L’Enciclica di Papa Francesco sull’Ecologia
L’Enciclica “Laudato Sì” di Papa Francesco, del giugno 2015, è un documento della massima importanza sia per l’Autorità da cui proviene sia per le novità che contiene rispetto a tutto l’insegnamento passato della Chiesa Cattolica.
Infatti San Francesco, cui chiaramente si ispira, è rimasto un’eccezione in tutta la storia della Chiesa: ci sono state alcune altre voci simili in campo cattolico, ma sono state pochissime e non così chiare. Non sono certamente mancate invece le affermazioni di stampo opposto, di estremo distacco o addirittura di demonizzazione del mondo naturale.
Le novità principali:
– Un implicito riconoscimento della differenza fra ecologia di superficie ed Ecologia profonda, con una ammissione della spiritualità della Natura;
– Il riconoscimento, anche se parziale, del valore in sé degli altri esseri senzienti, almeno nel mondo animale (spesso vi sono inclusi anche gli ecosistemi e il mondo vegetale);
– Alcuni importanti accenni a una visione sistemica-olistica di tutti i processi e all’interconnessione fra tutti i fenomeni e tutti gli esseri viventi;
– Una decisa contrarietà al primato dell’economia e quindi ai fondamenti della civiltà industriale;
– Il riconoscimento della necessità di passare a una decrescita dell’economia, almeno in gran parte del mondo. E’ usata esplicitamente la parola “decrescita”, demonizzata da tutto il mondo politico-economico-sindacale-sociale;
– Una chiara e decisa esortazione a cessare l’estrazione e l’impiego dei combustibili fossili (carbone, petrolio, metano, visti come fonte di guai).
I punti negativi:
– Avere negato ancora una volta la necessità di un immediato controllo delle nascite, ignorando le voci scientifiche anche interne alla Chiesa, mentre l’eccesso di popolazione umana è la causa prima della distruzione della Natura;
– Avere conservato una posizione antropocentrica, anche se attenuata rispetto al passato della Chiesa: ha nominato la Terra come “la nostra casa”;
– Avere esplicitato la contrarietà della Chiesa al biocentrismo, senza neppure nominare l’Ecocentrismo: Non è mai arrivato a citare il “Manifesto per la Terra” di Mosquin e Rowe (ecocentrico: anno 2004) mentre si è limitato ad accettare la “Carta della Terra” (L’Aja, 2000), di impostazione ancora antropocentrica. E’ spesso scivolato in un linguaggio soltanto sociale.
Forse non si poteva pretendere di più da un Papa, dopo duemila anni di discorsi così diversi da parte della Chiesa!
Al termine della lettura dell’Enciclica, al di là dei riferimenti al Dio personale ed esterno al mondo e a diversi passi biblici, inevitabili in un documento con questa origine e questo Autore, resta la netta impressione che non si tratta di una semplice raccomandazione ad adottare un’economia “green” e continuare tutto come prima.
Si ha invece l’impressione che Papa Francesco si renda perfettamente conto che bisogna gestire la fine della civiltà industriale sempre-crescente e il passaggio a una visione del mondo ben diversa.
Si oppone decisamente al pensiero e all’azione degli industrialisti-sviluppisti ad oltranza, il cui paradigma è visto come causa di guai. Riconosce inoltre chiaramente che bisogna “calmare” molto le cosiddette esigenze dell’economia, o meglio è necessario modificarne l’impostazione alla radice.
Altro fatto di grande rilevanza: riconosce un valore “metafisico” agli altri esseri senzienti e talvolta anche a tutte le entità naturali, su cui fa anche notevoli considerazioni etiche, da cui erano di fatto rimaste escluse in tutto l’Occidente.
Tuttavia il documento resta antropocentrico, l’uomo è ancora “diverso”, è un custode di tutti gli altri esseri e di tutto quello che lo circonda. L’antropocentrismo della Chiesa e di tutta la cultura occidentale ne risulta attenuato, ma è ancora ben presente. Del resto non si poteva pretendere che facesse ulteriori passi verso qualche forma di animismo-panteismo, che, nella sua versione più completa, comporterebbe l’inutilità degli intermediari con il Divino, cioè un autolicenziamento della Chiesa.
Ma l’aspetto negativo più evidente è l’avere affermato esplicitamente che l’eccesso di popolazione umana non contribuisce alla disastrosa situazione della Terra, quindi non avere riconosciuto che la mostruosa crescita demografica tuttora in atto (80-90 milioni in più ogni anno) è una delle cause prime dell’aggravarsi della situazione del Pianeta.
Anche se ha fatto qualche cenno alla necessità di ragionamenti sistemici-olistici nello studio di molti problemi globali, ha ignorato i pochi studi seri sul numero di umani che la Terra può supportare in situazione vitale: il numero massimo ottenuto in questi studi, in funzione dell’alimentazione e dei consumi, oscilla attorno a 3-4 miliardi, e già oggi abbiamo superato largamente i sette miliardi!
Un dato semplice: Quando abbiamo iniziato ad estrarre e utilizzare i combustibili fossili, eravamo circa un miliardo (argomento riportato nel Manifesto per la Terra del 2004). Su questo punto avrebbe potuto fare qualche passo in più anche senza compromettere questioni dottrinarie o filosofiche. Non c’è il minimo accenno alla necessità di un controllo delle nascite!
C’è qualche speranza in una prossima Enciclica? Se ci sarà il tempo, ma ne dubito molto.
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