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Published On: Ven, Mag 9th, 2014

Come il Crudismo ha Guarito la Mia Vita | Intervista a Marco Urbisci (prima parte)

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Marco Urbisci

Marco Urbisci

Marco Urbisci è l’incarnazione della salute. Sorridente, in forma, scattante, uno sportivo, insomma.  Scrittore, conferenziere, abile oratore, amante dello sport e della salute, tanto che è anche insegnate di educazione fisica in una scuola superiore.

Marco Urbisci scardina tutti i pregiudizi di coloro che pensano che l’alimentazione, non solo vegana, ma crudista, non sia in grado di mantenere uno stato di salute perfetto.

Marco Urbisci non solo ha scritto un libro in cui in 380 pagine spiega nel dettaglio come rifornire  l’organismo col miglior carburante che la natura ha creato per l’essere l’umano (DEA – Dieta Energia Altaleggi la recensione qui) ma lui stesso è la prova vivente  di quello che scrive.

D: Marco, come ti sei avvicinato all’alimentazione vegana e poi crudista? Prima eri onnivoro? Cosa ti ha portato a fare questa scelta alimentare e di vita?

R: Beh, innanzitutto, per l’esattezza, sono stato onnivoro fino all’età di 21 anni circa (al momento ne ho 55). Ho passato l’intera adolescenza con tantissimi problemi psicofisici (acne devastante, funghi, porri, verruche, cisti, cheloidi, eczema, allergie, alopecia, perdita di capelli, emicranie violente, bassa pressione sanguigna con frequenti svenimenti, problemi di vista, problemi di denti, mal di gola lancinanti – con asportazione delle tonsille – frequenti raffreddori e influenze, artrite, tendiniti, contratture muscolari, problemi gastro intestinali con fitte all’addome lancinanti, ecc., oltre a crisi depressive pesantissime che mi avevano portato più volte a pensare al suicidio come unica soluzione). Così mi ero ritrovato a dipendere da medici, farmaci, trattamenti, interventi, ecc., di ogni tipo. A quel tempo mangiavo di tutto e di più: dolciumi in quantità industriale, carne, salumi, farinacei di tutti i tipi, formaggi, fast food, cibo raffinato, devitalizzato, fritto, condimenti, ecc. e facevo uso di caffè, alcol, superalcolici e droghe leggere.  Col senno di poi ci sarebbe da stupirsi che fosse andata diversamente! Poi, all’età di 21 anni circa, ho incontrato un amico che mi ha suggerito di provare la dieta vegetariana. Ho provato a seguire il suo consiglio e ho cominciato a vedere i primi risultati positivi. Da lì in poi, per i seguenti 30 anni, ho letto, ricercato e sperimentato tantissimi regimi alimentari, con buoni risultati, anche se non sempre. Ero guarito da tanti disturbi, ma alcuni permanevano: stanchezza, problemi saltuari di pelle, artrite, tendiniti, contratture muscolari, disordini intestinali, un paio di raffreddori pesanti all’anno, muco presente quasi tutti i giorni, leggero sovrappeso, ecc.. Nel 2010, all’età di 51 anni, ho provato, per caso, a mangiare solo frutta e verdura cruda per qualche giorno…… MIRACOLO!!! (Ne parlo dettagliatamente nel mio libro). Da lì in poi ho ricercato, su internet, informazioni a riguardo di questo regime alimentare e ho scoperto… l’acqua calda! Infatti sono venuto a conoscenza di tante altre persone che già avevano provato questo regime e avevano rilevato gli stessi incredibili benefici. Mi sono fatto spedire decine e decine di pubblicazioni, prevalentemente dagli USA: testi, interviste, conferenze, trattati, di igienisti, scienziati, medici, nutrizionisti che erano diventati popolari e avevano curato tantissime persone, con un’alimentazione sia crudista, sia vegana a bassissimo contenuto di grassi. Alla fine mi ero ritrovato in possesso di troppe informazioni, troppo preziose da trattenere e… mi sono sentito in obbligo morale (sia verso l’animale uomo che verso tutti gli altri animali – le cui vite verrebbero risparmiate se il primo comprendesse appieno i vantaggi di nutrirsi con cibo specifico per la propria specie) di riportare quanto avevo avuto la fortuna di scoprire, apprendere e sperimentare,  in un libro: “DEA – Dieta Energia Alta”, di modo che tutti potessero perlomeno conoscere quello che avevo appreso.

