Acqua…|Il Violino Divino (terza parte)
L’acqua… viviamo sulla Terra anche detta pianeta blu per l’acqua che la caratterizza, dall’acqua ha avuto origine quella che chiamiamo vita, la vita intrauterina è acquatica, il nostro corpo è costituito per il 70% di acqua (anche molto di più in base alla parte anatomica considerata).
La stessa acqua che registra informazioni trasformandosi per adattamento e se riconosciamo che tutto è vibrazione e che le vibrazioni creano forme, possiamo immaginare quali forme geometriche producano un pensiero, un’emozione, un suono e come a tutto questo i nostri corpi reagiscano modificandosi. Energeticamente e chimicamente producendo come un laboratorio gli ormoni corrispondenti.
Portando in questa direzione la nostra attenzione sapremo se si tratta di pensieri, suoni, parole, luoghi, immagini – tutto è interconnesso – generatori di forme disarmoniche o armoniche, distruttive o costruttive, se nutrono o svuotano il livello di energia e di benessere interiore, ricordando che agiscono su di noi per poi propagarsi come un’onda nella più vasta unità in cui siamo immersi e che siamo in rete con le altre creature.
Quell’energia a cui abbiamo dato vita o ricevuto e amplificato, dotata di una propria struttura portatrice di una peculiare energia, sarà condivisa e abbiamo la possibilità – e la responsabilità – di scegliere e partecipare consapevolmente alla creazione del nostro destino e co-creare il mondo in cui viviamo.
Una serie di coincidenze e per il compleanno ho il violino… l’emozione dell’incontro è stata intensa, sai già che è “lui”… si crea una sorta di intimità, come se ci si annusasse un po’ per appartenersi per sempre, nasce una relazione di complicità, lavoro, gioco, in una parola: passione e mi torna la scena in barca di quel gran film che è “lezioni di piano” quando pacata la tempesta che ha battuto tutto e tutti in mare lei confusa, pallida e ancora stravolta infila la mano tra le assi sconnesse della cassa che conteneva il pianoforte e raggiunge i tasti che accarezza quasi a tranquillizzarlo e tranquillizzarsi, li tocca suonando poche note, trabocca amore puro.
Hai in mano uno strumento con una tastiera senza né tasti né spazi prestabiliti su cui posare le dita, 4 corde da fare vibrare con un archetto di 100 crini di cavallo e ti sembra magia pura che possa produrre quella gamma incredibile di note e sfumature possibili…. L’immaginazione ha fatto parte dei “compiti per casa”, seguendo il consiglio del mago mi vedevo suonare alla grande prima di esercitarmi.
Provi con la fede che accadrà, ascolti ed il feed back è istantaneo, come una macchina della verità. L’inizio è imbarazzante… ti ritrovi a produrre suoni che diventano rumori, sgradevoli e sgraziati.
Mia nipote accanto che colpita dai 100 crini di cavallo dell’archetto ascolta e mi dice “ha nitrito”, la gatta che mi guarda desolata, spazientita, allunga un respiro e se ne va, smetto di studiare cercando il telefono convinta che stesse suonando e invece no… insomma si inizia un cammino che richiede costanza, umiltà, impegno, entusiasmo e quelle responsabilità e disciplina che sono preludio e chiave della libertà di cui il violino rappresenta la quintessenza.
Acerba tanto alla teoria quanto alla pratica musicale condivido suggestioni che affiorano dall’anima e analogie con gli studi ed esperienze nel campo energetico, un mondo nuovo di cui intravvedo l’immensità ed avverto appena la fragranza. L’ignoranza in campo musicale è stata una benedizione, mi sono risparmiata la fatica di deschematizzare e ha amplificato le sensazioni. Abbracciare il violino, appoggiarlo al corpo, posare il viso sulla mentoniera, creare un ponte strettissimo – che poi svanirà per diventare uno – e vibrare un sol è stata una sensazione travolgente indelebile con epicentro quinto chakra.
Quante cose sto riscoprendo in questo viaggio, insegnamenti in abbondanza come doni che arrivano dal cielo e non ho abbastanza braccia per contenerli e sono qui con gratitudine e gioia a condividerli.
Sciogliere le tensioni e creare il vuoto. Abbandonare schemi, timori, pudori, sei ancora quel bambino che con curiosità, entusiasmo, disponibilità si lascia trasportare e stupire. Il mago dice “se a un bimbo dai dei colori e un foglio o un violino e un archetto lui disegna e suona, non ti dice che non è capace, prende e lo fa”.
Liberarsi del peso di preconcetti obsoleti e castranti che nemmeno ci appartengono ma ci hanno insegnato, ti metti un paio d’ali e voli, lascia stare quanti anni hai… ti appassioni, ti incammini su quell’arcobaleno ponte tra i mondi che si fa spartito e con i colori del suono riapri le porte alla creatività, all’immaginazione, l’anima torna iridescente e torni a fiorire.
Un altro insegnamento interessante è che non c’è nessuno su cui riversare la responsabilità.
Ascolti, riconosci la disarmonia, accetti, sai che qualcosa deve cambiare e cerchi di capire cosa di quel che hai fatto non ha funzionato, come e cosa devi cambiare per arrivare all’armonia.
Proprio come dovrebbe accadere nella vita, se mi assumo la responsabilità di ciò che non ha o non sta funzionando mi riconosco anche il potere di risolvere quella situazione e la possibilità di ritrovare il cammino.
(Leggi qui la prima parte, la seconda parte e la quarta parte di questa straordinaria esperienza)
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