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Published On: Sab, Mag 31st, 2014

La Frequenza Vibrazionale degli Alimenti

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(Articolo scritto da Antonia Di Francesco)

La moderna dietologia si basa sul calcolo delle calorie degli alimenti senza prendere in considerazione le frequenze vibrazionali emesse dagli stessi, per cui ci troviamo ad assumere spesso alimenti morti, il cosiddetto cibo spazzatura, ricco di calorie ma povero di ogni informazione utile per la vita.

Andrè Simoneton, ingegnere elettronico francese,  dimostrò nella prima metà del ‘900 che le radiazioni emesse da un organismo sano si aggirano sui 6500 Angstroms (esattamente tra 6250 e 7000), mentre sono più basse nell’organismo malato. Le frequenze della vita vibrano quindi nello spettro del Visibile e Infrarosso da 4000 a 7000 A.

Simoneton suddivise gli alimenti in quattro categorie:

  • Alimenti Superiori con vibrazioni oltre i 6500 Angstroms fino a 10.000 (frutta fresca e  matura, verdure, funghi crudi,  legumi crudi o cotti con temperatura non superiore ai 70°C, patata cotta preferibilmente al forno, grano, farinacei, farina biodinamica e grano integrale, frutta secca, olive, uova di giornata, latte umano).
  • Alimenti di Sostegno con vibrazioni inferiori a 6500 Angstroms fino a 3000 (latte fresco entro 12 h dalla mungitura, burro normale, uova entro il 12° giorno, miele, zucchero di canna integrale, vino, olio di arachidi e di oliva, vegetali e legumi cotti).
  • Alimenti Inferiori con radiazioni inferiori a 3000 Angstroms (carni, latte fresco, formaggi, marmellate e pane, uova di due settimane, caffè, te, cioccolata, pane bianco).
  • Alimenti morti, con radiazioni nulle o quasi (prodotti industriali, cibi cotti a temperature superiori ai 70°C, alcol e zucchero raffinato, latte e succhi di frutta pastorizzati).

Per mantenersi con vibrazioni ad una lunghezza d’onda superiore ai 6500 A (verso l’infrarosso) il nostro organismo deve continuamente adattarsi all’influenza di ogni specie di radiazioni, siano esse dovute a: pensieri, emozioni, alimentazione, medicamenti, radiazioni cosmiche, solari, terrestri, ecc.
Un ruolo assai importante, per il mantenimento della buona salute, viene pertanto rivestito dagli alimenti, dalle bevande, dallo stile di vita, dal  pensiero positivo, dall’ambiente in cui si vive. Prove di laboratorio, effettuate su animali, hanno dimostrato che gli alimenti sintetici, pur fornendo un’alimentazione equilibrata dal punto di vista qualitativo e calorico, non possono garantire uno sviluppo normale.
Questo significa che oltre ai consueti elementi (proteine, grassi, carboidrati, vitamine, oligoelementi) costituiti da materia, gli alimenti devono anche possedere delle “vibrazioni energetiche”, capaci di mantenere la vita. Per raggiungere questo obiettivo basta prestare attenzione a poche accortezze:

  • Prediligere gli Alimenti Superiori, secondo la classificazione di Simoneton, infatti gli alimenti più adatti a mantenere lo stato di salute sono quelli con lunghezza d’onda più elevata, cioè quelli che emettono più energia.
  • Prediligere alimenti crudi o cotti a basse temperature, infatti le procedure, comunemente utilizzate come la cottura, alterano e distruggono alcune qualità informazionali e vibrazionali degli alimenti.
  • Assicurarsi della freschezza degli alimenti che garantisce una frequenza vibrazionale alta, per esempio la frutta mantiene la sua massima emissione per diversi giorni (per esempio: pere 8 gg, pesche 10gg, albicocche 15gg).
  • Evitare gli alimenti industriali, conservati e pastorizzati che non mantengono attive le frequenze vibrazionali, hanno perso ogni vitalità, sono alimenti morti.

In conclusione quindi per mentenere un buono stato di salute è opportuna la riduzione o eliminazione dei cibi a bassa vibrazione (carne, cibi cotti ad alta temperatura, alimenti raffinati e pastorizzati) perché sottraggono energia vitale all’intero organismo e inserire in ogni pasto alimenti vivi, frutta, verdura fresca e cruda.
Quante volte dopo un pasto abbiamo la sensazione che i cibi ingeriti invece di caricarci ci abbiano sottratto energia? Allora stiamo più attenti alla nostra alimentazione e, alla luce di queste informazioni, valutiamo quanta energia vitale ci trasmette il cibo di cui ci nutriamo.

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