Accetta e Lascia che Sia
Quando emergono in noi stati profondi: paura, tristezza, solitudine, rabbia, o il così diffuso male di vivere…cadiamo tendenzialmente e in modo automatico in una sorta di reazione a catena, in un circolo vizioso di emozioni che ci porta sempre più giù. Quando accade qualcosa in noi, la nostra mente interviene, il nostro ego inizia a generare delle reazioni inconsce e altre volte, apparentemente, consce. Possiamo immaginare l’evento anomalo come un virus estremamente pericoloso e come se l’ego fosse il salvatore o il controllore delle nostre risposte immunitarie che immediatamente devono essere chiamate in causa per arginare la situazione indesiderata e a “lui” potenzialmente fatale.
Iniziamo pertanto a reagire su comando dell’ego: Igor, non dovresti stare male, perché sei triste? Cosa ti angoscia? Con chi hai parlato negli ultimi minuti? Cos’hai visto che ti ha ri-stimolato? Dovresti stare sempre bene, essere sempre felice, possibilmente nella gioia, perché invece cadi in questi tranelli? Forse non sei abbastanza bravo. Forse ti sopravvaluti, e dunque? Che fare, adesso, Igor? Devi pur fare qualcosa!
Come avrete immagino o percepito dal semplice esempio appena fatto, il dialogo interiore si origina da un’anomalia e noi, in casi come questo, diventiamo letteralmente schiavi della nostra mente. La soluzione che ci appare più probabilmente efficace è iniziare a re-agire in qualche modo con i mezzi e le conoscenze che abbiamo acquisito negli anni di esperienza terrena.
Forse potrei sorridere lo stesso, forse potrei isolarmi e portare l’emozione al massimo e quindi dissolverla così, forse potrei continuare a pormi domande, eseguire un così detto “scavo” ed estrarre le convinzioni e le strutture profonde responsabili di questo disagi. Sì. Sono possibili soluzioni. Va tutto bene. In questi modi si risolve, certo, si fa percepire all’ego che qualcuno in casa c’è, che non è proprio solo e quindi libero di fare quello che vuole della nostra vita…il che non è niente male!
Ma interventi di questo genere eseguiti da soli, senza un agevolatore o partner di ricerca, come dir si voglia, richiedono immensi sforzi e a volte, se non si intercetta il giusto segnale di accesso, il cambiamento non è duraturo ed il rebound (il ritorno del disagio) una triste e ciclica realtà. Voglio portare però la vostra attenzione, amici, sul fatto che affrontando situazioni di questo genere in modo, diciamo, tecnico potremmo perdere una reale e concreta possibilità, quella accrescere nell’immediato la nostra consapevolezza. E sto dicendo da subito, senza sforzo alcuno. Vi sono casi particolari e determinate situazioni in cui sono benedette le procedure e le modalità di approccio che ho appena menzionato o ogni tipo di tecnica di rilascio emozionale esistente, energo-vibrazionale…ecc. ma non sono la soluzione più “ecologica” (minimo sforzo e massimo rendimento).
Mi spiego meglio. E’ molto semplice.
Oggi siamo dotati di poteri straordinari che si stanno manifestando in maniera via, via sempre più evidente. Uno di questi è la capacità di osservare, si, ne è suo sinonimo ed efficace strumento, lo stato meditativo.
Oggi alle 16:45 in me si è attivato uno schema. Non ho la più pallida idea di quale fosse. Ho iniziato a sentirmi privo di forze, triste, solo…confuso, insomma, avevo perso il mio centro. Me ne sono accorto immediatamente e anche immediatamente il mio ego ha iniziato a lavorarci su. Si perché lui le sa tutte. Lui pensa proprio di conoscere le soluzioni di tutto, pensa che tutto si riduca ad un suo calcolo matematico, ma si sbaglia di grosso. Mi sono accorto dopo qualche minuto che lui (la mia mente) produceva alternative a spiegazione del mio stato e soluzioni ad esso e che quel flusso di pensieri non ero io. Era certamente un dialogo interiore, erano spiegazioni razionali ad uno stato profondo, inconscio, imprevedibile e certamente che la ragione non può minimamente risolvere. Lei può solo attenuare, solo anestetizzarne la parte per ridurre un po’ la nostra agonia.
Ho percepito di avere altre possibilità, che qualcosa in me si era perso e ritrovato. In quell’istante. Così, ho fatto uno switch immediato, ho seguito l’intuito un po’ più di altre volte. Ho interrotto il flusso prendendo consapevolezza che “Non mi importa il perché questo stato è emerso, quali sono le cause e dove vanno ricercate. Non mi interessa nemmeno risolverlo perché non ne ho bisogno. Non lo giudico. Fa parte di me e io non intendo giudicarmi ma accettarmi, solo così innesco il vero cambiamento, la vera catarsi. Io sono perfetto così come sono, con tutti le caratteristiche che il mio ego vede ed etichetta come difetti. Io Amo, tutto, me stesso compreso. Sono in Amore. Igor, tu Ami! Sii permettente!”.
