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Published On: Sab, Set 20th, 2014

Curarsi con la Candeggina? | Intervista a Paolo A. Ruffini, divulgatore del Metodo Ruffini

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Il Dr. Gilberto Ruffini, ideatore del Metodo Ruffini

Curarsi con la candeggina, ovvero parliamo del Metodo Ruffini. Il Dott. Gilberto Ruffini, medico chirurgo ed ematologo, ha brevettato questo metodo nel 1997 e da allora le persone che l’hanno utilizzato per curarsi sono centinaia di migliaia con risultati sorprendenti. Cionostante il Metodo Ruffini non è ancora riconosciuto dalla medicina “ufficiale” e ha subito diversi e pesanti boicottaggi. Approfondiamo il tema con Paolo Alessandro Ruffini, figlio del Dott. G. Ruffini, educatore in un pronto intervento di Milano, che dal 1997 si occupa della divulgazione di questo straordinario Metodo.

D:Ci può spiegare brevemente cos’è il Metodo Ruffini e come è nato?

R:Il Metodo Ruffini è un trattamento dermatologico ad uso topico cutaneo di Ipoclorito di Sodio (NaOCl) tra il 6% e il 12%. Tale metodologia terapeutica è nata nel 1991 allorquando il dr Gilberto Ruffini, medico chirurgo ed ematologo, durante lo svolgendo del lavoro ambulatoriale trattando un’afta con Ipoclorito di Sodio al 5% (già in uso in campo odontoiatrico ma limitatamente ad uso specifico) notò un netto e veloce miglioramento certamente inatteso a quel tempo. Da li iniziò a studiare la molecola e giunse poi, nel 1996, a formulare domanda di deposito brevettuale che ottenne l’anno successivo.

 D:Da quanto tempo cercate di divulgare questo metodo?

R:Dal 1997 anno in cui ottenemmo il brevetto. Con la tutela della paternità intellettiva e un buon controllo sulle altrimenti possibili speculazioni economiche da parte delle case farmaceutiche, abbiamo iniziato sin da subito a contattare i cosiddetti “organi di competenza” nella speranza (allora era ancora una speranza) che avviassero la procedura ufficiale per il riconoscimento nazionale di tale trattamento. Mio padre scrisse decine di lettere e contattammo praticamente tutte le principali case farmaceutiche a livello mondiale. Spesso i dossier presentati sparivano pure e ci siamo visti costretti a ripresentarci anche 3 volte presso la stessa azienda. Abbiamo contatto anche alcuni ministri e presidenti di ordine dei medici. Siamo stati ricevuti in una università italiana e pure in uno dei principali ospedali e centri di ricerca di Milano. Dopo molti anni trascorsi tra silenzi, muri di gomma, rinvii e una tentata truffa abbiamo deciso di partecipare attivamente alla sola divulgazione popolare concedendo al mondo la possibilità di conoscere esattamente in cosa consiste il Metodo Ruffini.Dal 2008 abbiamo iniziato a proporci nel web riconoscendo in tale mezzo un potente strumento di comunicazione.

 D:Come si pone la medicina tradizionale e il mondo scientifico rispetto a questo metodo?

R:Dalla nostra esperienza possiamo dire che l’Ipoclorito di Sodio (o meglio, l’Acido ipocloroso) sia stato accantonato e relegato a mero strumento di igienizzazione per ambienti domestici (vedi ad esempio la nota Candeggina). Non so … deve essere sfuggito ai ricercatori il senso più profondo però che soggiaceva alla funzione igienizzante perché altrimenti non si spiega perché non esistessero brevetti specifici ad uso terapeutico. Spesso siamo stati derisi o combattuti aspramente. Nelle farmacie accade che la gente si rivolga con una semplice domanda <<Può prepararmi dell’ Ipoclorito di Sodio al 12% ?>> e a tale richiesta, spesso, piovono letteralmente le risposte più inusitate: signora le occorre la ricetta medica, stia attenta che le buca la mano, usi l’amuchina che è la stessa cosa, diluisca l’Amuchina in 12 parti, le consiglio l’acqua ossigenata che la disinfetta meglio … insomma risposte assurde che indicano quanto il mondo scientifico debba ancora riflettere sulla enorme portata terapeutica di tale scoperta a livello sia dermatologico che veterinario.