D: Sei arrivato a formulare una tua, permettimi  il termine, “dieta perfetta”,  di cui parli ampiamente nel tuo libro: DEA | Dieta Energia Alta. In cosa consiste?

R: Consiste prevalentemente di frutta e verdura consumata allo stato naturale, quindi integra, fresca, cruda e matura, con l’aggiunta opzionale di una piccola quantità di semi oleosi. Questa sarebbe la dieta ideale, l’obiettivo da raggiungere, ma già imparare a mangiare più frutta (secondo le modalità dettagliatamente descritte nel libro, onde evitare errori che potrebbero rivelarsi nocivi, come ad esempio mangiare la frutta dopo pasto, oppure non matura) sarebbe un grande passo. E parlo di tutti i tipi di frutta, da quella acquosa dei meloni e delle angurie, a quella acida degli agrumi, ananas, fragole, kiwi, ecc., a quella semi acida di mele, pere, pesche, albicocche, ecc., a quella dolce di banane, fichi, cachi, mango, uva, ciliegie, ecc., a quella grassa (anche se in quantità ridotta, come indicato nel libro) tipo avocado, olive, cocco, ai frutto-ortaggi come pomodori, cetrioli, peperoni, zucca e zucchine. E parlo di verdure crude a foglia tenera e verde, come tutti i tipi di insalata, compresi gli spinaci. E parlo di semi oleosi (anche se in quantità moderatissima) come noci, mandorle, pinoli, nocciole, semi di lino, di sesamo, di zucca, ecc.. Ma, lo ripeto, è bene leggere prima attentamente le modalità con cui nutrirsi di questi alimenti, onde evitare di commettere errori che potrebbero non solo comprometterne i vantaggi,  ma addirittura rivelarsi anche molto dannosi. Comunque, ci tengo a precisarlo, non ho inventato nulla: è semplicemente la dieta che Madre Natura ha previsto per noi, e inoltre il merito di averla RI-scoperta va a tutti i grandi maestri igienisti a cui ho riservato un intero capitolo nel mio libro, i quali hanno dedicato la loro intera esistenza alla ricerca su se stessi e alla cura di migliaia di persone spesso definite incurabili dalla medicina ufficiale.

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D: L’essere umano quindi non è onnivoro? Sulla base di quali  parametri scientifici?

