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Published On: Mer, Set 21st, 2016

Il ragionamento sistemico e la sopravvivenza del Pianeta Terra

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terra-erba

E’ ormai evidente che il mondo attuale, frutto dell’espansione della civiltà industriale, è in gravissima crisi. Gli andamenti attuali di molte grandezze non possono continuare ancora a lungo. Le idee di Gregoy Bateson, se diffuse come sottofondo del pensiero generale, possono dare un valido contributo a un deciso cambio di rotta per evitare eventi fortemente traumatici. La situazione attuale è frutto di approcci di tipo lineare, non sistemico.

La necessità di ragionare in modo sistemico sostenuta da Bateson è quindi molto importante per tornare a situazioni compatibili con la Vita della Terra.

Ecco due citazioni di Gregory sull’argomento “sistemico”:

“La carenza di saggezza sistemica è sempre punita.” (Verso un’ecologia della mente)
“Quale struttura connette il granchio con l’aragosta, l’orchidea con la primula e tutti e quattro con me? E me con voi? E tutti e sei noi con l’ameba da una parte e con lo schizofrenico dall’altra?” (Mente e Natura)

Qualche esempio:

Quando si è cominciato a costruire automobili, e automezzi in genere, si è ragionato più o meno così: vogliamo andare da un posto all’altro più velocemente possibile, in modo autonomo e privato. Risultato: l’automezzo con motore a scoppio, alimentato da combustibili fossili.

Il ragionamento sistemico avrebbe richiesto di mettere in conto gli effetti e le retroazioni sull’atmosfera, sulla salute di tutti gli esseri senzienti, sul consumo di territorio, sulle strade, sullo smaltimento dei pneumatici, sulla distruzione delle foreste per estrarre i combustibili e per le raffinerie, gli scarichi, le polveri, e tutti i danni conseguenti. Non avremmo mai costruito un miliardo di auto!

Con un ragionamento sistemico, non si inseguirebbe il “lavoro per tutti” continuando a considerare “il lavoro” come qualcosa di pagato per 40 ore alla settimana o giù di lì, inventandosi nuove opere per “creare lavoro” (!), senza curarsi di cosa si distrugge!

Un ragionamento sistemico, che mette in conto tutte le interazioni, farebbe immediatamente capire che, con queste premesse, il lavoro per tutti non c’è più e non potrà mai esserci, soprattutto dopo l’avvento dell’informatica.

L’unico studio globale serio (ma ancora antropocentrico) del sistema terrestre che teneva in conto le retroazioni e le interconnessioni fra le grandezze in gioco (quindi sostanzialmente sistemico-olistico) è stato il rapporto del Club di Roma “I limiti dello sviluppo” (1971) il cui grafico BAU (business as usual) mostra proprio quello che sta accadendo in questo decennio (da uno studio di 45 anni fa!).

Le proiezioni di allora indicavano per questo decennio: inesorabili e forti aumenti di popolazione e inquinamento (che proseguiranno ancora per molti anni), diminuzione delle risorse, inizio della discesa di alimenti pro-capite e produzione industriale. E’ esattamente la situazione attuale.

Inoltre: La civiltà occidentale, più che mai negli ultimi secoli, vive continuamente di dualismi, come uomo-Natura, Dio-mondo, spirito-materia, umanità-animalità, e così via. Molti di questi dualismi vengono mantenuti dalla scienza ufficiale meccanicista-cartesiana, anche contro le sue stesse conoscenze.

Per mettere in evidenza il pensiero di Bateson sul dualismo Dio-mondo e su quello cartesiano spirito-materia basterà questa citazione:
“Se mettete Dio all’esterno e lo ponete di fronte alla sua creazione, e avete l’idea di essere stati creati a sua immagine, voi vi vedrete logicamente e naturalmente come fuori e contro le cose che vi circondano. E nel momento in cui vi arrogherete tutta la mente, tutto il mondo circostante vi apparirà senza mente e quindi senza diritto a considerazione morale o etica. L’ambiente vi sembrerà da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi e la vostra gente o gli individui della vostra specie in antitesi con l’ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze, dagli altri animali e dalle piante. Se questa è l’opinione che avete sul vostro rapporto con la natura e se possedete una tecnica progredita, la probabilità che avete di sopravvivere sarà quella di una palla di neve all’inferno. Voi morirete a causa dei sottoprodotti tossici del vostro stesso odio o, semplicemente, per il sovrappopolamento o l’esagerato sfruttamento delle risorse.” (Verso un’ecologia della mente)

E’ forse superfluo evidenziare che, oltre al sottofondo che ha portato al dualismo Dio-mondo esasperato dalle religioni abramitiche, anche il pensiero materialista-meccanicista adotta i dualismi citati: si ottiene dai binomi Dio-mondo e spirito-materia semplicemente tagliando via in toto uno dei due poli, già ben separati.