 D:Avete subito dei boicottaggi?

R:Senza contare le 4 minacce di morte (3 telefonate anonime e 1 lettera) il boicottaggio principale è consistito nell’ostinato muro di gomma (oppure nel fare orecchie da mercante, come dir si voglia) che separa nettamente la scoperta da tutto quel mondo di prodotti che invece vengono profusamente elargiti dalle case farmaceutiche e a cascata da chi poi ne trae profitto. E’ chiaro ma è meglio ribadirlo che se tale metodologia venisse adottata dagli ospedali o ambulatori, dai medici di famiglia e dai dermatologi o fosse messo agevolmente in vendita come prodotto da banco (con le dovute modalità a norma di legge) potete star certi che vi sarebbe il collasso almeno del 35-40% dei prodotti in circolazione.

 D:Quali sono le principali patologie che il Metodo Ruffini cura?

R:Tutte le patologie cutanee (umane e veterinarie) ad eziologia virale, micotica, microbica, protozoaria o parassitaria. Tra le principali si possono certamente citare la Candida albicans, gli Herpes (1,2,3), tutte le Tinee, le infezioni MRSA, il piede diabetico infetto (non ischemico), l’ HPV (sul papillomavirus il metodo ruffini è rivoluzionari in quanto si rivela essere terapeutico e non preventivo).

 D:Quali sono stati i feedback delle persone che hanno provato questo metodo?

R:Volendo considerare come data ufficiale del Metodo Ruffini la data dell’ottenimento brevettuale posso dire che dal 1997 ad oggi (settembre 2014) le persone trattate con tale metodologia sono sicuramente non inferiori a 5000 con un evidente incremento negli ultimi anni grazie all’avvento di internet. Inoltre da circa 1 anno sto raccogliendo testimonianze fotografiche che attestano il prima e il dopo l’uso; ad oggi tali testimonianze fotografiche sono circa 450. Ebbene, su tali numeri posso dire che il 99% dei feedback è estremamente positivo. L’1% è da attribuirsi o ad una cattiva modalità d’applicazione, o al prodotto ormai decaduto e quindi ormai poco efficace oppure ad un volersi ostinare da parte del paziente ad usare il prodotto per gli usi non indicati dal dott. Gilberto Ruffini.

D: Ci può fare un esempio di come utilizzare il Metodo?

R:Un esempio molto semplice può essere quello per risolvere un herpes 1,2 o 3 … intingere il dito indice nell’Ipoclorito di Sodio al 6-7% e appoggiarlo sulla manifestazione erpetica (meglio ancor prima che spunti) e lasciare agire circa 55-60 secondi senza fare nulla (neppure sfregare) poi risciacquare con semplice acqua del rubinetto. Possiamo star certi che il gruppo di herpes che dalle loro sedi sono affiorati per duplicarsi (e poi rientrare) sono stati annientati. L’acido ipocloroso ha penetrato e sciolto ogni virus che ha incontrato.

 D: Ci sono controindicazioni?

R: Si, vi sono delle controindicazioni e alcune avvertenze. Le uniche controindicazioni sono legate ad uno scorretto uso della modalità d’applicazione (ad esempio se si strofina il prodotto sulla pelle, questa può temporaneamente risultare irritata o arrossata) oppure, altro errore sarebbe quello di applicare il prodotto senza risciacquare ma mettere garze o cerotti per proteggere l’eventuale ferita: in questo caso ci si potrebbe provocare una lieve ustione. Quindi mai sfregare (ma sono applicare appoggiando) e mai coprire la zona ma se dovesse servire coprirla almeno dopo aver risciacquato con semplice acqua per rimuovere il sale residuo.

Poi c’è una avvertenza: mai applicare il prodotto sugli occhi ne ingerirlo. La molecola di Ipoclorito di Sodio ha un PH su valore 10-11 (quindi fortemente basico)…. lo stomaco ha un PH molto acido; questa contrapposizione di PH creerebbe gravi problemi interni. Meglio che sia chiaro per evitare possibili “fai da te” dannosi.

D:Quanto costa curarsi con questo metodo e dove possiamo acquistare l’ipoclorito di sodio correttamente diluito?

