Perché i sogni non vanno interpretati
Partiamo da questa semplice constatazione: ciò che si produce nei sogni non sono altro che immagini. Immagini impregnate di una grande forza evocativa. Bene, tali immagini non chiedono di essere credute, capite o analizzate, ma semplicemente accolte, celebrate nel non giudizio in una condizione di totale assenza di sforzo. Lo sforzo, compreso quello di voler interpretare ogni cosa, è una prerogativa della mente che tutto vuole comprendere con i parametri del pensiero logocentrico, discriminante e dualistico per definire l’esperienza a mezzo di categorie (bello, brutto, giusto, sbagliato, positivo, negativo, ecc.). Ma quando si lascia che a parlare sia l’anima, l’ultima parola sarà sempre una rivelazione.
“Il corpo dell’uomo vuole cibo,
la mente assiomi,
l’anima estasi”
(Elémire Zolla)
Questo vale anche per i sogni che altro non sono se non esperienza, immagini prodotte dall’anima non diversamente da quelle prodotte nello stato di veglia. Se si torna all’origine di tutte le cose, alla loro essenza de-materializzata, si scopre che tutto il mondo fenomenico non è altro che un grande sogno, una inconsistente visione impregnata di energia, vibrazione e suono… Tutto é sogno, anche nello stato di veglia noi stiamo vivendo i nostri sogni, le nostre proiezioni. Detto questo, quello che si sperimenta nell’esperienza onirica notturna può sembrare di natura differente dal sogno mattutino e in parte effettivamente lo è: ciò dipende dal fatto che durante il sonno notturno la mente molla un po’ di più la presa, é meno attivo il controllo razionale dell’attività cerebrale che invece tende a prevaricare nello stato di veglia sotto forma di automatismi. Tendono cioè a manifestarsi spontaneamente i contenuti inconsci del nostro vissuto, la poesia spesso poco rassicurante delle parti infere della nostra anima, la danza di Ade in tutte le sue performance anti-concettuali, la spietata eppure ingenua potenza onnicomprensiva della Natura. E così … ti si presentano scorci impetuosi ed impietosi di oceani in tempesta con onde gigantesche che spezzano linee di orizzonti imbevuti di sangue, mentre il corpo di tua madre è dilaniato dalla nostalgia mentre tiene in braccio la versione neonata di te che scalcia, piange e ride contemporaneamente, e tu assisti, sgomenta, a questo strazio sulla cima di un precipizio insieme ad un unicorno imbizzarrito, un abisso tale che a solo guardarlo ti si arresta il respiro. Vorresti muoverti, metterti in salvo, hai il piede conficcato in un solo centimetro di roccia, dopodiché … solo la vertiginosa altitudine del vuoto. Ti svegli in una valle di lacrime e… “Oddio, che vorrà dire? Una catastrofe sta per abbattersi sulla mia famiglia, la casa al mare verrà distrutta, mia madre sta per morire, io sono incapace di agire, non avrò mai dei figli miei, ho paura di lasciarmi andare, non so volare e…” Stop. Respira. Niente di tutto questo. È più entusiasmante di quanto tu possa immaginare.
“La natura è un tempio…
e l’uomo vi passa
attraverso foreste di simboli familiari”
(Baudelaire)
Rimani con le sensazioni, non fuggirle ma non interpretarle. Hai compiuto un bardo (cioè un transito, per approfondire leggi qui: Lo stato intermedio, quella “gaffe” chiamata morte) durante la notte e al risveglio sei una persona nuova, letteralmente rinata. I “personaggi” del sogno sono gli attori della tua vita, unicorno incluso! Non vogliono dirti proprio niente, vogliono solo danzare con te, con le tue emozioni più intense perché è di intensità che si nutre l’anima, non di spiegazioni.
“Le cose più importanti,
nella morte, come nella vita,
accadono a mente vuota”
(Il profumo della luna, Selene C.W.)
