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Published On: Gio, Feb 26th, 2015

Come vive la Terra

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La Terra è un sistema altamente complesso, con numerosissimi effetti di retroazione. Secondo la teoria di Gaia (James Lovelock, Lynn Margulis), è un essere senziente. In ogni caso tutti gli esseri viventi sono sistemi altamente complessi, come pure gli ecosistemi e alcuni sistemi non-viventi.

Come i viventi, la Terra è un sistema omeostatico, entro una certa fascia di variabilità, tenendo conto della scala dei tempi. Questo significa che è in grado di riportarsi in situazione vitale, autoriparando i guasti non troppo drastici che dovessero verificarsi.

La Vita (o il funzionamento) della Terra è basata sulla biovarietà, senza la quale il Pianeta non è in grado di mantenere la situazione stazionaria: le capacità omeostatiche, o vitali, dell’Ecosfera sono conseguenza della biovarietà. Come esempio, un campo coltivato a monocoltura non può autoripararsi. Si mantiene solo con pesanti apporti esterni (fitofarmaci, pesticidi, fertilizzanti, prodotti petroliferi): l’aumento di produttività è temporaneo e illusorio, perché il bilancio complessivo è negativo.

Il ciclo energetico dell’Ecosistema (o della Terra) si esplica in gran parte attraverso il ciclo vitale di respirazione e fotosintesi.

L’unica energia “utilizzabile dagli umani” in condizioni stazionarie è l’energia solare, rendendo minime le trasformazioni (in pratica, i pannelli solari termici per la produzione di calore).

Veniamo a qualche comportamento umano. In base alle ultime conoscenze derivanti dallo studio della dinamica dei sistemi, sappiamo che in ogni sistema complesso si manifestano fenomeni mentali (“scelte” ad ogni biforcazione-instabilità). Ma allora, cosa differenzia in modo sostanziale la nostra specie dal resto del mondo naturale? Nulla.

Comunque, delle cinquemila culture umane comparse sulla Terra negli ultimi millenni, soprattutto quelle di derivazione medio-orientale e poi europea (quelle delle religioni abramitiche) vedevano l’uomo come qualcosa di totalmente diverso e staccato dalla Natura, qualcosa di natura radicalmente diversa e “superiore”. Prima c’era l’animismo, o neanche quello. Qua e là sul Pianeta, c’è stato anche dopo. A volte, c’è ancora.

Come esempio, riporto, dalla Bibbia:

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sul bestiame, su tutte le fiere della terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra” (Genesi, 1/26).

…e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela e abbiate dominio sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sul bestiame e su tutte le fiere che strisciano sulla terra”. (Genesi, 1/28).

Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: “Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore di voi e il terrore di voi sia in tutte le fiere della terra e in tutto il bestiame e in tutti i volatili del cielo. Per quanto concerne ciò che striscia sul suolo e tutti i pesci del mare, essi sono messi in vostro potere”. (Genesi, 9/1-2).

Il concetto è ripetuto ben tre volte! E non lascia molti margini di interpretazione: non mi sembra di aver trovato nella Genesi neppure l’idea (ancora antropocentrica) di “custodia” affidata al bravo amministratore. Naturalmente a tutto questo si aggiunge la posizione del tutto particolare assegnata all’uomo durante il ben noto racconto della creazione.

..E se credessimo nella Terra? La Gaia di Lovelock e Margulis è un’entità anche metafisica: la limitazione ai confini del Pianeta è solo una semplificazione, ottenuta trascurando i collegamenti con il resto dell’Universo.

Secondo il biologo-filosofo inglese Rupert Sheldrake:

“Da qualche secolo una minoranza colta dell’Occidente ritiene che il nostro pianeta sia morto, sia una semplice sfera nebulosa di pietre inanimate che ruota attorno al Sole seguendo le leggi meccaniche. Questa è un’opinione molto azzardata, ove la si consideri in un contesto umano più ampio. Nel corso della storia quasi tutta l’umanità ha ritenuto che la Terra fosse viva. …. L’ipotesi di Gaia è indubbiamente un notevole passo avanti verso un nuovo animismo; proprio per questo motivo è così discussa. D’altro canto suscita molto interesse perché ci ricollega agli schemi di pensiero del pre-meccanicismo e del pre-umanesimo. …Se Gaia è in qualche modo animata, allora deve possedere qualcosa di simile a un’anima, un principio organizzatore con fini e obiettivi propri. Ma non dobbiamo supporre che la Terra sia cosciente solo perché sembra viva e provvista di intenzionalità. Potrebbe essere cosciente, ma se lo fosse la sua coscienza probabilmente sarebbe incredibilmente diversa dalla nostra, che è inevitabilmente influenzata dalla cultura e dal linguaggio degli uomini. D’altro canto potrebbe anche essere completamente inconscia. Oppure potrebbe, come noi, essere una creatura dalle abitudini inconsce provvista, a volte, di una certa dose di coscienza. Questo interrogativo deve restare aperto.

… Che cosa cambia se consideriamo la natura viva piuttosto che inanimata? Primo, mettiamo in crisi le ipotesi umanistiche su cui la civiltà moderna è basata. Secondo, instauriamo un rapporto diverso con il mondo naturale e acquistiamo una prospettiva diversa della natura umana, Terzo, diventa possibile una nuova sacralizzazione della natura.”

( R. Sheldrake – La rinascita della Natura – Ed. Corbaccio, 1994)

© 2015, Guido Dalla Casa. All rights reserved.

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About the Author

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- Guido Dalla Casa è nato nel 1936 a Bologna, dove ha frequentato il Liceo Scientifico e si è laureato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1959 al 1997 ha svolto l’attività di dirigente dell’ENEL nelle aree tecnica e commerciale della distribuzione, nelle sedi di Torino, Vercelli, Milano e Brescia. Ora vive a Milano, dove fa parte del Gruppo Ecologia ed Energia dell’ALDAI. Dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di filosofie orientali e native. E’ docente di Ecologia Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini (Università di Urbino). Tiene corsi di Scienze Naturali ed Ecologia Profonda come docente volontario alla UNITRE di Saronno e in altre UNITRE dell’area milanese. Ha pubblicato alcuni libri: L’ultima scimmia (1975) per la Casa Editrice MEB, Ecologia Profonda (1996) per l’Editrice Pangea, Inversione di rotta (2008) per Il Segnalibro, L’ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo (2008) e Guida alla sopravvivenza (2010) per Arianna, Ambiente: Codice Rosso (2011) per l’Editrice Jouvence, oltre a numerosi articoli su varie Riviste, quasi tutti su argomenti di ecologia profonda.

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