 

R:Il costo di produzione di tale molecola è davvero esiguo a livello industriale: siamo intorno a cinquanta centesimi  litro (1000ml). Per ogni trattamento si può usare una quantità fra i 5 e i 15ml quindi mediamente con 1000ml si possono fare 100 trattamenti. Quando un litro lo si paga fra i 4 e i 6 euro ci si può ritenere tutti soddisfatti. Un ottimo prodotto in vendita è il NOBACTER su www.greensistem.it che riesce a coniugare un costo ragionevole ad una ottima qualità. Spesso le farmacie fanno problemi oppure, ahimè, non conoscendo bene le proprietà di questa molecola consigliano Amuchina o Acqua ossigenata che per gli usi terapeutici del Metodo Ruffini non c’entrano nulla. Per le opportune diluizioni è in vendita presso lo stesso sito l’ IPOCLORIMETRO.

D:Recentemente è uscito il volume: Curarsi con la Candeggina | Guida Pratica al metodo Ruffini. Ce ne può parlare? A chi è rivolto? Come èCurarsi-con-la-candeggina strutturato il volume?

R:Dal mese di Giugno 2014 è in vendita (lo si può ordinare in rete) il manuale pratico scritto dal dr. Gilberto Ruffini con il giornalista Valerio Droga. Il titolo vuole essere provocatorio proprio per la principale derisione di cui spesso il metodo Ruffini è stato oggetto: il dottore che vuole curare con la Candeggina. A onor del vero non è così ma la cosa, ovviamente, è più complessa e meno banale di quanto si possa pensare proprio per la enorme conseguenza sia sul piano strettamente medico sia sul piano dei risparmi economici. La Candeggina è si composta da Ipoclorito di Sodio (al 4-5% quindi comunque a percentuali inferiori) ma non è soltanto Ipoclorito di Sodio. Tale Manuale si rivolge sia agli specialisti sanitari sia alla gente senza particolari conoscenze di medicina. Faccio due premesse: il libro non vuole sostituirsi al grande valore del medico ne alla necessaria diagnosi che solo uno specialista può essere in grado di fare con perizia. Tale libro vuole offrire un valido supporto tecnico al medico e una pratica guida da tenere sempre in casa. L’opera, di 262 pagine, è suddivisa in 3 parti. Nella prima parte si presentano gli autori, la molecola e si spiega nel dettaglio cosa sia il Metodo Ruffini. Nella seconda parte si spiega come diluire al meglio il prodotto nelle percentuali utili, vi sono le oltre 100 schede in cui si spiega in modo chiaro come applicare il prodotto su ciascuna problematica dermatologica. Vi sono pure usi poco conosciuti e un accenno all’uso veterinario (sarà di prossima pubblicazione un nuovo volume dedicato unicamente al mondo della veterinaria). Infine nella terza parte una serie ben articolata e sviluppata di FAQ (domande frequenti che la gente in questi anni ci ha posto e noi abbiamo raccolto qui), un bell’articolo di Patrizia Marini, il contributo personale della dott.ssa Elena Villani (medico di famiglia e ginecologa), una intervista al dott. ruffini e una nutrita raccolta bibliografica mondiale degli studi principali sull’ Ipoclorito di Sodio condotti in modo indipendente da università e centri di ricerca.

 D:Ci sono medici che mettono in pratica questo metodo nel caso l’utente non possa auto – medicarsi?

Ad oggi non esiste una rete nazionale di medici che possa garantire questo tipo di servizio. Notiamo un crescente interesse della medicina ufficiale verso il Metodo Ruffini e un numero sempre maggiore di medici e infermieri professionali che usano tale metodologia sparsi in tutta Italia e, per quello che mi è dato di sapere, anche in alcuni paesi all’estero (Messico, Francia, Olanda).

 D:Perché, secondo lei, nonostante l’articolo 5 della Dichiarazione di Helsinki, molti medici non prendono in considerazione “mezzi preventivi, diagnostici e terapeutici non provati o nuovi?”

