La comunicazione in una stretta di mano: 5 consigli pratici
La strada dell’eccellenza è anche la strada del sacrificio. Il dolore è un indice concreto di miglioramento | Angelo Rossi Toson
Una semplice stretta di mano ci può dire molto sulla persona che abbiamo davanti. Può emanare sensazioni piacevoli o spiacevoli, e spesso portarci al giudizio semplicemente attraverso le sensazioni che proviamo. “A pelle”, come si suol dire.
La stretta di mano è un importante biglietto da visita: è vero, la persona che incontriamo, che sia un amico, un cliente, un ipotetico fidanzato o un ipotetico datore di lavoro, avrà una prima idea di noi attraverso la “vista”, ma la stretta di mano rappresenta il primo contatto fisico. E’ il primo ponte che si forma fra due persone sconosciute che entrano in contatto. Attraverso la stretta di mano abbiamo una sola possibilità per presentarci bene.
Non sottovalutiamo mai il potere di una semplice stretta di mano.
Ecco alcuni tipi di stretta di mano:
Stretta di mano FRAGILE: tutte le strette di mano fragili, poco consistenti, deboli, che non si giocano (mano morta) denunciano uno stato interiore di disagio. Se io accetto una stretta di mano mal data, comunico che sto accettando anche il suo disagio interiore.
Stretta di mano a PINZA: Succede quando la mano viene stretta in maniera velocissima e così non si prende tutta la mano, ma solo le dita. E’ troppo veloce. Generalmente abbiamo di fronte una persona ansiosa.
Stretta di mano CLERICALE: La mano viene presa ma non viene stretta. Rimane, molle, pendente, come un granchio! E’ la peggiore che esista. Abbiamo davanti una persona ambigua, un po’ viscida, di cui è difficile fidarsi.
Stretta di mano DOMINANTE: generalmente con una pressione starata, spesso troppo forte. Molto spesso anche l’altra mano viene appoggiata sull’avanbraccio, in una doppia stretta. Siamo Agganciati! Non possiamo sfuggire, comunichiamo “sei mio, non puoi sfuggirmi”. Se poi la stretta ci fa anche male perchè troppo forte, è proprio il peggio del peggio.
Come possiamo fare, allora?
Ecco 5 consigli pratici per non sbagliare la nostra stretta di mano.
- Non compiere azioni meccaniche: fermiamoci un attimo e rendiamoci conto che stiamo per stringere la mano a qualcuno. Stiamo nel presente, nel qui ed ora.
- Fare un piccolo arco: La persona che ci stringe la mano generalmente viene dritta verso di noi. Facciamo da guida alla stretta di mano: non andiamo dritti anche noi, facciamo un piccolo arco esterno con il braccio, prepariamoci a stringere la mano, poi ritorniamo dritti, in questo modo riusciremo a correggere un’eventuale stretta veloce o clericale.
- Adeguarsi alla pressione: Se il nostro interlocutore ha una bella stretta, adeguiamoci ad essa. Ovviamente non deve essere una gara a chi stringe più forte. La stretta di mano si deve sentire, ma non deve fare male!
- I pollici: Il segreto sono i pollici. Si devono intersecare, quasi abbracciare. E’ una sensazione piacevole e rilassante. Quindi teniamo su il pollice e abbracciamo con garbo quello del nostro interlocutore al momento della stretta di mano.
- Piena ma non invadente: Attenzione alla distanza sociale! Rispettiamo la distanza di almeno 60 cm dal nostro interlocutore, per non invadere il suo spazio sociale. (se indietreggia è un chiaro segnale che abbiamo già sbagliato)
Buone Strette di Mano a tutti!
© 2014, Alessandra Gianoglio. All rights reserved.