Facciamo spazio alla gratitudine nella nostra vita
La Gratitudine è uno stato d’animo ‘fertile’ che genera un movimento di riconoscenza che si espande dal cuore di chi lo prova verso l’esterno.
Essa è profonda e coinvolgente, rasserena l’anima e ci aiuta ad essere più forti e fiduciosi.
Dicendo ‘grazie’ esprimiamo, in parte, il nostro sentimento di gratitudine che ben sappiamo essere più ampio e profondo di quanto la parola possa contenere.
Essa deriva dal Latino gratia – fra i suoi significati troviamo: amicizia, favore, piacevolezza, leggiadria, gratuità, e gratitudine.
Pronunciare un ‘grazie’ ci avvicina alla persona alla quale lo stiamo dedicando e, al tempo stesso, ci rende più liberi: uno scambio di energia è avvenuto!
Quando accediamo alla Gratitudine sentiamo che la nostra consapevolezza ha raggiunto un certo livello di evoluzione.
Infatti noteremo che l’essere grati non è più un fenomeno occasionale, legato a qualcosa che proviene dall’esterno di noi, ma una tendenza del nostro Essere di sapere e potere apprezzare quello che c’è.
Vivere nella gratitudine assomiglia all’avere una colonna sonora interiore che ci tiene in uno stato di armonia.Non voglio certo dire che non saremo più suscettibili o preda di emozioni dense e pesanti, quali la rabbia, la tristezza o simili, ma queste avranno nel nostro animo un tempo di permanenza inferiore, giusto il necessario per renderci consapevoli di quanto sta accadendo dentro e di ricercare un modo per trasformare i nostri pesi in uno stimolo a crescere e a divenire più forti.
Spesso noi cresciamo proprio attraverso le avversità della Vita e ‘grazie’ ad esse possiamo scoprire i nostri talenti e la nostra forza.
Quanto ci accade è sempre un’opportunità di crescita!
Per fare spazio alla Gratitudine è importante passare attraverso il Riconoscimento di sé, dei propri limiti, delle proprie paure e della reattività a quanto accade fuori di noi. Questa capacità di auto-osservazione e di auto-analisi può generare in noi il senso della Riconoscenza che ci prepara alla frequenza della Gratitudine. Questo avviene quando siamo riusciti a liberarci da emozioni stagnanti quali l’invidia, la gelosia, il risentimento e abbiamo imparato a riconoscere quanto di buono e di bello abbiamo ricevuto o siamo riusciti a donare noi stessi o a realizzare.
Apprezzare il nostro passato così come è stato, senza troppi rimpianti per ciò che non è accaduto, richiede tutta la nostra capacità di accettazione, lo sviluppo della pazienza e lo stimolo del Coraggio (vedi mio articolo precedente su Quantic Magazine) a divenire veramente quello che siamo, esprimendo e dando forma, a poco a poco, al potenziale della nostra Anima.
La gratitudine sembra dunque essere una conseguenza di un lavoro interiore che ha richiesto tempo, pazienza e fedeltà a se stessi.
Percepisco ora un ‘nodo’ importante che può impedire alla Gratitudine di fluire in noi ed è strettamente legato all’accettazione del nostro essere al mondo. Questo potrebbe sembrare un atto talmente naturale da far si che non si ponga il problema eppure… molti esseri umani recano in sé una rabbia sorda che risale proprio alla loro nascita, al non aver accolto pienamente la Vita, a non essere riusciti a ricevere la vita come un dono e come un diritto.
Paradossalmente essi possono divenire indifferenti al mondo stesso, sviluppando una sorta di ‘ingratitudine’ così profonda da non riuscire nemmeno a riconoscerla né tanto meno a trasformarla. Essa snatura il valore di sé e l’anelito a crescere.
La bellezza della Gratitudine consiste proprio nel saper cogliere le sfumature, nel riconoscere i dettagli, nel ponderare le cose e le relazioni personali, assegnando valore ad ogni gesto e ad ogni momento.
Il superamento di questa ferita corrisponde al riconoscere le proprie fragilità e dipendenze, senza che esse generino in noi depressione o egoismo ma possano invece divenire l’occasione per aprire il nostro cuore, uno stimolo a farci aiutare e ad aiutare, ristabilendo lo scambio e l’equilibrio fra il ‘dare e ricevere’ che caratterizzano l’esistenza umana e ne rappresentano la forza.
“Prima di ricercare il significato della Vita, bisognerebbe riconoscere con gratitudine il dono di quella stessa vita.
Tale gratitudine esprime la consapevolezza che noi non siamo ‘self-made’ ma piuttosto che la nostra esistenza è un dono divino” (Byron L. Sherwin)
Il nostro essere ‘a immagine e somiglianza’ di Chi ci ha creato ci dona il Potere di divenire co-creatori della nostra Realtà,
rendendoci sempre più partecipi di questa dimensione e sempre più capaci di rendere la Terra un luogo dove sia piacevole vivere.
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