Creare la soluzione tramite l’ espansione della coscienza
(Articolo scritto da Luca Ferretti)
Il problema dei problemi
Coloro che hanno approfondito il funzionamento della percezione umana hanno ben chiaro il principio che ognuno vede la propria realtà, nel senso che in base al paradigma di pensiero, abitudine e predisposizione innata che si possiede ognuno ricostruisce nel proprio mondo interiore un’immagine del mondo esteriore che è propria e che può discostarsi molto da quello che viene percepito da altri. In effetti molti problemi sembrano irrisolvibili poiché li si osserva attraverso questo filtro mentre, agli occhi degli altri che non hanno il medesimo filtro, essi appaiono risolvibili facilmente. Potremmo dire che una grande quantità di situazioni che noi dichiariamo quale problema è in realtà una percezione parziale e deformata della situazione. Se quindi volessimo introdurre un nuovo modo di esplorare le situazioni difficili che ci troviamo a vivere potremmo muoverci nella direzione di comprendere ed osservare quale sia il problema dei problemi, cioè l’elemento comune che può unire diverse situazioni in un quadro di riferimento che possa esserci di aiuto.
La soluzione
Parliamo di soluzione quando riusciamo ad apportare una modifica mentale o reale alla situazione che sino a poco prima ci creava disagio o non ci soddisfaceva. La soluzione quindi è qualcosa che nasce a seguito di un problema che sia stato elaborato. La vera soluzione non è solo pratica ma bensì è mentale, interiore, poiché il passaggio per giungere alla modifica del concreto viene prima vissuto interiormente. Il famoso lampo di genio che ci permette di vedere una via d’uscita quando tutto sino a poco prima sembrava chiuso e cristallizzato è, appunto, una esperienza prima interiore che poi si può, ma non sempre, tradurre in azione e cambiamento. Difatti alcuni problemi si dissolvono una volta compresi ed una volta che la nostra percezione è mutata, non richiedendo alcuna azione specifica seppur si possa vivere un cambiamento di atteggiamento. Se cerchiamo la soluzione ad una situazione che ci crea disagio, al problema, possiamo operare a molteplici livelli ed in base a dove portiamo la nostra attenzione faremo dei passaggi che possono essere più o meno efficaci e completi. Difatti molto spesso l’impossibilità di riuscire da una situazione che vogliamo mutare è dovuta al focus dell’attenzione che è stato direzionato verso una sezione molto ristretta della realtà, ad esempio andando troppo nel particolare perdendo così la visione più ampia. Essere concentrati sul problema ed entrare nei particolari è un’abilità molto importante della coscienza ma se si perde l’elasticità di estendersi al quadro più ampio diviene una gabbia che ci rende incapaci di evolvere. Molto spesso per far apparire alla nostra coscienza la soluzione ad una situazione problematica è importante recuperare l’elasticità della coscienza stessa e cambiare il cosiddetto “punto di vista”.
Aiutare sé stessi e gli altri
In questo momento di grande cambiamento, poiché le condizioni esterne della realtà che viviamo sono in vorticoso movimento, crollo, riassestamento e creazione, le nostre abitudini più che mai costituiscono la fonte di grande disagio. Per abitudini intendo sia quelle comportamentali ma anche quelle di pensiero. E’ proprio in queste fasi che ci si può accorgere, se si ha una sufficiente dose di auto-osservazione, che non siamo affatto liberi poiché tendiamo a permanere nei pensieri già sviluppati. La creatività non è solo una questione di azione nell’esterno ma soprattutto è connessa al grado di libertà interiore che abbiamo maturato e salvaguardato. La stessa educazione sociale alla quale siamo esposti non prende in considerazione la libertà interiore poiché si concentra sulle abilità sociali e pratiche, tralasciando ciò che invece è alla base di una salute individuale e collettiva. Ciò accade per vari motivi che possono essere esplorati ed individuati negli obiettivi che sono scelti come prioritari. In pratica la società attuale sperimenta una confluenza di interessi che sono contrari alla libertà interiore ma che ora emerge come punto essenziale sul quale portare la nostra attenzione per poter vivere nel cambiamento, prosperando come esseri umani maggiormente liberi. Per poter procedere nei primi passaggi per aiutarsi in questo processo è essenziale dedicarsi del tempo per riflettere ed osservarsi, nonché per alimentare il proprio pensiero di nuovi stimoli ed esperienze. Più che mai è ora essenziale fuoriuscire dai circuiti nei quali si è entrati per poter ri-allenare la consapevolezza a quella capacità di estensione che ci può portare ad osservare il quadro più ampio nel quale siamo immersi. Un altro aspetto interessante è connesso alla volontà di aiutare gli altri in questo processo che interessa persone come me, che scrivo queste righe, che ho come centro di attenzione alimentare la libertà personale e quella degli altri. Difatti poiché l’estensione della coscienza non è qualcosa che si può dare ma, come ogni abilità umana, va allenata dall’interessato direttamente, non è sufficiente descrivere agli altri il quadro ampio che si osserva per poterli aiutare ma diviene necessario ed utile lavorare su altri piani. Questi piani di condivisione che permettono di aumentare la reciproca libertà sono quelli nei quali, similmente ad altri ambiti della vita dove ci alleniamo assieme, anche in questo caso può beneficiare dell’esperienza altrui. Ciò però come catalizzatore di un proprio personale processo che avrà però una sua precisa ed unica forma di sviluppo: ogni coscienza difatti è autonoma ed unica nelle sue transizioni.