R: Beh, direi che al momento l’uomo è “più che onnivoro”, nel senso che oltre a ingerire tutti i cibi presenti in natura (destinati o meno alla sua specie), ingerisce anche tutte le sostanze che si è inventato e che nessun animale (libero in natura) mangia: dolciumi, formaggi, salumi, pane, pizza, pasta, fast food, bibite, alcol, super  alcolici, caffè, ecc.. In pratica basta dare una guardata agli scaffali di qualsiasi supermercato per capire come l’uomo si sia allontanato da un’alimentazione naturale, ovvero composta di cibo che si possa trovare in natura. In ogni caso, per evitare inutili discussioni polemiche su quale sia il cibo destinato alla nostra specie, proporrei di riflettere sulla domanda: “Perché non limitarsi a osservare cosa mangiano gli altri primati che, assieme all’uomo, appartengono alla “superfamiglia Hominoidea”, cioè le altre scimmie antropomorfe (a forma d’uomo), come gorilla, orango, scimpanzé e gibboni?” Essi mangiano prevalentemente frutta, foglie, bacche, semi oleosi, germogli, e solamente una piccola quantità di cibo è di origine animale (insetti, vermi, piccoli vertebrati e uova d’uccello), a cui sembra ricorrano più che altro quando il loro cibo elettivo non è reperibile. Sembra che, al momento, l’essere umano abbia invertito esattamente le proporzioni, relegando la piccola quantità del cibo ingerito alla frutta e verdura a foglia (nel migliore dei casi). E la quantità di patologie lievi e gravi di cui soffre è cresciuta in modo esponenziale. Un’altra semplice considerazione è: “Di che cosa ci nutriremmo se ci trovassimo in natura, magari nella zona tropicale del globo terrestre (dove la nostra vita ha avuto origine), ricca di frutta di ogni tipo,  così come siamo stati creati, cioè senza fornelli, forni, attrezzi vari, armi, frigoriferi, container?  Da ricordare, a questo proposito, che la pratica dell’agricoltura – e quindi dell’allevamento – su larga scala nasce solamente 10.000 anni fa, mentre le prime scimmie arboricole fanno la loro comparsa ben 10.000.000 di anni fa: questo significa che l’uomo, dalle sue prime apparizioni risalenti a suoi predecessori ancestrali, è sopravvissuto per il 99,9% della sua storia alimentandosi in modo sostanzialmente differente da quello odierno (prodotti cerealicoli e di origine animale) che, tra parentesi, lo sta decimando con tutti i tipi di malattie.

D: Ma troppa frutta non è dannosa? Non solo magari per chi è diabetico, ma consumando grosse quantità di frutta non si immette una quantità troppo elevata di zuccheri nel sangue?

R: La frutta è un carboidrato semplice: molte persone ignorano questo fatto, così come ignorano il fatto che i carboidrati complessi di cui si nutrono quotidianamente sotto qualsiasi forma (riso, pane, pasta, pizza, focaccia, cracker, grissini, ecc.) devono comunque essere scissi in carboidrati semplici prima di passare dall’intestino al sangue. L’unica differenza è che questi ultimi richiedono una lunga digestione, che la frutta non richiede; e che inoltre vengono accompagnati da condimenti di ogni tipo (grassi, sale, salse, proteine, zuccheri, ecc.) che ne rendono ancora più lunga e difficile la digestione; e, ancora, che essendo cotti hanno perso il loro contenuto di vitamine, enzimi, antiossidanti, fitonutrienti, sali minerali, ecc. di cui la frutta è ricca perché consumata cruda, e che la rende non solo più digeribile ma anche fondamentale nella protezione da tutte i tipi di malattie. E anche se non si mangiassero carboidrati di alcun tipo, come consigliato da certe diete, il nostro organismo convertirebbe comunque grassi e proteine in carboidrati (a un “prezzo altissimo” per il nostro organismo, in termini di formazione di sostanze altamente tossiche) perché I CARBOIDRATI SONO IL NOSTRO CARBURANTE, la nostra fonte energetica indispensabile, senza la quale non potremmo sopravvivere. Il problema che si attribuisce all’eccesso di zuccheri (“zuccheri” e “carboidrati” sono sinonimi) contenuti nella frutta, non tiene conto del fatto che la maggior parte della frutta ha un basso indice glicemico (sarebbe più corretto ancora parlare di “carico glicemico”), che contiene tantissima acqua e fibre solubili che rallentano l’assorbimento degli zuccheri e, soprattutto, che la causa del diabete non è tanto da attribuirsi a un eccesso di zuccheri “sani” quali quelli della frutta, bensì a una combinazione di zuccheri artificiali – perché raffinati – in abbinata con una quantità eccessiva di grassi presenti in QUALSIASI regime alimentare che non sia quello che la natura ha previsto per noi: frutta e verdura a foglie. Questi grassi in eccesso, foderando, tra l’altro, le pareti delle arterie, rendono molto difficoltoso il passaggio degli zuccheri dal sangue verso le cellule e così sale la glicemia, e il pancreas è costretto a un continuo iperlavoro di secrezione di insulina, che alla lunga lo esaurisce ed è causa di diabete e tante altre patologie. Se si seguisse la natura (in natura non esistono grassi concentrati, neppure l’olio extra vergine di oliva, men che meno burro, formaggi, insaccati, margarina, ecc.) e ci si nutrisse prevalentemente di frutta e verdura a foglie, si eviterebbero così tante malattie che ci sarebbe davvero da stupirsi. Negli USA ci sono programmi nutrizionali che curano il “diabete di tipo 2” in 3 settimane, esclusivamente con una dieta crudista a basso contenuto di grassi. I nostri cugini, primati antropomorfi (gorilla, orango, scimpanzé e bonobo) mangiano tantissima frutta e non contraggono né il diabete né le altre malattie degenerative tipiche della civiltà industrializzata. La frutta è il nostro carburante, così come la benzina lo è di un’autovettura. I problemi derivano dal mettere nel serbatoio altro che non sia il giusto carburante per quel tipo di auto o organismo.

