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Published On: Gio, Feb 19th, 2015

Cosa significa lavorare su di sé: Una proposta Psicoquantistica per ritrovare il piacere di vivere

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gioia-di-vivere

(Articolo scritto da Lorena Di Modugno)

Da tempi immemorabili le questioni spinose che contraddistinguono molte delle relazioni umane, hanno evidenziato l’esistenza di tutta una serie di componenti caratteriali, emotive, culturali e karmiche che rende spesso difficoltoso (quando non impossibile) il raggiungimento di obiettivi benefici e proficui. E questo accade sia socialmente che individualmente.

La svalorizzazione dei rapporti umani, l’ingratitudine dilagante, il confondere la benefica ed utile autorevolezza con il malefico e bieco autoritarismo, l’oggettivazione dell’altro mediante la quale “ti uso se e fino a quando mi servi” al di là di ogni minimo riguardo verso la sensibilità ed il buon senso, stanno trasfigurando il significato protettivo delle più banali norme di convivenza e sopravvivenza.

Di conseguenza l’umanità è attualmente governata da sentimenti di paura, senso di scarsa protezione e mancanza di sicurezza. Nessuno si sente davvero più tutelato da nulla. Le modalità superficiali, derisorie ed individualistiche delle giovani generazioni, (strettamente collegate alla violenza relazionale perpetuata dalle generazioni precedenti), favoriscono infatti l’incremento di un senso di confusione, disordine, mancanza del rispetto delle più banali regole di civiltà e riguardo, sia verso sé stessi che verso il prossimo.

La saggezza dei Veda ci spiega che trovandoci temporalmente immersi nel mezzo del Kaliyuga (cioè l’era delle tenebre, che ha una durata di oltre 5000 anni!), la maggior parte delle buone intenzioni viene spesso ostacolata da forze sociali e personali che ne rendono difficile la realizzazione. Un buon progetto che in altre ere sarebbe stato possibile in un battito di ciglia, in questa nostra dimensione esistenziale spesso si trasforma in una scalata, senza scarpe né corde di sicurezza.

Il senso del dovere ha sempre avuto una valenza protettiva ed organizzativa, ma il suo significato terapeutico è stato recentemente soppiantato dall’attraente forza suscitata dai numerosi piaceri edonistici, che come una droga trascinano gli utenti nel tornado delle soddisfazioni temporanee, le quali però, per loro stessa natura, non sono in grado di appagare l’insopprimibile ricerca di senso della vita stessa.

Fino a qualche decennio fa, il buon senso richiedeva l’osservanza del monito “prima il dovere e poi il piacere”, oggi invece le indicazioni dei veri saggi non vengono né riconosciute né ascoltate …

E tutto questo malgrado i Veda ci indicano da millenni ad osservare come tutto l’Universo sia governato da un sistema di fatti ed oggetti perfettamente e reciprocamente ordinati. Pianeti e galassie stesse hanno per esempio traiettorie definite che rispettano ed assecondano amorevolmente per il benessere dell’insieme. Ma l’individualismo ed il mero tornaconto personale imperversano ed i danni al pianeta ed alla collettività sono ormai ben visibili a tutti.

Così i falsi maestri con le loro discipline diversificate ed esotiche si mischiamo ai Veri Educatori e agli Insegnamenti Sani, generando più confusione che reale beneficio. Inoltre numerosi decani, essendo corrotti, spendono il proprio tempo cercando di nascondere (maldestramente) le proprie malefatte, per proteggersi da un tutto sommato giustificato disprezzo giovanile.

Ma c’è di più: la formazione culturale e personale è finalizzata alla produttività consumistica e alla mercificazione dei propri contenuti professionali. Non a caso i licei classici, così utili alla strutturazione del carattere e della personalità, riscuotono attualmente un ben scarso successo rispetto ai licei più tecnologici e pragmatici che sono certamente più proficui per l’ottenimento di un posto di lavoro. Gli interessi economici prevalgono su quelli formativi, gli interessi personali sovrastano quelli collettivi, ed il disorientamento umano sta raggiungendo livelli davvero insopportabili per la psiche.