Cercare la sintesi e le dinamiche di fondo
In base a questo tipo di premessa ho difatti alimentato e creato negli anni un approccio molto particolare che mi permette di osservare le dinamiche di una situazione anche molto complessa al fine di cercare una sintesi che non è un punto di arrivo, cioè non è una spiegazione semplicistica di una situazione che può creare fraintendimenti ed errori nell’azione, ma bensì un punto di partenza per l’espansione della consapevolezza. Faccio l’esempio di una persona che si trovi a dover ricostruire la propria vita lavorativa. Questo tipo di passaggio comporta non solo l’osservazione delle proprie abilità in combinazione con le opportunità che si trovano in un certo ambiente ma soprattutto richiama la necessità di percepire cosa sta accadendo in sé ed attorno a sé per comprendere quale possa essere il vero cambiamento da attuare. Difatti se ci si ostina a voler risolvere la situazione di disagio con gli stessi strumenti adottati sino a quel momento non si farà altro che alimentare il disagio stesso poiché sono cambiate le condizioni di base sulle quali prima certe scelte funzionavano ed ora, invece, sono deleterie. In questo caso quindi questa persona può essere aiutata nell’auto-osservazione e nell’espansione del proprio punto di vista attraverso un approccio che permette, passo dopo passo, di osservare gli schemi comportamentali, emozionali, di pensiero che si posseggono per operare una estensione della coscienza che li trascenda. Molti nutrono la speranza che allenando il solo pensiero positivo, piuttosto che sostenendo credenze specifiche, si possa giungere al benessere. Non nego che in alcuni casi ciò può essere un primo passaggio ma se poi non si cerca di estendere la propria comprensione e la propria coscienza alle dinamiche che si vivono non si fa altro che sostituire un gioco con un altro, ma non si diventa mai protagonisti della situazione. Il vero protagonista, inoltre, non è colui che crede di poter creare la propria realtà libero da ciò che la stessa realtà è. Difatti altri sistemi di credenze illusorie descrivono l’individuo a sé stante ed in possesso di capacità creative illimitate. Se è vero che siamo creatori potenzialmente illimitati è anche vero che ci muoviamo in un cosmo di relazioni che dialogano costantemente con noi e, quindi, operiamo in un sistema. Allenare la capacità di osservare le dinamiche di questo sistema può divenire la chiave per aprire le porte delle nostre gabbia. Ecco che aiutare gli altri non significa convincerli di una nuova realtà ma permettere a loro stessi di guardarsi attorno per percepire la propria nuova realtà, che può essere molto diversa dalla nostra, ma che può permettere la soluzione della situazione di disagio. Ecco che non c’è più il maestro che trasmette la verità (sua) ad un altro, nell’illusione di poter risolvere ogni cosa con uno schema predeterminato ma, bensì, ora è l’epoca della maestria personale che porta ognuno ad espandere la propria percezione, consapevolezza e capacità di azione all’interno dell’armonia nella quale si vive la propria unica esperienza.
sintesi dell’articolo:
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guardare solo il particolare non permette di comprendere la realtà e vedere l’uscita da un problema
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la libertà interiore e l’espansione della coscienza sono ora necessari per vivere creativamente il cambiamento
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non è possibile aiutare gli altri risolvendo i loro problemi ma ci si può aiutare reciprocamente allenandosi assieme
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individuare le dinamiche e la sintesi di una situazione permette di agire con maggior efficacia
Luca Ferretti
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