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Published On: Ven, Mar 20th, 2015

La sostenibile leggerezza dell ‘Essere: liberarsi dalla sofferenza

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palloncini

(Articolo scritto da Maria Teresa Frezet)

Siamo dipendenti dalla sofferenza. Ebbene sì, lo so, sembra un’assurdità perché in teoria tutti vorremmo essere felici, ma in realtà non è così banale scegliere davvero la felicità. Vediamo perché…

Fin da bambini abbiamo visto attorno a noi dei modelli di adulti che a loro volta avevano appreso dagli antenati a dare per scontato che la vita sia principalmente votata al sacrificio e alla sofferenza. E anche chi ha avuto la fortuna di vivere in un ambiente più sereno, è comunque influenzato dai forti condizionamenti della nostra società.

Senza neanche rendercene conto, riproponiamo sempre ciò che abbiamo appreso da piccoli e anche ciò che arriva dalle generazioni precedenti. Proprio come ereditiamo dei geni che determinano il nostro aspetto fisico, ereditiamo anche delle modalità, o schemi emozionali, che hanno radici molto lontane e che vengono registrate nella memoria delle nostre cellule.

Se ad un certo punto non prendiamo coscienza di questo meccanismo di “copia/incolla”, finiamo per diventare esattamente come chi ci ha preceduto e che tendiamo magari a criticare e ad attaccare dicendo “non sarò mai come mio padre/madre!”

Grazie al dolore (può trattarsi di dolori fisici o difficoltà di altra natura che vediamo ripresentarsi nella vita) abbiamo la possibilità di vedere che stiamo riproponendo un certo meccanismo e, di conseguenza, possiamo capire che abbiamo anche il potere di invertirlo. Ma affinché un cambio di rotta sia vero e duraturo, ci vogliono tre condizioni fondamentali:

  • avere REALMENTE voglia di cambiare: in pratica essere davvero stufi di star male;
  • avere il CORAGGIO di scendere dentro il proprio bambino interiore per vedere quali sono le sue ferite;
  • avere l’UMILTA’ di chiedere aiuto

A questo punto avviene il “miracolo” perché il semplice fatto di non fuggire davanti alla propria sofferenza fa perdere potere a quest’ultima e permette a nuove modalità di comportamento di iniziare a manifestarsi.

Il passaggio è quasi immediato ma il consolidamento di nuove abitudini richiede comunque tempo perché non è banale passare da una vita di pesantezza ad una condizione di leggerezza.

Questo può fare paura alle persone e tale paura va rispettata perché in definitiva lasciar andare la sofferenza è come lasciar andare una corazza che ci ha anche protetto dal provare emozioni troppo forti e intense.

Nel mio lavoro di healer (riequilibri emozionali) osservo spesso una fase iniziale di entusiasmo per l’immediato senso di sollievo che dà il togliere dei pesi dall’anima e, a seguire, un periodo di “andamento a ondate”.

A momenti ci si sente leggeri e poi si ricade in fasi più pesanti e questo rappresenta esattamente ciò che ho appena illustrato, perché la sostituzione di vecchi schemi di comportamento limitanti con nuovi modelli più in linea con il vivere gioioso, ha bisogno di tempo e perseveranza.

Nessuno ci obbliga a cambiare e tutto dipende solo dalla nostra volontà di farlo (l’intenzione) perché ci rendiamo conto che vivere in un certo modo non ci fa stare bene.

Oggi abbiamo a disposizione tecniche e tecnologie che ci possono aiutare a fare un cambiamento in tempi anche molto brevi, in modo che il vivere più leggeri possa diventare la costante della nostra vita anziché la variabile.

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