Nel momento stesso in cui ho accettato profondamente (e non sto parlando di resilienza psicologica di qualche livello dei tre contemplati dagli accademici) lo stato senza riserve, per quanto doloroso o alienante fosse, esso ha cessato di esistere. Quello stato di spleen decadente viene rilasciato fino a lasciare spazio ad una sensazione di vuoto esistenziale, di neutralità inspiegabile che diventa a sua volta “Amore”.
Ero di nuovo nel mio “Centro”.
La Consapevolezza è Amore e per sua natura è irresistibile.
Ogni stato interiore che vibra a frequenze inferiori di quella dell’Amore si dissolve nel momento in cui siamo disposti ad essere ‘permettenti’ e a lasciare semplicemente che sia, senza giudizio alcuno.
Il potere dell’Amore è assoluto e l’atto sacro di sintonizzarsi su di esso, brucia “istantaneamente” in una sorta di fuoco alchemico tutto ciò che non è Amore.
Così oggi ho accolto con gioia questa nuova realizzazione che è fiorita in me. Adesso mi è chiaro che quando la mia mente vuole capire e risolvere un mio stato apparentemente disfunzionale, in realtà lo sta complicando, potenziando. Io sto resistendo. Sto reagendo. Lei, la mia mente (il mio ego), mi sta controllando ed io sono in questo modo vulnerabile, debole, ridotto ad un robot che meccanicamente risponde a stimoli esterni o a programmi interni sulla base di risposte predeterminate ma…non è vivo. Il nostro potere individuale, sacro, divino, ci offre un’opzione, quella di svegliarci quel minimo per sentire in un istante che ci troviamo nel bel mezzo di un gioco perverso che qualcun’altro sta giocando per noi. Comprendere che siamo esattamente fuori dalla scena perché il nostro ego lo ha deciso per noi. Il regista è lui. Nel momento in cui ci riappropriamo di questo minimo di consapevolezza dello stato in cui ci troviamo, come dicevo e ribadisco adesso, siamo in grado di riprendere il controllo, di tornare a casa, di lasciare che sia. Di consentire che la mente esista per fare altre attività ma che non interferisca con la nostra essenza più divina e meravigliosa.
La libertà si ….. l’assenza del dialogo della mente. La gioia si realizza quando la mente è in pausa caffè e noi torniamo alla scrivania.
In quell’istante accade qualcosa, sapete che cosa? Se siamo consapevoli di cosa sta accadendo in quell’esatto istante dell nostra vita e siamo disposti a metterci a nudo nell’abbandono del giudizio, accettando completamente il nostro stato…allora le nostre emozioni contrastanti, il nostro pianto, la nostra tristezza, la nostra solitudine, cessano di esistere. Si trasformano lasciando spazio a sensazioni inaspettate e tanto attese poiché l’alchimia è in atto, la deprogrammazione di qualcosa della cui natura e origine non siamo consapevoli razionalmente sta avvenendo e non perché abbiamo fatto uno sforzo, non perché dirigiamo e orchestriamo noi la trasformazione ma perché siamo diventati consapevoli per un istante e “permettenti”. Si, permettenti. Non abbiamo più resistito al cambiamento e finalmente la magia del semplice si può manifestare nella nostra vita.
Quindi affermo con gioia:
Accetta ogni cosa che ti produce disagio e Lascia che Sia.
Così, dopo questa meravigliosa esperienza di trasformazione, il nostro cielo cupo di nuvole è diventato bellissimo, affascinante, avventuroso! L’erba bagnata e sbiadita dall’acqua, le foglie ingiallite che scricchiolano sotto ai nostri piedi e che ci producevano poco prima malinconia e scoramento, sono diventate affascinanti, giocose…una danza straordinaria di colori e la rappresentazione del ciclo della vita con la consapevolezza che ciclo non è perché tutto esiste sempre nel qui ed ora in tutte le sue forme e in tutti i suoi stati. Senza tempo.
Ogni qual volta ci sentiamo a disagio abbiamo quindi una porta, una possibilità di trasformazione immediata, irreversibile e definitiva. Tarpare, silenziare, nascondere, compensare quel disagio è la tendenza sociale, attraverso ogni occupazione, sport, dipendenza, cibo, mondanità, farmaci, droghe (anche alcool), sesso. I demoni così non vengono affrontati ma potenziati, la paura cresce a dismisura e un giorno, saranno loro, i demoni delle nostre paure più recondite a venire a bussare alla nostra porta. E li saremo costretti ad affrontarli, ma sarà troppo tardi, almeno per questa vita.
Occorre coraggio consapevole, quello di pagare il prezzo prima, quello di essere disposti a smettere di ascoltare le storie che la mente ci racconta, per produrre silenzio, lo stesso che servirà alla nostra Anima per parlarci, per comunicare con noi ad un livello superiore, a condurci con i suoi silenzi eloquenti e caldi a compiere le scelte compatibili con la nostra missione di vita e così accompagnarci sulla via della nostra Realizzazione.
Auguro a tutti noi, per iniziare, quella minima Consapevolezza necessaria a riconoscere i tranelli della mente e il Coraggio di essere permettenti perché la nostra Anima sa cosa ci occorre e in accordo con l’Universo, in un solo battito di ciglia, ci può donare le magiche ali della Libertà.
“Dalla Luce, con la Luce, per la Luce.”
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