La fine di questi dualismi porterebbe a un mondo non manipolabile a piacere da una sola specie, perché la Natura (Ente unico che comprende l’umanità come una sua componente) non potrebbe essere “desacralizzata” né “priva di rilevanza morale”, come nella civiltà industriale di oggi.

Il primo colpo alla separazione cartesiana mente-materia è venuto dal principio di indeterminazione di Heisenberg (1927): l’osservazione (aspetto mentale) è indispensabile per la definizione di qualunque evento.

Successivamente, lo studio dei sistemi complessi ha portato al concetto di biforcazione-instabilità, per usare il linguaggio di Prigogine, che parla di Nuova Alleanza fra uomo e Natura.(*)

L’andamento del sistema dopo una biforcazione costituisce qualcosa di completamente imprevedibile, anche in linea teorica (una “scelta” del sistema). In altre parole, nei sistemi complessi si manifestano fenomeni mentali. I sistemi e sottosistemi sono moltissimi, e intercollegati: quindi la mente è ovunque.

Da un libro di Fritjof Capra (“Verso una nuova saggezza”):
Secondo Bateson la mente è una conseguenza necessaria e inevitabile di una certa complessità, la quale ha inizio molto tempo prima che degli organismi viventi sviluppino un cervello e un sistema nervoso superiore. Egli sottolineò anche che caratteristiche mentali sono manifeste non solo in singoli organismi, ma anche in sistemi sociali e in ecosistemi, che la mente è immanente non solo nel corpo ma anche nelle vie e nei messaggi fuori dal corpo. Una mente senza un sistema nervoso? La mente si manifesterebbe in tutti i sistemi che soddisfano certi criteri? La mente sarebbe immanente in vie e messaggi fuori dal corpo? Queste idee erano così nuove per me che, a tutta prima, non riuscii a dar loro un senso. La nozione di mente di Bateson non sembrava aver nulla a che fare con le cose da me associate alla parola “mente”.

Tutti i viventi e insiemi di viventi sono sistemi altamente complessi.

Con queste premesse, possiamo parlare anche di un nuovo animismo: in realtà tale sottofondo – in altre forme – ha forse due-tre milioni di anni.
Ci siamo quindi trovati con molte idee dell’Ecologia Profonda, cui era pervenuto Arne Naess anche per altre vie.

 Se l’Ecologia Profonda fosse il sottofondo di pensiero di nuove culture umane, al posto dell’attuale antropocentrismo, il problema ecologico cesserebbe di esistere.

(*)Come semplificazione, una biforcazione-instabilità si può paragonare alla posizione di un pendolo con il peso nel punto più alto, da cui può prendere due vie diverse con uguali probabilità: può “scegliere” da che parte cadere.

 

© 2016, Guido Dalla Casa. All rights reserved.

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About the Author

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- Guido Dalla Casa è nato nel 1936 a Bologna, dove ha frequentato il Liceo Scientifico e si è laureato in Ingegneria Elettrotecnica. Dal 1959 al 1997 ha svolto l’attività di dirigente dell’ENEL nelle aree tecnica e commerciale della distribuzione, nelle sedi di Torino, Vercelli, Milano e Brescia. Ora vive a Milano, dove fa parte del Gruppo Ecologia ed Energia dell’ALDAI. Dal 1970 circa si interessa di filosofia dell’ecologia e di filosofie orientali e native. E’ docente di Ecologia Interculturale presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini (Università di Urbino). Tiene corsi di Scienze Naturali ed Ecologia Profonda come docente volontario alla UNITRE di Saronno e in altre UNITRE dell’area milanese. Ha pubblicato alcuni libri: L’ultima scimmia (1975) per la Casa Editrice MEB, Ecologia Profonda (1996) per l’Editrice Pangea, Inversione di rotta (2008) per Il Segnalibro, L’ecologia profonda. Lineamenti per una nuova visione del mondo (2008) e Guida alla sopravvivenza (2010) per Arianna, Ambiente: Codice Rosso (2011) per l’Editrice Jouvence, oltre a numerosi articoli su varie Riviste, quasi tutti su argomenti di ecologia profonda.

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