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Published On: Mer, Ago 10th, 2016

Tanti buoni motivi per scegliere il chilometro zero

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kmzero

(Articolo scritto da Marcello Monicelli)

Forse gli italiani in generale, e non solo i vegetariani/vegani, stanno iniziando ad utilizzare e ad apprezzare sempre più, filiere diverse da quelle dei comuni supermercati, entrando spesso in contatto direttamente con i coltivatori degli ortaggi acquistati.

Questo è possibile nel 2016, anche grazie alla potenza e all’utilità di internet, e all’intraprendenza di piccole imprese che coltivano, o semplicemente distribuiscono prodotti, quasi sempre totalmente bio e con mezzi a bassissimo impatto ambientale.

Come adesso andremo a vedere, sono molti gli aspetti positivi derivanti da questo tipo di “commercio”, sia per chi vende, che per chi compra: per cui cominciamo ad approfondire i vari aspetti legati a questo fenomeno.

Scegliere il chilometro zero

Per noi che compriamo, è il massimo poter accedere a frutta e ortaggi, che nella maggior parte dei casi sono 100% biologici, ed hanno un gusto pieno, “vero”, che quelli del supermercato non vedono nemmeno da lontano.

Questi prodotti, seguendo esclusivamente la stagionalità ed i tempi che la natura detta per crescere, contengono molti meno pesticidi ed hanno una struttura molecolare completamente diversa da quelli della grande distribuzione.

Spesso accade che i produttori locali possano offrire alcuni ortaggi particolari o magari dimenticati, che non trovano spazio nei banchi dei comuni supermercati, penso ad esempio al sedano rapa, al cavolo rapa, a varietà magari meno diffuse di cipolle, di patate, di carote. ecc.

Un altro importantissimo punto a favore del “km zero” è il fatto di ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Consegnando i prodotti in cassette di legno o plastica riutilizzabili, si evita di consumare cellophane ed incartamenti “superflui”.

Per chi produce, vende o distribuisce frutta e verdura tramite una filiera corta, è finalmente arrivato il momento di trovare spazi, che prima erano totalmente occupati dalla grande distribuzione.

Instaurare un rapporto di fiducia, di trasparenza tra chi compra e chi produce, diventa un’obiettivo primario, come anche la garanzia di applicare prezzi equi, che retribuiscano il giusto lavoro degli agricoltori, senza costi aggiuntivi dovuti al trasporto, alla conservazione o alla distribuzione.

Così facendo si valorizza il territorio, la richiesta di forza lavoro aumenta, e anche le persone ne traggono vantaggio.

La gestione della filiera

Le figure che entrano in gioco sono essenzialmente due: la prima è quella dell’agricoltore che coltiva la propria terra, e a volte vende direttamente i propri prodotti.

La seconda è l’impresa di distribuzione, molto spesso una piccola cooperativa, ma non solo, che si occupa di consegnare gli ortaggi, se chi li coltiva non riesce a gestire la vendita diretta.

Parlavamo prima di internet e della sua potenza, e in effetti è questo il mezzo più utilizzato, a parte il passaparola, per mettere in contatto chi coltiva e chi acquista.

Il punto di partenza che sembra accomunare queste realtà, è senz’altro un sito web, o una pagina facebook, per gestire gli ordini e perché no, mettere in mostra i propri prodotti.

Abbiamo a che fare sempre più spesso, con siti web molto curati, nella grafica soprattutto, ma anche nella funzionalità.

Alla pura vendita si aggiungono tante informazioni di contorno, approfondimenti sulla stagionalità dei prodotti, ricette per utilizzarli al meglio, considerazioni sul territorio, ciò che offre e in che modo.

Si nota sempre un approccio che tende ad avvicinare il più possibile le parti in causa, azzerando la distanza tra tu, che attraverso un monitor fai il tuo acquisto, e l’agricoltore che attraverso un monitor riceve l’ordine e lo evade.

E proprio di ordini parliamo ora, alcuni siti richiedono un abbonamento mensile, ad esempio di una cassetta a settimana, scegliendo solo frutta o verdura, o entrambe e il peso che deve avere in base al nucleo familiare.

Questo favorisce un minimo di programmazione della produzione; ma c’è anche chi reputa giusto l’acquisto estemporaneo di una cassetta alla volta, quando se ne sente la necessità.

Alcune realtà, hanno già sviluppato persino applicazioni per smartphone, tramite le quali è possibile inviare il proprio ordine e pure pagarlo.

I metodi di pagamento più utilizzati sono le carte di credito o prepagate direttamente sul sito, oppure in contanti all’operatore che consegna la merce (nel caso in cui non sia il cliente stesso a recarsi in azienda).

Il discorso consegne merita un elogio a parte, perché qualcuno si è veramente ingegnato per poter fornire i prodotti, inquinando il meno possibile, rispettando l’ambiente.

Tanti infatti utilizzano apposite biciclette modificate con tanto di cassone, e girano per i paesi e la città consegnando a domicilio le cassette.

A volte può succedere, che vengano consegnati vegetali raccolti il giorno stesso… se questo vi pare poco! Grazie alla filiera corta, riceviamo sempre frutta e verdura freschissima.

Chi ha un “giro d’affari” più ampio magari utilizza l’auto o il furgone, oppure si organizza consegnando le cassette in punti di raccolta designati, dove poi il cliente ritirerà l’ordine pronto.

Considerazioni conclusive

Personalmente penso non ci sia nulla di meglio, a parte avere un proprio orto, di ricevere o comprare frutta e verdura direttamente da chi la coltiva.

Da un certo punto di vista è un po’ come tornare ai tempi dei nostri genitori, quando si andava dal fruttivendolo, e si comprava solo ciò che la stagione offriva, senza sprechi inutili e con i tempi dettati dalla natura.

Oggi abbiamo finalmente alternative che ci permettono di accantonare tutti quei prodotti da supermercato che sanno tanto di “pappa pronta”, e sono coltivati “in serie” per essere sempre disponibili in qualunque stagione.

Sfruttiamo quindi le piccole realtà, e ciò che hanno da offrire; andiamo di persona e tocchiamo con mano, vediamo con i nostri occhi, da dove proviene ciò che di buono ci offre la Madre Terra.

 

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