Journey: Un’Esperienza di Crescita Interiore
(Articolo scritto da Stefania Caracciolo)
La Journey, letteralmente “viaggio” all’interno di noi stessi, è un’esperienza di crescita interiore. Ma perché si pone l’attenzione sulla crescita interiore?
Perché l’uomo non è pre-costituito, esso è interiormente sia positivo che negativo, sia luce che buio, in lui convivono parti consce e parti inconsce, ed è proprio sulla sintesi di questi opposti che bisogna porre l’attenzione.
L’uomo non viene considerato come punto di arrivo, ma in movimento di crescita, nel suo essere e nel suo divenire. L’uomo è chiamato dalla Vita stessa a realizzare questa crescita. Sì, ma come?
Dando un senso diverso, per esempio, alla sofferenza umana, sia quella fisica che quella esistenziale.
La sofferenza è una spia, occasione di profonda trasformazione e anche di disagio psichico, non è una malattia, ma un cattivo rapporto con la vita.
Non basta essere nati per vivere e sentirsi persone, occorre in qualche modo “rinascere”.
Biologicamente nasciamo in un certo giorno, ad una data ora, poi però la vita ci chiede altre nascite.
Ecco, la Journey si muove in questa direzione.
Essa nasce dall’esperienza personale di una donna Brandon Bays che si è auto guarita da un tumore all’utero e parte di questa esperienza le ha permesso di scoprire gli strumenti per accedere direttamente alla saggezza infinita del nostro corpo.
Infatti con la Journey peschiamo nel nostro potenziale dentro di noi, perché dentro di noi c’è una presenza di pace, di quiete, di libertà.
Sin dalla vita intrauterina esiste dentro il feto una parte di saggezza, di luce, di quiete, di pace… quella stessa parte che ci fa battere il cuore e brillare gli occhi: è la nostra vera essenza, la nostra Anima.
Questa parte non avendone coscienza viene gradualmente coperta nel corso della vita, da una parte, da quelle che sono le nostre esperienze di vita, esperienze che procurano dispiaceri, incomprensioni, traumi, violenze, abusi e, dall’altra, da come ognuno di noi arbitrariamente decide di rispondere a queste esperienze negative. Tutto questo non fa altro che coprire la nostra parte più vera, il nostro Sé e questi strati durante la nostra vita diventano talmente tanti che alla fine non solo non la sentiamo più ma ci dimentichiamo di averla.
Tutti noi abbiamo vissuto esperienze che ci hanno fatto sentire intrappolati o limitati. Esistono così tante emozioni negative che prima o poi riemergono: rabbia, ira, frustrazione, ansia, perdita, depressione, bassa autostima, separazioni, abbandono, lutti, tradimento, senso di inferiorità, timidezza eccessiva, solitudine, tristezza ….
Non siamo abituati a sentite le emozioni “negative”, non ci viene insegnato ad accettarle per poi trasformarle, anzi, quando sentiamo che sta arrivando una forte emozione, fuggiamo: corriamo al frigo per mangiare del cibo per mascherarla, ci prendiamo una sigaretta, ecc. ecc. invece, se diamo il benvenuto a questa emozione, se siamo presenti, se non la respingiamo, ecco che tutto dura un attimo e arriviamo a sentire la pace, la quiete dentro di noi. Grazie a questo metodo si ha la possibilità di oltrepassare questi strati per arrivare alla nostra Sorgente, arrivando a sperimentare il “chi siamo veramente”.
Erroneamente pensiamo che, solo perché tante situazioni che ci sono accadute non le pensiamo più, non esistano; in realtà non è così, nel nostro corpo, anzi in ogni singola cellula del nostro corpo sono conservate tutte le memorie degli episodi che ci hanno procurato dolore. Infatti ogni emozione non ascoltata lascia un segno nel nostro corpo.
La scienza ha scoperto che ogni volta che noi abbiamo una forte emozione e la reprimiamo questa rilascia una composizione chimica nel nostro sangue che va in determinati recettori cellulari e li blocca rendendo le cellule incapaci di comunicare con le altre cellule del corpo. Oggi, che le emozioni negative si accumulino in determinati organi e ne causino la degenerazione è un’informazione conosciuta, ma la mente cosciente non possiede gli strumenti per poter accedere alle memorie di tali emozioni.
Il metodo Journey funziona come una meditazione guidata.
È così semplice che funziona davvero con tutti, anche con i bambini.
Come mai la Journey ha questi grandi risultati?
Prima di tutto perché fa il contrario di ciò che si fa di solito e cioè, come ho già detto, invita, da’ il benvenuto, accoglie l’emozione invece di toglierla, modificarla o reprimerla; in secondo luogo perché in modo molto morbido fornisce il potenziale per accedere alle nostre memorie cellulari immagazzinate nei nostri organi o tessuti, permettendo così all’organo, o tessuto, di liberarsi dalla “malattia” o più semplicemente dal disagio.
Con la Journey, il professionista, aiuta il cliente a scoprire queste memorie cellulari represse, ma non è sufficiente accedere a queste memorie, abbiamo bisogno di passare attraverso il dolore per poter rilasciare tutto il dolore che è rimasto immagazzinato e altra cosa importantissima passiamo attraverso il perdono, non come un condonare atteggiamenti sbagliati ma come un liberare noi stessi dal risentimento che fa male a chi lo nutre; così facendo permettiamo al nostro corpo di guarire in modo naturale.
Chi l’ha provata dice:
“con la Journey ho sentito un’armonia interiore e un rilassamento generale mai sentito prima;”
“un momento di profonda crescita interiore;”
“coinvolgente, il tempo passa in un attimo e alla fine ti ritrovi con l’anima bagnata di pianto sì, ma con una nuova consapevolezza che ti rende più forte;”
“ho capito che abbiamo veramente dentro di noi una quantità di Amore tale che può permetterci di perdonare anche quello che con i limiti della nostra mente pensiamo non sia possibile, e che veramente facciamo parte di un Tutto.”
Dott.ssa Stefania Caracciolo