D: Su quali basi ritieni che la cottura dei cibi non sia in risonanza con l’essere umano?

R: Sulla semplice base dell’osservazione: in natura l’uomo è l’unico animale, tra i diversi milioni di specie esistenti, che ricorre alla cottura. La cottura è stata ed è utile per rendere commestibili cibi che non rientrano tra quelli che la natura ha previsto per noi. Senza la cottura gran parte della razza umana si sarebbe probabilmente estinta quando ha abbandonato le zone tropicali di origine (in seguito a cataclismi naturali, guerre, carestie, epidemie, siccità, glaciazioni, interglaciazioni, ecc.),  che erano ricche di frutta di tutti i tipi. Ma questo non toglie nulla al fatto che se da un lato la cottura è stata una scelta intelligente per sopravvivere, dall’altro ci ha duramente penalizzati perché oltre a indurci a nutrirci di un cibo non appropriato alla nostra specie, lo rende anche privo di tutti i micronutrienti fondamentali per vivere sani e non ammalarci (vitamine, enzimi, antiossidanti, fitonutrienti, sali minerali, acqua biologica, ecc.). E inoltre cambia la struttura molecolare di carboidrati, proteine e grassi, rendendoli difficilmente digeribili (o del tutto indigeribili) e trasformandoli in sostanze tossiche e cancerogene. Vorrei rendere meglio l’idea con un esempio: se ci rompiamo una gamba, l’uso delle stampelle è una scelta intelligente nel breve termine, ma se ne protraessimo l’uso all’infinito, ci ritroveremmo zoppi; così è stato per la cottura del cibo. Il cibo cotto non è ciò che la natura ha previsto per noi. Basterebbe semplicemente aumentare progressivamente la quantità di frutta da ingerire giornalmente (secondo le modalità che descrivo nel mio libro) per verificare personalmente i risultati in termini di guarigioni ed energia.

LEGGI QUI LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA  a MARCO URBISCI

LEGGI QUI LA RECENSIONE DEL LIBRO di MARCO URBISCI – DIETA ENERGIA ALTA –

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Marco Urbisci

© 2014 – 2015, Alessandra Gianoglio. All rights reserved.

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About the Author

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- Autrice di narrativa, blogger, appassionata di musica e di materie evolutive, si occupa della redazione di questo blog. Ha scritto un ebook "Sette Racconti Brevi per il tuo Cuore", che ha collezionato oltre 250.000 downloads. E' autrice anche del saggio di controinformazione " Michael Jackson | l'Agnello al Macello", che rappresenta un lucido ed oggettivo resoconto sulla figura di Michael Jackson. Vegana, tendenzialmente crudista, appassionata lettrice, sempre alla ricerca di qualcosa che rimane perennemente sospeso a qualche passo da lei. Visita il suo blog personale: www.alessandragianoglio.com.

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