. Rimassi di sasso…tornata dove? Il dialogo che ne segui fu molto personale e intimo. Posso dire solo che mi parlò a lungo di una mia vita come regnante in Atlantide, prima della sua caduta, di come ero riuscita a salvarmi da quella tremenda catastrofe con la mia famiglia e alcuni fedeli amici che avevano scelto con me la Luce e non le trame oscure che portarono il regno di Atlantide, che lui chiamò Poseide , in onore del dio Poseidone, che si narra fu suo fondatore.
Ricordo che le lacrime mi uscirono copiose dagli occhi..quanto dolore mi invase, ricordavo tutto…una morsa mi strinse il cuore.
Stavo ancora piangendo quando mi risvegliai all’imporovviso, a mia fila aveva pescato il numero 1, che gioia mi sarei seduta davanti, vicino a Swami e avrei potuto guardare il Suo Volto bellissimo e divino per tutto il tempo! Che giorno benedetto!
Mi sedetti compostamente sul mio piccolo cuscino e attesi….i monaci melodiavano in modo stupendo e il mio cuore seppur scosso dalle visioni della caduta di Atlantide era ora in beatitudine. Mi asciugai le lacrime e pregai intensamente dentro di me, che mai più l’umanità dovesse vivere una simile catastrofe terrena e spirituale come quella che avevo appena vissuto e ricordato in astrale.
L’ Amato Baba entro’ in quel momento, con il Suo passo fluttuante e divino, passò vicinissimo a me e si fermò un attimo a parlare con una signora indiana poco più in la; nel mio cuore adorante desiderai toccarGli i Piedi di Loto…non lo avevo mai fatto. Ero incerta e la seva mi fece cenno di no -peccato – pensai, ma Baba improvvisamente si voltò verso di me e fece cenno di si con la testa. Sorrise e sporse il suo Piede Divino leggermente verso di me: capii che era giunto il momento atteso da mesi, mi sporsi e posai delicatamente la mia mano destra sul suo piede, era fresco e morbido, divino…
Fui avvolta da un onda d’Amore così intenso e delicato allo stesso tempo che mi portò in uno stato di estasi totale che duro’ molto a lungo.
Il darshan continuò e quando riaprii gli occhi dalla mio rapimento estatico vidi una grande luce che era apparsa sopra la mano di una statua del Buddha che per l’occasione era stata posta alla sinistra dell’ altare. La Luce che vedevo da sveglia e non in meditazione stavolta usciva dalla mano benedicente della statua, era così intensa che mi costrinse a socchiudere gli occhi. Improvvisamente si tramutò in una croce luminosa dal colore blu e oro. Rimasi incantata..l.a vedevo solo io? O qualcuno la vedeva come me?
Non lo seppi mai. Quello che so è che chequella giornata del Wesak fu una pietra miliare del mio percorso spirituale ed ancora oggi mentre la scrivo provo una gioia indicibile; un altro gradino verso la Meta era stato scalato. Avevo ricevuto in dono il Sai Buddha Darshan!
Conservo ancora per ricordo alcune bandierine colorate tibetane che adornavano il tempio quel giorno memorabile e che mi furono gentilmente donate dai sevadal dell’ ashram.
© 2013, Tullia Parvathi Kalindi Turazzi. All rights reserved.