Il Vaso della Vita | Il “Grazie” che cura
(Articolo scritto da Thanks Attitude)
Il percorso di consapevolezza “Thanks Attitude” si basa sul concetto del vaso.
Immaginiamo che, nel momento in cui nasciamo, ci venga consegnato un vaso di cristallo di forma conica e il nostro compito, durante la vita, sia quello di riempirlo d’acqua (che utilizziamo come archetipo per rappresentare l’amore); il vaso è suddiviso in quattro “livelli”, ognuno separato dal successivo da una sottile membrana permeabile: il primo livello riguarda il rapporto con i nostri genitori, il secondo con il partner di vita, il terzo con noi stessi, e infine l’ultimo livello che rappresenta la Vita.
Il vaso, inoltre, ha delle falle da cui si disperde l’acqua che entra: anche se in un primo momento questo potrebbe sembrare un difetto, in realtà, si tratta di una caratteristica molto preziosa perché è proprio dove l’acqua esce che si creano dei mulinelli che hanno lo scopo di farci capire di cosa siamo fatti: d’acqua/amore!
Se il nostro primo livello non è pieno d’acqua e tranquillo, perché siamo ancora in una fase di risentimento o scontro più o meno aperto con i nostri genitori, significa che non possiamo contare su una base sicura d’amore. Stessa cosa accade per il secondo livello, se col nostro partner di vita, viviamo in tensione e con l’impressione di non poterci esprimere come vorremmo.
Benché, per via dell’innamoramento, in una fase iniziale con un nuovo partner si possa sperimentare una vera e propria sferzata di energia dove l’afflusso d’acqua al secondo livello è costante e imponente, dopo un po’, quando la situazione si assesta su ritmi più tranquilli, se non abbiamo “tappato le falle” del primo livello, l’acqua colerà pian piano attraverso la membrana permeabile e se ne andrà via. Ecco che allora ricominceremo a sperimentare un senso di vuoto interiore dal quale riaffioreranno sconforto e sfiducia.
Come possiamo chiudere queste falle per evitare queste perdite di energia e amore?
Attraverso il “Grazie”, sviluppando l’attitudine al “Grazie”. (Thanks Attitude)
Sì, con il grazie che nasce direttamente dal cuore quando ci rendiamo profondamente conto che le persone che incontriamo e le esperienze che viviamo, altro non sono che uno specchio che riflette emozioni che vivono dentro di noi.
E naturalmente bisogna iniziare dai genitori, che sono il primo specchio col quale veniamo in contatto, ed è proprio grazie a loro che possiamo fare la nostra prima “palestra”, sperimentando le emozioni più forti.
Ringraziare non significa ovviamente rassegnarsi e sottomettersi ma abituarsi a guardare quali sono le parti che ci appartengono e che in quel momento i genitori ci fanno vedere attraverso il loro comportamento. Di fronte a un genitore aggressivo o giudicante sembra difficile poter ringraziare, eppure proprio quello che ci infastidisce dentro è quello che ci riguarda e se abbiamo l’umiltà di chiederci “in che ambito io sono aggressivo… giudicante ecc? magari con me stesso? O con altri?”. Scegliendo di fare una scelta diversa e senza rancore ecco che avremo chiuso le nostre falle più profonde e potremo contare su una quantità d’acqua/amore costante al primo livello.
L’amore non ce lo può dare nessuno se non ce lo diamo noi per primi, se non ci amiamo semplicemente per quello che siamo come esseri viventi. E questo non può avvenire finché siamo nel giudizio. Al contrario, quando avremo iniziato ad usare una nuova prospettiva, il nostro vaso si riempirà stabilmente d’acqua fino a traboccare nel quarto livello, la Vita.
La Vita è uno specchio, guardiamoci dal lato migliore !
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