Guardando la situazione dall’alto, sembra proprio che gli errori e i moniti del passato non ci abbiamo insegnato niente e che le “cantonate” si perpetuino indisturbate e senza tregua, raramente arginate da una sana e sincera autocritica e dalla reale volontà di correzione.

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Dal punto di vista quantistico questa struttura sociale così complessa e disordinata, alimentata dalle pulsioni primordiali della soddisfazione personale di piacere e sopravvivenza (anche a danno degli altri) invece che dal senso di pace e di sincero desiderio del bene comune, emette frequenze molto disturbanti che incrementano lo stato di allerta psicofisiologico, altrimenti chiamato “stress”.

tracciato punte onda

Tracciato a punte-onda tipico dei pazienti epilettici

Se potessimo realizzare un tracciato di queste frequenze osserveremmo un grafico pieno di picchi esagerati, simile all’elettroencefalogramma di un soggetto epilettico  quindi in grave stato di agitazione, molto diverso dal referto cerebrale di una persona che sta compiendo attività gratificanti e da chi si trova in stato di meditazione profonda.

Ciò fa supporre che la maggior parte della popolazione di questo pianeta conviva con un senso di fatica e di frustrazione di fondo senza nemmeno accorgersene, che viene spesso occultato dalla ricerca di distrazioni di ogni tipo.

Vista in questi termini la situazione sembrerebbe per lo più irrisolvibile … Ciò nonostante sono fortunatamente da sempre a nostra disposizione alcune risorse esistenziali molto efficaci che possono spianare il cammino e facilitare l’attuazione dei più comuni compiti da svolgere, ma soprattutto favorire il raggiungimento di quel senso di benessere di fondo che manca alla maggior parte della gente.

L’unico dettaglio scomodo è dato dal fatto che il benessere va a braccetto con una qualità preziosa, sfortunatamente indigesta di questi tempi: la disciplina. La disciplina applicata alla propria esistenza è infatti la vera sostanza di ogni forma di armonia. 

Sembra banale, ma val la pena di ricordare che non esistono musicisti talentuosi o scienziati produttivi che non si siano dedicati con sacrificio e disciplina allo studio ed all’approfondimento delle proprie materie, per potenziare al massimo le doti personali e raggiungere sempre nuovi traguardi.

Così come non esistono persone serie che abbiamo costruito un certo grado di prosperità senza aver dedicato innumerevoli giorni, notti, pensieri e forza fisica alla realizzazione delle proprie mete.

tracciato interemisferico

tracciato interemisferico di persona affetta da labilità emotiva

Per ottenere qualcosa di prezioso è dunque sempre necessario impegnarsi, sacrificarsi e perseverare.

In India i saggi affermano che la nostra ombra (cioè la mente, le paure, gli attaccamenti etc.) ci precede al mattino e ci segue al tramonto e solo a mezzogiorno si immerge in noi. Guardarsi dentro significa imparare a conoscersi, cercare il contatto con il proprio Sé Superiore per trovare il modo di condurre una vita equilibrata e senza ombra. Vivere “a mezzogiorno di Sé” significa restare in contatto con il meglio di noi, cioè vivere in pace. Ma questo richiede impegno, costanza e sincera determinazione. Molta gente pensa invece che sia lecito avere tutto, subito e a poco prezzo.

tracciato piena salute

tracciato interemisferico di persona in stato di pieno benessere

In ambito terapeutico per esempio recentemente sono sempre più numerose le persone che bussano alle porte della psicoterapia cercano risultati facili, immediati e superficiali e che si comportano come chi entrando in un supermercato cerca una confezione di sugo che aggrada al proprio gusto per condire la pastasciutta del momento: qualche seduta con l’obiettivo di sciogliere le perplessità contingenti e poi via, verso altre distrazioni, cercando di tenersi a debita distanza dal guardarsi dentro con onestà e dal ri-orientare la propria esistenza e perseguire fini genuinamente evolutivi.