Se afferri questo anche solo per un istante, sei libero, sei libera. Libero, libera di goderti i tuoi sogni, senza paura, giudizio, diffidenza, prudenza, aspettative. I sogni, così come tutte le situazioni della vita e le persone che ne fanno parte, sono dei, spiriti, entità psichiche, messaggeri dell’anima, e se si torna all’essenza spirituale che permea qualsiasi aspetto della realtà fenomenica, non c’è nient’altro da fare se non… danzare, seguendo il ritmo naturale delle cose. Danza con i tuoi spiriti, nutri i tuoi demoni, non giudicarli, piuttosto amali! Tutto questo è Natura allo stato puro. Il sogno è una Porta Segreta che ci invita a vedere con gli occhi interiori ciò che solitamente non vediamo con gli occhi esteriori della sola visione razionale: il mondo dell’invisibile, appunto.
“Esiste una certa affinità tra il mondo del subconscio umano e il mondo della natura. L’uomo che impoverisce il significato della sua vita, fuggendo dalla bellezza di un contatto sano e frequente con la natura, è anche l’uomo che fugge da un’importante dimensione di se stesso. […] Egli svilupperà una esagerata razionalità che gli impedisce di sentire la voce dei miti, dei simboli onirici, dell’universo subconscio. «Tutte queste cose – dirà poi – sono inutili fantasmi, e in realtà, non fatte per me». E invece la limpida voce della natura ci parla continuamente della realtà e del significato dell’esistenza, con purezza e ingenuità, e talvolta ci provoca quel senso di ricordo o stimolo profondo che Mircea Eliade chiama «nostalgia del paradiso» e Paul Claudel «Canto di Anima». L’uomo, che a forza di rumori e ansia atrofizza quest’ultima chiamata nostalgica, cade in una vera e pericolosa crisi di senso dell’esistenza. Vita e morte, musica e silenzio, riso e pianto, semina e raccolta… sono altrettante chiamate che esistono in ciascun uomo e lo invitano ad aprirsi e a crescere maggiormente per capire il messaggio più bello e autentico che, dentro e fuori di noi stessi, la natura continuamente scrive: l’amore, l’accoglienza e il rispetto per ogni soffio di vita è la più grande realtà, è quello che conta di più. Purtroppo l’uomo ingabbiato e artificiale è solo preoccupato di classificare, sintetizzare in laboratorio e poi imbottigliare ed etichettare le preziose e ingenue realtà della natura, per cui neanche si rende conto di aver collaborato alla loro distruzione… Nell’interiorità c’è come un muro. Da questa parte del muro si ammucchiano etichette, schemi e scatole da classificare; dall’altro ci sono immensi oceani, limpidi cieli stellati e paesaggi sconfinati che restano muti.” (Mariano Ballester)
I sogni ci spronano ad abbattere questo muro, ad attraversare la Porta Segreta fra i due mondi con una chiave impeccabile ed infallibile: l’amore. Amare l’invisibile che è l’essenza spirituale di ogni cosa, in una parola: l’anima. (Leggi anche: dall’ipnosi materialistica al sogno creativo: il cammino del fare anima). Sognare – così come tutte le attività che ci mettono più a stretto contatto con la sostanza invisibile delle cose – (la meditazione, ad esempio) è una resa totale all’integrità del nostro essere, che è fatto di luce e ombra, all’unisono con l’armonia degli opposti che regola la natura e l’universo intero: giorno e notte, sole e luna, luce e materia oscura. L’abbraccio sempiterno degli amanti divini. E se ci si sveglia nostalgici, impauriti, turbati, inquieti dopo un sogno… non solo non bisogna preoccuparsi, ma conviene ringraziare: è l’anima che si svela nel canto dell’eterno svanire. E grazie a te, ha ridato voce a immensi oceani, limpidi cieli e paesaggi sconfinati …
Scusate se è poco.
Letture consigliate
“Le potenze dell’anima – Anatomia dell’uomo spirituale” di Elémire Zolla
“Meditare un sogno – Dimensione spirituale del mondo onirico” di Mariano Ballester
“Il profumo della luna” di Selene Calloni Williams
“Il sogno e il mondo infero” di James Hillman
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