R:Secondo me il punto è questo: la medicina ha subito pesantemente l’influenza (finanche l’ingerenza) del consumismo e della legge di mercato. Perché il sistema economico possa funzionare ci devono essere due condizioni: la produzione e il consumo di quella produzione. Se una azienda farmaceutica non si considerasse una vera e propria azienda commerciale non potrebbe reggere inoltre chi fa soldi vuole soldi. Per questo motivo la ricerca lavora in modo pilotato, in modo rallentato, in modo monocromatico all’interno degli stessi parametri: produrre e vendere il prodotto. Se però la produzione non è più così necessaria (a causa ad esempio di una terapia risolutiva e quindi di una minima o nulla richiesta) il prodotto (la medicina) cesserebbe di essere così richiesta. Ecco il motivo dell’accantonamento di certe terapie o molecole. Occorre il malato per i business farmaceutico. Detto questo arrivo all’articolo 5 della Dichiarazione di Helsinki:

Il sistema farmaceutico controlla con una fitta rete di informatori farmaceutici, convegni confezionati ad hoc, ricerche di “nuovi” ritrovati terapeutici, riviste scientifiche accondiscendenti e anche col sistema eredità storica (una cerca cosa è nota che… oppure si è visto che…) e pilota il fornitore di servizi (medico, ospedale, ambulatorio…) verso ciò che secondo questo sistema è considerato migliore alla salute del malato. La medicina non è più quella dei nostri nonni (quella per intenderci del medico condotto) … oggi ha purtroppo la forma di un codice a barre. Tutto ciò che esce dal sistema è considerato scomodo perché estraneo alla logica dell’ ordine costituito. Rivendico il diritto del Malato alla libertà di cura. Dovrebbero istituire una università delle medicine alternative (magari come specialistica alla laurea in medicina) in cui poi centri di ricerca ufficiali, ospedali, pronto soccorso, medici famiglia possano scegliere quale strategia di studio o di terapia approntare.

D:Quando la medicina tradizionale non riesce a dare risposte, come potrebbe secondo lei orientarsi l’utente?

R:Secondo me anche la Medicina tradizionale ha i suoi limiti e i limiti principali delle medicina è l’ostinarsi a considerare l’entità umana come una serie scomposta di fattori. L’uomo, ovvero l’essere umano, è un unicum. Ciascuno di noi lo è. Non si può pensare, ad esempio, di avere un problema all’orecchio che sia disgiunto dall’essere profondo in noi. La legge alchemica per cui “come in alto così in basso” dovrebbe essere la guida alla nuova medicina. Anzi credo che la medicina del futuro considererà tutto questo. La diagnosi è necessaria (e in questo lo specialista è giusto che porga la sua perizia) ma da quel punto in poi il paziente è regista di se stesso e il o i terapeuti dovrebbe essere coadiutori e non protagonisti di quella guarigione che altro non è un ripristino all’ordine naturale, all’armonia prima.

 D:Qual è il primo passo che un utente dovrebbe fare per intraprendere un cammino di guarigione?

R:Io credo che la guarigione sia un processo inverso alla sua comparsa… la malattia (o scompenso vibrazionale) è un processo che avviene per gradi. Secondo me iniziare a detossicare il corpo seguendo una dieta vegana ad alto valor nutrizionale. Oltre a questo il moto, nel gesto di camminare, è importante componente del riequilibrio (provate a camminare almeno un’ora e mezza, il pensiero cambierà). La meditazione (o preghiera) è indispensabile per riallineare i campi energetici e ritrovare l’unità. Ecco, queste sono le basi di un cambiamento. La guarigione è, per ciascuno di noi,       il ritorno al corso naturale del fiume.

D:Dove è possibile reperire ulteriori informazioni sul Metodo Ruffini?

E’ possibile reperire utili informazioni per approfondire la conoscenza di tale trattamento ormai diffuso abbastanza bene nel web. Il sito ufficiale è certamente un buon punto di inizio: www.metodoruffini.it

Per approfondimenti, contatti ed informazioni: 

www.metodoruffini.it

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Scrivi un’ email: metodo.ruffini@yahoo.it

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- Autrice di narrativa, blogger, appassionata di musica e di materie evolutive, si occupa della redazione di questo blog. Ha scritto un ebook "Sette Racconti Brevi per il tuo Cuore", che ha collezionato oltre 250.000 downloads. E' autrice anche del saggio di controinformazione " Michael Jackson | l'Agnello al Macello", che rappresenta un lucido ed oggettivo resoconto sulla figura di Michael Jackson. Vegana, tendenzialmente crudista, appassionata lettrice, sempre alla ricerca di qualcosa che rimane perennemente sospeso a qualche passo da lei. Visita il suo blog personale: www.alessandragianoglio.com.

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