Molte sono le persone che provano decine di terapeuti di diversa formazione per poche sedute, comportandosi come chi cercando l’acqua nel proprio giardino scava centinaia di buche da cm 50 invece di provare a scavarne un paio in luoghi diversi per poi dedicarsi ad una sola di esse e procedere in profondità fino a trovare la sorgente che disseta tutti i bisogni.

Per questa ragione proporre una cadenza di incontri settimanali è diventata quasi un’offesa per la maggior parte dei soggetti che, a meno che non stiano davvero molto male, ritengono di non avere né tempo né denaro da dedicare ad una salutare revisione del proprio stile di pensiero, preferendo trascinarsi zoppicando sulle strade della vita, sicuri (presuntuosamente) di essere capaci di saltare ostacoli insormontabili senza l’aiuto di nessuno, oppure convinti che non ci sia nulla di meglio di ciò di cui già si dispone.

Se lavorare su di sé significa: cercare il senso della propria vita, chiarirsi i traguardi, imparare a nutrire le proprie giornate con la presenza dell’adesso, alleggerire/eliminare le zavorre, trovare il modo di far pace con sé stessi, imparare a godere fino in fondo delle cose belle, assaporare la gioia, resistere ai venti avversi, diventare forti, tenaci e coraggiosi, superare le barriere interiori, rendersi solidi, stabili ma anche elastici e creativi, ebbene sono davvero pochi coloro che si pongono tali traguardi confidando nel raggiungimento di risultati degni di tale nome.

tracciato meditazione

tracciato interemisferico di persona in stato profondo di meditazione

Se i sentimenti di paura, smarrimento, inquietudine e disistima non riescono a smuovere gli animi stimolando a guardarsi dentro, ancora meno sono gli autentici ricercatori che bussano ai portoni che immettono sul Sentiero Spirituale.

Numerosi sono infatti coloro che si affacciano al misticismo come se fosse uno dei tanti diversivi alla moda, che viene velocemente abbandonato ai primi segnali di fatica, per perseguire distrazioni più leggere ed allettanti.

Lavorare su di sé richiede invece una sana motivazione che definisca gli obiettivi fisici, mentali, psicologici, sociali e spirituali e che stabilisca con chiarezza quanto si è disposti a spendere in termini di tempo, parti di sé, denaro ed emozioni di gioia e dolore. Guardarsi dentro è come intraprendere un viaggio che procede da sé verso il Sé più vero e profondo, dalla mente al cuore, dall’ego all’anima. Un viaggio il cui premio è la ricchezza del viaggio stesso, un’esperienza unica e preziosissima di cui solo chi ne ha fatto esperienza può tesserne le lodi. Chi parla per sentito dire non può essere credibile e non va ascoltato.

La proposta della Psicomedicina Quantistica ® per ritrovare pace salute e benessere è dunque quella di cominciare a riflettere sull’importanza di decidersi a prendere finalmente in mano il timone della propria barca ed imparare a guidare se stessi verso lidi di autentico benessere psicofisico, confidando nelle indicazioni di una guida davvero esperta che conosca bene la barca, il timoniere e le correnti da attraversare. Una guida ed abbia una certa competenza sulle mete da raggiungere, che abbia fatto il viaggio più volte e che sappia destreggiarsi con gli imprevisti. Perché il vero scopo della vita è imparare a viaggiare con destrezza e sicurezza, ma soprattutto con coraggio, gioia entusiasmo e spirito d’avventura.

pontile

Chi si ferma è perduto. Per questo una vera guida ti aiuta a rialzarti quanto non vorresti farlo, ti aiuta a proseguire verso la cima del monte, ti avverte se stai rincorrendo un mero riflesso, ti sgrida se necessario e si fa anche odiare… perché sa che dietro l’odio c’è il dolore che non vuoi vedere e che devi risolvere, perché vuole darti l’occasione di superarlo e di crescere, perché sa che crescere ed evolvere è l’unico vero compito quantistico a cui l’essere umano è chiamato.

© 2015 – 2018, Redazione di Quantic Magazine. All rights reserved.

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